Olgiate: i giovani del PD si interrogano e presentano le tre mozioni per le primarie
Le tre mozioni del PD per le primarie del prossimo 3 marzo sono state presentate domenica 24 febbraio in un confronto fra tre giovani del partito che hanno deciso di sostenere differentemente il candidato alla segreteria nazionale. Tolti i tre relatori, però, in sala civica a Olgiate Molgora di under 35 nemmeno l'ombra, a esclusione dell'ex deputata Veronica Tentori seduta in prima fila. In platea, i soliti iscritti brizzolati o qualche simpatizzante al PD.
Federico Dusi, osnaghese membro dell'Assemblea regionale del Partito Democratico della Lombardia, per esprimere il proprio sì a Maurizio Martina ha rivendicato il lavoro dei governi a guida PD: «Non possiamo rinnegare il riformismo che abbiamo messo in atto, è stata una spinta per il rilancio del Paese in un periodo difficile. Questa nostra azione si lega però a un sentimento di inquietudine di una certa fascia della popolazione - ha riconosciuto Dusi - La forbice sociale non si è avvicinata. Si deve quindi ripartire dal lavoro, salari minimi e pensioni giuste».
Raffaele Straniero, Federico Dusi, Pietro Radaelli, Maria Sacchi
Altri punti toccati: la sicurezza, che si ottiene con un rilancio economico per le forze dell'ordine e non con il decreto sulla legittima difesa; un'Europa più forte che non guardi solo ai "conticini"; la revisione dello Statuto del PD, che preveda la separazione tra il ruolo di primo ministro e del segretario del partito. «Si critica a Martina di non avere carisma, ma siamo sicuro che ci serva? Renzi ne aveva da vendere e abbiamo visto come è andata a finire» ha dichiarato Federico Dusi. È seguito il turno di Pietro Radaelli, candidato alle Regionali 2018 per "Lombardia Progressista", che si è mostrato più critico nei confronti del Partito Democratico fin dalle prime battute: «Questo congresso andava fatto prima. Il rinvio della discussione è stato per noi la causa di questa stasi e la nostra opposizione al governo non risulta efficace».
Raffaele Straniero
Il suo voto la prossima domenica andrà per Nicola Zingaretti, accusato da più parti di volere un'alleanza con il Movimento Cinque Stelle. «L'alleanza con i Cinque Stelle non è all'ordine del giorno e Zingaretti l'ha peraltro smentita più volte. È innegabile che molti degli elettori che abbiamo perso sono andati a loro e noi li dobbiamo andare a riprendere». Ha difeso la legge sul caporalato, il "dopo di noi", le unioni civili. Il passo in avanti per Radaelli deve essere la legge sullo Ius soli. La proposta per l'Europa è l'elezione del presidente della Commissione europea.
L'impegno sarà quello di unire una sinistra plurale, ammettendo anche Italia in Comune di Pizzarotti, ex grillino. Per Roberto Giachetti, è intervenuta la renziana Maria Sacchi, componente della Direzione provinciale del Coordinamento PD Lecco. Si è concentrata sull'aspetto della comunicazione, per riuscire a far passare in maniera semplice i problemi complessi della politica. «Gli elettori devono essere messi nelle condizioni di capire in maniera trasparente quello che proponiamo. Non come il governo attuale, che prende in giro gli italiani andando a beccare solo in superficie». In controtendenza con Dusi e Radaelli, il binomio segretario/candidato premier non è visto di cattivo occhio e potrebbe essere anzi un rafforzamento, secondo il pensiero di Sacchi.
Federico Dusi
Il moderatore della conferenza, il consigliere regionale Raffaele Straniero, ha poi posto tre domande concordate rivolte ai giovani. I temi sollevati sono stati l'analisi della sconfitta del 4 marzo scorso, le alleanze e la vocazione maggioritaria, infine un commento sull'ondata populista e sovranista. Non sono emerse grosse differenze tra le visioni dei tre interlocutori. Per ripartire è necessario rafforzare i rapporti con i territori, quindi dal basso, cercando di andare oltre alle correnti interne. Spazio poi al pubblico con i suoi interventi.
Pietro Radaelli
Nel ribattere a un cittadino su come gestire i rapporti con i fuoriusciti dal PD, si è infiammata Maria Sacchi: «Non si possono trovare alla spicciolata accordi con altri partiti per ottenere la maggioranza. Altrimenti sembra che tutti i politici siano interessati alla "cadrega". È stato inaccettabile vedere D'Alema e gli altri brindare perché il PD aveva perso il referendum...ci hanno preso in giro fino a ieri e ora li dovremmo riprendere? Ma basta! Serve coerenza».
Maria Sacchi
Più permissivo invece Radaelli secondo cui gli sbagli ci sono stati da entrambe le parti e che ora serve guardare in avanti, consapevoli che con questa legge elettorale senza il 50% più 1 non si governa. La mattina si è conclusa con un aperitivo.
Marco Pessina