Merate: il ricordo di Nikolajewka, ferita profonda nell’anima degli alpini ma esempio di senso del dovere e lealtà
Il ruolo degli alpini è fondamentale oggi quanto lo era 76 anni fa, quando migliaia di giovani persero la vita nel gelido inverno russo per conto della loro Patria. Da quel 26 gennaio 1943 sezioni come quella meratese contano gli anni e non rimuovono nemmeno un frammento di quello strazio. Fa parte della loro storia e della loro identità, ma in fondo è la storia di tutti noi italiani e spesso ce lo dimentichiamo. Per questo le celebrazioni per l'anniversario della battaglia di Nikolajewka, anno dopo anno, si fanno sempre più solenni e più sentite. Affinché il tempo passi senza corrodere la memoria. Il ricordo a Merate si è riacceso nella serata di venerdì 25 gennaio.
All'appuntamento in Piazza degli Eroi c'erano gagliardetti e labari alpini da tutta la provincia e anche da Monza. Dopo l'ammassamento con lo schieramento degli alpini di Lecco, hanno fatto seguito l'alzabandiera e l'intonazione dell'Inno di Mameli. Quindi due penne nere meratesi hanno riposto una corona d'alloro in omaggio ai Caduti, alla presenza delle autorità civili e militari mentre le note del Coro Stelutis di Brivio hanno chiuso l'ammassamento in piazza.
Don Luigi e Don Luca
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Al termine della funzione, dopo la toccante lettura della preghiera delle penne nere, accompagnata dal canto ''Alpini della Julia'' del Coro Stelutis, hanno avuto modo di intervenire anche alcune delle autorità presenti. Per primo ha preso la parola il sindaco meratese, Andrea Massironi, che ha sottolineato di come la commemorazione sia importante ''nei confronti dei giovani, che devono capire quale dono prezioso ma estremamente fragile sia la pace conquistata da quegli uomini''.
Il presidente della provincia Carlo Usuelli
Marco Magni
A.S.