Osnago: immigrazione tra percezione del cittadino e realtà per sfatare i ''falsi miti''

Si è tenuto martedì 5 marzo a Osnago il primo dei due incontri a tema immigrazione promosso da Amnesty International di Merate, Progetto Osnago, circolo ARCI La Loco e Il Pellicano, con titolo "Decreto Salvini e strumenti dell'accoglienza: Quale sicurezza? Quale integrazione?".


Paolo Strina di "Progetto Osnago", nella presentazione della serata, ha spiegato la necessità di fornire dati sulla reale portata del fenomeno migratorio. Evidenziandone la natura sistematica, ha sostenuto che a un'inefficace gestione emergenziale bisogna sostituire politiche strutturate. Nel suo breve preambolo Strina ha quindi spiegato quelle che dovrebbero essere le premesse fondamentali a qualsivoglia dibattito sul tema: "non esistono soluzioni semplici a problemi complessi" e "le persone devono sempre essere messe al centro". Presente all'incontro anche il sindaco Paolo Brivio, particolarmente sensibile allaa tematica. "L' amministrazione di un paese che ha una presenza di migranti nel proprio tessuto comunitario da quantificare in un osnaghese su sei non poteva non appoggiare quest'iniziativa" ha dichiarato, specificando anche che la presenza di immigrati a Osnago in termini percentuali è ben al di sopra della media nazionale. La constatazione è gravida di un senso di responsabilità, infatti non sono state nascoste le problematiche che possono nascere dalle dinamiche di integrazione, ma queste, a detta di Brivio, possono anche favorire occasioni di incontro e crescita culturale se gestite con cognizione di causa e inquadrate nelle giuste proporzioni.

Pedro Di Iorio, Duccio Facchini, Livio Neri

 

Successivamente ha preso la parola il primo ospite e moderatore Duccio Facchini (giornalista di Altreconomia). In prima battuta non ha nascosto la soddisfazione per eventi come questo che "comprovano un forte desiderio di informazioni" da parte di una cittadinanza che è soggetta alle banalizzazioni, agli slogan e alla propaganda politica. È stata illustrata poi a schermo una serie di dati puntuali sul fenomeno migratorio mettendo così in risalto le sovrastime di una percezione distorta. "Per l' Istituto Cattaneo, l'Italia è il peggior Paese europeo come distanza tra la presenza regolare di cittadini immigrati e quella percepita: a fronte di una presenza che secondo alcune stime si aggirerebbe attorno al 7%, il cittadino italiano percepisce il 25%" ha dichiarato Facchini spiegando poi che, contrariamente a ciò che si può pensare, i dati raccolti non differiscono molto in base all'orientamento politico delle persone intervistate. Il vero problema è individuato dal relatore in ciò che questa sovrastima comporta, ossia la mal sopportazione dei migranti da parte della popolazione italiana.

