People, per dire ''Prima le persone''

Insieme ai compagni di tutta la Lombardia, preoccupati per la deriva d'odio e intolleranza che pervade il Paese, sabato 2 marzo saremo in piazza a Milano aderendo all'iniziativa "People - Prima le persone", manifestazione nazionale per ribadire la centralità della dignità umana, dei diritti e dell'inclusione sociale.

La nostra motivazione deriva principalmente dall'opposizione a quel Decreto Sicurezza che ha portato in brevissimo tempo conseguenze nefaste, dall'espulsione dai centri di accoglienza di chi aveva diritto a una protezione umanitaria, costringendo alla strada, al lavoro nero o criminale, allo sfruttamento malavitoso, a condizioni di vita indegne e pericolose, rivelatesi in alcuni casi fatali per la vita delle persone. In altri contesti queste misure hanno portato a drammatici episodi di discriminazione, rifiuto o allontanamento da realtà nelle quali i richiedenti asilo erano riusciti a intraprendere con successo il percorso d'integrazione, causando talvolta drammatici gesti estremi da parte di chi si è visto improvvisamente negato il futuro che stava costruendo.
Il DL approvato avrebbe dovuto essere la risposta della Destra a un percepito problema di sicurezza ma, in realtà, è l'ennesima prova che l'unico interesse è quello di una guerra contro i poveri, gli ultimi, il capro espiatorio. Il Centrosinistra, attraverso il DL Minniti, ha aperto la strada alle misure contenute nel DL Sicurezza, nel tentativo di creare consenso con risposte semplici a problemi complessi, che non si sono voluti analizzare.
Nella precarietà sociale e nella totale incertezza economica è da ricercare la causa del disagio generale di giovani alla ricerca di un primo impiego e dei lavoratori provati dalle attuali condizioni contrattuali, pensionistiche e retributive. A quelle politiche economiche va data una risposta concreta, alternativa a quella attuale, una risposta che muova da un'analisi attenta dei fenomeni sociali e dall'educazione come principale canale di consapevolezza e trasmissione dei valori. Il compito della Sinistra, in particolare nelle periferie e nelle province, è quello di ripartire dai riferimenti di solidarietà, di opposizione e costruzione di una visione alternativa che sappia dare risposte ai problemi del singolo e delle comunità che hanno conseguenze reali sulla società, non sulle paure percepite.


Si riparta da Riace, da un esempio che ha opposto a una paventata emergenza immigrazione un modello di accoglienza, di socialità, di alternativa economica. Si riparta dall'inclusione, dai diritti, dai problemi veri e reali. Prima le persone, nessuna esclusa.


