Retesalute: passa la lista unica per l'elezione del Cda. Va in minoranza  la ''fronda''. E la Gatti si fa paladina della parità di genere

Si avvia al rush finale l'approvazione del nuovo statuto di retesalute e della convenzione.
Nel corso dell'ultima assemblea, durata ben 4 ore, i sindaci o i loro delegati hanno passato punto per punto tutti gli articoli recependo alcune indicazioni del notaio Andrea Sala. Indicazioni chiaramente relative alla forma e non alla sostanza. La parte più interessante e attesa è stata quella della scelta della modalità di voto per l'elezione del cda. Ad illustrare le due proposte (una che prevede una lista per circondario e l'altra invece una lista unica condivisa CLICCA QUI) è stato Stefano Fumagalli di Lomagna a capo del tavolo di lavoro formato ad hoc per proporre all'assemblea qualcosa di concreto.

La discussione, una volta illustrate le due modalità, si è aperta. Renzo Rotta si è espresso a favore della lista unica che garantirebbe una migliore parità. Contrario invece Davide Maggioni di Sirtori che ritiene come la lista territoriale permetta a tutti i comuni di intervenire e condizionare le candidature, arrivando a una scelta condivisa. Sulla stessa scia anche Efrem Brambilla. Allineati invece sulla lista unica Merate (Massironi: "qui dobbiamo gestire un'azienda a me importa che i membri del cda siano competenti e con la seconda proposta è meglio") e Casatenovo (Galbiati: "nella fase di formulazione delle candidature ciascuno deve essere messo nelle condizioni migliori possibili di presentare delle candidature valide") L'assemblea dunque che aveva trovato una sintesi sulla votazione unica di presidente e vice, è stata chiamata invece a votare la formula di presentazione delle liste, se appunto territoriale o unica. Con voto palese si è nuovamente mostrata la "frattura" tra i sindaci della cosiddetta fronda e il resto dei soci. Messa ai voti, però la fronda è andata sotto e non di poco. Favorevoli alla proposta UNO delle liste territoriali si sono espressi Calco, La Valletta, Airuno, Barzago, Missaglia, Sirtori, Viganò, Osnago (totale 263 voti). A favore della proposta DUE della lista unica hanno votato Merate, Casatenovo, Verderio, Robbiate, Imbersago, Paderno, Cremella, Cernusco, Cassago, Lomagna, Olgiate (totale 520 voti). La discussione si è poi spostata sulla parità di genere all'interno sia delle liste che successivamente del Cda. Sola contro tutti, con la veemenza che le è tipica e un gesticolare che non è passato inosservato Adele Gatti ha sostenuto con forza la necessità di inserire una clausola che prevedesse appunto il rispetto delle cosiddette quote rosa. Dopo una breve discussione durante la quale sono state sviscerate le due formule, l'assemblea ha votato all'unanimità la parità di genere nella presentazione delle liste con 5 nominativi che devono essere rappresentati 2+3 con lo scarto di 1. Unanimità anche per la rappresentanza di genere all'interno degli eletti del CDA con almeno uno di genere diverso. 


Adele Gatti

Non contenta, però, le richieste di Adele Gatti si sono spinte oltre chiedendo che o il vicepresidente o il presidente fosse una donna. Incitando le colleghe a sostenere la sua proposta "Donne non facciamoci male da sole", ha trovato solo in un primo momento l'appoggio dell'assessore di Missaglia Laura Crippa. "Sono rimasta amareggiata dalla riunione di Casatenovo; mi sembrava di sentire le discussioni di trent'anni fa "ma le donne non ci sono". Ritorniamo al punto da cui siamo partiti; è indispensabile che all'interno delle liste ci sia la rappresentanza; se ci sono nelle liste si possono anche votare, allora se non sono previste nelle liste me li dai negli organismi" Messa dunque ai voti la proposta di Adele Gatti, nonostante l'invito alle donne a fare quadrato, non è passata. L'unica mano sollevata a favore è stata la sua.
S.V.
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