L'avvocato Livio Neri

È intervenuto anche l'avvocato Livio Neri dell'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione cercando di ricostruire la cosiddetta ratio della norma che sta dietro al Decreto Salvini. "Il tema ricorrente in tutte le disposizioni introdotte è quello della precarizzazione: si vuole dire al migrante in tutte le fasi del suo percorso, dall'arrivo alla naturalizzazione, che la sua condizione non è mai sicura né acquisita una volta per tutte" ha sostenuto Neri. Entrando nel merito l'avvocato ha spiegato che con il dl 113 i tempi per decidere sulla domanda di cittadinanza vengono dilatati passando da 2 a 4 anni. È introdotta inoltre la possibilità che la cittadinanza, in caso di reati gravissimi, venga revocata. Il precedente, stando a Neri, sarebbe pericoloso perché ammetterebbe la possibilità che la lista di reati che possono mettere in discussione il riconoscimento si allunghi in base alla discrezionalità del legislatore. Problema affine riguarda la scelta di adottare il metodo (condiviso da molte Nazioni d'Europa) del respingimento di una domanda d'asilo perché infondata provenendo il migrante da un paese ritenuto sicuro. Anche in questo caso è il governo a stabilire quale paese sia sicuro e spesso lo farebbe con criteri di interesse politico e non certo umanitari. Nell'intervento dell'avvocato ampio spazio è stato dedicato alla riformulazione di altri permessi e alla cancellazione dello stesso, con il nuovo decreto, per motivi umanitari allo straniero che abbia mostrato elevato grado di integrazione (istituito per incentivare la buona condotta del migrante in Italia).
A seguire ha parlato Pedro Di Iorio (responsabile Servizio Accoglienza Immigrati della Caritas Ambrosiana) testimoniando con la sua esperienza pluriennale come malessere e problemi siano generati dal disorientamento che vive l'immigrato giunto in Italia. Per questo motivo la Caritas, oltre a fornire vitto e alloggio, prevede altri servizi paralleli (ad esempio la consulenza legale) agli immigrati. "Io non sono un buonista" ha dichiarato Di Iorio riconoscendo che "la dimensione migratoria è accompagnata da una cifra residuale dedita al lucro, allo sciacallaggio, allo spaccio e alla criminalità".

Pedro Di Iorio

Tuttavia ha suggerito di non considerare solamente questa minoranza rumorosa e di non fermarsi a identificare l'immigrato col baseball cap (il cappellino con visiera in questi casi adoperato per chiedere l'elemosina, ndr) quale mero portatore di bisogni, perché questi atteggiamenti superficiali giustificherebbero il rigetto e l'intolleranza. Proponendo di chiedersi chi sia l'uomo oltre al bisogno, Di Iorio ha sfatato una credenza comune per la quale coloro che arrivano in Italia sono persone deboli, incapaci di superare le difficoltà a casa loro. Si tratterebbe infatti di soggetti forti: "la famiglia di chi parte sostiene un ingente indebitamento e investe tutto quello che ha sul migrante che nel nuovo Paese deve trovare riscatto e provvedere al benessere di chi è rimasto". Spesso però la fatica o l'impossibilità di trovare buone occasioni nel Paese d'arrivo causano un ulteriore trauma al migrante. "Dopo sei mesi che vivi in accoglienza se va bene piuttosto che in luoghi di fortuna, che mangi nelle mense e che non hai un giorno di lavoro alle spalle ti prende un senso di disaffezione che talvolta sfocia in violenza, non giustificata, ma dalle cause note" ha chiosato Di Iorio che, a nome della Caritas, vuole sostenere un processo di emancipazione mediante un'accoglienza diffusa giudicata più efficace nell'inserimento della persona all'interno delle comunità.   
La seconda parte della serata è stata dedicata alle domande del pubblico che si è mostrato molto attento e partecipe ponendo specifiche questioni di merito ("ci sono profili di incostituzionalità che potrebbero causare lo smantellamento del dl Salvini?", "fino a che altezza si estende la retroattività della cancellazione del permesso per motivi umanitari?", "come portare nel dibattito pubblico un discorso fondato sui dati quando anche i media sembrano inseguire lo slogan?"  ecc.).
Gli ospiti hanno risposto compiutamente e si sono detti molto soddisfatti dell'andamento dell'evento. A margine il sindaco Paolo Brivio, interrogato su come vivano gli osnaghesi la percezione del dato migratorio, ha riconosciuto che "Osnago non è un'isola rispetto al resto d'Italia, c'è del malumore anche qui" però si è detto compiaciuto del lavoro svolto dal basso dalle diverse associazioni locali le quali, lavorando a stretto contatto con la cittadinanza, hanno saputo coordinare una sana gestione del fenomeno. Il prossimo appuntamento, nel quale si parlerà del nuovo modello di accoglienza che preferisce grandi strutture centralizzate agli SPRAR, è fissato per lunedì 11 marzo alle 20:45 sempre in Sala civica a Osnago.
Dennis Mandelli
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