Gallera: il ridimensionamento del Mandic è una ''fake news''. L’assessore regionale esalta il Dg e nega qualsiasi chiusura

L'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera
(LNews - Milano, 25 gen) "Il pronto soccorso dell'ospedale Mandic di Merate (LC) non corre alcun rischio e non ci sono documenti regionali che vadano in questa direzione. Anche il punto nascita non sarà chiuso perché possiede tutti i requisiti previsti dalle leggi". Lo ha ribadito l'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, intervenendo sulle notizie circolate in questi giorni sul presidio ospedaliero.

AMAREGGIATO DA INUTILI POLEMICHE - "Sono amareggiato ha detto Gallera - per le polemiche basate sul nulla e determinate solo dalla brama di visibilità di qualcuno. Apprezzo invece il senso di serietà degli amministratori locali che si sono confrontati con la Regione e con l'ASST di Lecco in questi giorni oltre al grande lavoro svolto dal direttore Generale Paolo Favini per l'impegno precedente e attuale finalizzato a valorizzare e consolidare il presidio". Ricordo anche che il 27 dicembre abbiamo scritto una delle pagine più belle per il Mandic presentando l'apertura di nuovi posti letto in pneumologia, che saranno gestiti dall'IRCCS Inrca".

IL PRESIDIO SI STA RAFFORZANDO - Quello della pneumologia è solo un altro tassello nel percorso di potenziamento di un presidio di eccellenza. A questo, ad esempio, vanno anche aggiunti i numerosi concorsi banditi per potenziare il personale del Mandic.

17,5 MILIONI DI EURO DALLA REGIONE - La Regione, inoltre, continua ad investire sul nosocomio meratese. Sono infatti in corso investimenti da 1,5 milioni di euro, che si aggiungono agli altri 8,5 milioni stanziati negli ultimi due anni: fra questi vale la pena ricordare l'acquisto di una Tac ultramoderna e un'apparecchiatura per la risonanza magnetica del valore di 7,3 milioni. Altri 7,5 sono stati destinati alle opere strutturali fra le quali rientrano la sistemazione del pronto soccorso, il centro trasfusionale e l'edificio degli ex poli ambulatori. (LNews)

 

L'amicizia è un gran bel sentimento. Va coltivato come un fiore, bisogna dedicarle cure quotidiane. Insomma si deve voler bene. A prescindere. Ecco, appunto, a prescindere. Perchè caro assessore Giulio Gallera noi francamente il grande lavoro di Paolo Favini, con tutto il rispetto s'intende, non l'abbiamo ancora visto. Al contrario abbiamo ascoltato dalla sua viva voce, impressa peraltro nelle diavolerie dei moderni telefonini, che sotto i 100 accessi al giorno il pronto soccorso chiude la notte e chiude pure il punto nascite sotto i 500 parti. Gli è stato fatto notare che il Ps del Mandic - stante anche la penuria di personale- - non arriva a 100, si ferma a 92-95; che vuol dire che rischia di chiudere. La risposta: le regole si rispettano non si commentano. Lei caro Assessore - amicissimo del nostro Dg col quale ha visitato Israele (speriamo che la nota spese il dottor Favini l'abbia inviata in regione e non all'ASST di Lecco) - quali conclusioni avrebbe tratto? Guardi che tutti, ma proprio tutti i presenti, hanno tremato ascoltando queste parole.

Ma veniamo ai fatti non prima di un dubbio: sicuro che una RNM 1,5 tesla Philips e una TAC a 64 strati di cui si paga al costruttore una quota per ogni prestazione siano costate 7,3 milioni di euro? Leggendo qua e là ci è parso di capire che il costo di una RNM sia di 1,8 milioni e di una TAC meno di 1 milione. Ma naturalmente Lei ne sa più di noi. Vedremo se qualcuno che ne sa quanto Lei ci preciserà il costo effettivo delle due importantissime apparecchiature. Il cuore del problema, però, caro Assessore è un altro: il San Leopoldo Mandic non è più rappresentato negli organismi aziendali strategici quali il Collegio di direzione e il Comitato Budget. E soprattutto è privo di un responsabile di presidio autorevole e che sia di fiducia del Dg e dei sindaci del territorio. Questa necessità l'aveva colta bene Piero Caltagirone ed era stata condivisa poi da Ambrogio Bertoglio e Mauro Lovisari. Perché vede, illustre Assessore, il Dg che vive, lavora e respira l'aria di Lecco, anche senza volerlo finisce per esserne influenzato e parlare (talvolta a sproposito) di ospedale Hub e ospedale Spock. Né l'uno né l'altro calzano col Manzoni e col Mandic. Lei sa molto meglio di noi che sono i due organismi sopra citati a orientare la Direzione strategica quanto a ripartizione di risorse economiche e umane. Quindi senza una vera e propria governance interna, il Mandic è totalmente privo di una rappresentanza: di fatto è un'azienda di 900 dipendenti con 260 milioni di fatturato senza un direttore. L'ha vista mai un'azienda così? Per porre rimedio a questa situazione occorre quanto meno un direttore sanitario aziendale che abbia esperienza di gestione di più ospedali all'interno della medesima azienda, capace di far cooperare i presidi senza metterli in competizione. Per non parlare del supporto amministrativo. Le funzioni del direttore amministrativo di presidio affidate a un facente funzioni individuato tra uno dei responsabili della struttura centrale, è una scelta deleteria. Peggio, una scelta devastante. Il San Leopoldo Mandic oggi versa in queste condizioni: non ha un direttore sanitario di presidio dopo l'addio dell'ottimo Ermete Gallo e non ha più un direttore amministrativo dopo il pensionamento di Giacomo Molteni. E, quindi, nessuno più lo rappresenta davvero ai tavoli aziendali. Così si spiega perché debbano essere gli infermieri di chirurgia a andare in sostegno a Lecco ogni giorno, che tanto, senza anestesisti la sala operatoria resta chiusa, mentre sarebbe ragionevole che un anestesista di Lecco scendesse a Merate per far lavorare il blocco operatorio. Giusto per fare un esempio. Il Sitra ha storicamente operato a favore dell'organico del Manzoni, mentre i nostri specialisti - che sono davvero tali, la gente deve aver piena fiducia - di Ginecologia e Ortopedia hanno difficoltà a programmare le sedute operatorie e, quindi, a raggiungere gli standard di produzione. Sotto i quali - vedi il PS - scattano le penalizzazioni. Un gatto che si morde la coda, dunque. Per necessità o per un disegno preciso. Noi non lo sappiamo. Però teniamo gli occhi aperti. E quello che vediamo è una situazione interna assai difficoltosa a fronte di prestazioni di elevato valore professionale e umano. Perciò vigiliamo. Le fake news è che tutto va bene madama la marchesa. Questa sì che è una balla spaziale. Diffusa a piene mani dalla classe politica. Ma siccome nessun cittadino è fesso, continuare a recitarla come una giaculatoria, rischia di ottenere l'effetto contrario. Un boomerang, pericoloso in tempi di elezione.

C.B.

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