In piazza contro gli effetti del Decreto Sicurezza

Il Decreto Sicurezza - convertito in legge e promulgato a fine dello scorso anno - è la risposta della Destra alle problematiche che sembrerebbero essere nate dal fenomeno migratorio degli ultimi anni. Il termine sicurezza rappresenta da una parte una svolta maggiormente securitaria ma, allo stesso tempo, le misure che sono state prese sul fonte immigrazione stanno già provocando problematiche sociali sia per le persone accolte, sia per le città e i centri che ospitano, con pesanti ricadute sulla quotidianità.
Le misure che stanno causando i maggiori danni e che più ci preoccupano riguardano: l’abolizione della protezione umanitaria; lo smantellamento del sistema SPRAR, che con tutti i suoi limiti ha garantito accoglienza a donne e uomini che senza un luogo sicuro sarebbero stati vittime d’iniziative opportunistiche e criminose; l’aumento del tempo d’intrattenimento nei CPR, all’interno dei quali più volte la stampa ci ha raccontato come le persone hanno subito violenze di ogni genere. Alcune di queste misure hanno portato all’espulsione dai centri di accoglienza di chi aveva diritto a una protezione umanitaria, costringendo alla strada, al lavoro nero o criminale, allo sfruttamento da parte delle mafie e dei caporali, a condizioni di vita indegne e pericolose, rivelatesi in alcuni casi fatali per la vita delle persone (basti pensare ai recenti roghi nelle baraccopoli).  In altri contesti queste misure hanno portato a drammatici episodi di discriminazione, rifiuto o allontanamento da realtà nelle quali le persone migranti erano riuscite a iniziare o a concludere con successo il percorso d’integrazione, portando drammaticamente in alcuni casi a gesti estremi da parte di chi si è visto negato il futuro che stava costruendo.
Il DL approvato avrebbe dovuto essere la risposta della Destra di Salvini a un percepito problema di sicurezza ma, in realtà, è l’ennesima prova che l’unico interesse è quello di una guerra contro i poveri, gli ultimi, il capro espiatorio, conducendo il nostro Paese in una campagna elettorale permanente sulle spalle dei più deboli. Il “problema” immigrazione ha cause più profonde degli sbarchi ed è innanzitutto la conseguenza dell’insicurezza economica e della precarietà che colpisce il ceto medio italiano, le quali hanno acuito le differenze tra ricchi e poveri. Il tentativo di trovare una causa in un soggetto altro ha funzionato, anche travolgendo il Centrosinistra, che non è stato risparmiato dal considerare l’extracomunitario e la sicurezza quali emergenze del Paese.
Il Centrosinistra, attraverso il DL Minniti, ha aperto la strada alle misure contenute nel DL Sicurezza, nel tentativo di creare consenso con risposte semplici a problemi complessi, che non si sono voluti analizzare. La rincorsa - dettata da una situazione emergenziale spesso imposta dai media - è stata quella di una replica incapace di creare consenso, dando ragione - nella sostanza - a quanto Lega, Salvini e neo-fascisti quotidianamente gridano sui social.
Nella precarietà sociale e nella totale incertezza economica è da ricercare la causa del disagio generale di giovani alla ricerca di un primo impiego e dei lavoratori provati dalle attuali condizioni contrattuali, pensionistiche e retributive. Le politiche dei precedenti governi - scandite spesso dal tentativo di tamponare gli effetti del capitalismo più selvaggio e della globalizzazione incontrollata - hanno portato alla chiusura di aziende, alla nascita di forme contrattuali inadeguate a garantire una stabilità economica, alla normalizzazione di condizioni di precariato (tirocini non retribuiti, rinnovi non garantiti, salari minimi inesistenti) che, fino a pochi anni fa, sarebbero state inaccettabili. A quelle politiche economiche va data una risposta concreta, alternativa a quella attuale, una risposta che muova da un’analisi attenta dei fenomeni sociali e dall’educazione come principale canale di consapevolezza e trasmissione dei valori.
Il compito della Sinistra, in particolare nelle periferie e nelle province, è quello di ripartire dai valori di solidarietà, di opposizione e costruzione di una visione alternativa che sappia dare risposte ai problemi del singolo e delle comunità, anche tornando a riconoscere identità particolari del territorio come motore di crescita e sicurezza. La nostra organizzazione deve, invece, ripartire dallo studio attento e dal tentativo di creare nuovi percorsi mobilitativi, iniziative che siano diverse dalle risposte impulsive attuali e che favoriscano la discussione, al fine di trovare una sintesi condivisa che coinvolga il Partito Democratico ma che, soprattutto, parta da studenti e lavoratori.
Anche la comunicazione è fondamentale: i social e i media hanno spinto affinché si creasse un immaginario collettivo che costruisse un’emergenza immigrazione. La replica si deve dare, anche qui in maniera forte, portando l’attenzione sulle conseguenze nefaste delle manovre che il Governo sta attuando, risposte disumane che favoriscono l’insicurezza, che non portano soluzioni ai reali problemi degli italiani e che avranno pesanti conseguenze per il futuro delle generazioni giovani, e non solo.
È necessario, infine, spostare il dibattito sui temi che hanno conseguenze reali sulla società, non sulle paure percepite, anche attraverso lo strumento della cultura. Si riparta da Riace, da un esempio che ha opposto a una paventata emergenza immigrazione un modello di accoglienza, di socialità, di alternativa dal basso agli schemi economici e alla propaganda delle Destre, facendo rivivere un paese che sembrava perduto.
Per tutti questi motivi noi Giovani Democratici di Lecco, insieme a tutti i compagni della Lombardia e a tantissime realtà associative, partitiche e di volontariato, saremo in piazza sabato 2 marzo a Milano, aderendo alla manifestazione “People – Prima le persone”.

Giovani Democratici di Lecco
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