Ospedale: tanti indizi di un’azione di logoramento crescente. Tra i casi più preoccupanti, Chirurgia Pediatrica e Oncologia
Da 36 si è scesi a 2 ore settimanali della persona che si occupava di problemi legati alle competenze stipendiali per i 600 dipendenti del Mandic contro le 252 dedicate ai colleghi del Manzoni.
Per due mesi il presidio meratese è rimasto senza assistente sociale tanto che le dimissioni protette sono state espletate dal personale infermieristico. Dopo il pensionamento del dr Vittorio Manganini che, di fatto, svolgeva principalmente la sua attività di urologo al terzo piano del Mandic, da due anni a questa parte il sostituto presta la sua attività per piccoli interventi con una sola seduta operatoria alla settimana, e nemmeno sempre, e con un ambulatorio.
Quattro ostetriche meratesi hanno partecipato al bando per la mobilità per l'ospedale di Vimercate. Dopo il pensionamento del dr. Marco Bernardi, che aveva fatto del Mandic un fiore all'occhiello per la chirurgia pediatrica, due medici si apprestano a lasciare il reparto: per una si potrebbe aprire, dopo un master, un nuovo percorso nella chirurgia legata ai tumori alla mammella mentre un'altra professionista pare abbia presentato domanda di aspettativa.
Dalla chirurgia di Merate, sebbene la situazione delle sedute operatorie sia migliorata rispetto alla riduzione estiva, tremano al pensiero che la "fuga" di anestesisti da Lecco (problema che si pone comunque a livello nazionale) nei prossimi mesi e l'incertezza che dalle liste dei concorsi non si riescano più a pescare tali figure, porti ad altri "scippi" a danno del Mandic.
I pensionamenti del personale di portineria sono stati rimpiazzati solamente dopo diversi mesi e in attesa di sostituzioni vere e proprie si è andati avanti con risorse di una cooperativa. Tra quest'anno e il prossimo sono previsti altre 3-4 messe a riposo e il problema tornerà dunque a ripetersi.
Non dimentichiamoci della riabilitazione cardiologica che avrebbe dovuto riaprire qualche anno fa dopo l'improvvisa chiusura mentre sono rimaste solo parole al vento.
Il 4 febbraio l'assessore al welfare aveva annunciato l'apertura del reparto di pneumologia con il trasferimento dei primi pazienti dall'Inrca di Casatenovo. Ma da quanto si apprende se i letti ci sono, non così il ... contorno. I tecnici di laboratorio e di radiologia si dice non siano stati implementati così come il personale ausiliario addetto al trasferimento dei pazienti da un letto all'altro.
Ma la tegola più grossa per il Mandic rischia di abbattersi sul reparto di oncologia. A fine anno, infatti, la dottoressa Silvia Villa responsabile del day hospital oncologico è andata in pensione. Al suo posto si pensava a una naturale successione con la dottoressa Stefania Dell'Oro che da anni è rimasta in servizio quotidiano a Merate. In realtà la nomina sarebbe ricaduta sulla dottoressa Isabella Vittimberga che da Lecco a Merate rischia di venirci ben poco con la conseguenza che la Dell'Oro avrebbe già presentato domanda per rientrare nel capoluogo, con un disagio anche per la medicina dove era disponibile per le notti. Così facendo se non sarà nominato un oncologo "stabile" i pazienti del presidio rischiano di incontrare un oncologo diverso a ogni seduta. Con tutti i disagi del caso che una malattia simile comporta.
Qualcosa del genere era successo per la nomina del direttore della struttura semplice di Endoscopia con una prima scelta caduta su un medico lecchese che avrebbe coordinato Merate standoci un paio di giorni la settimana e mortificando così i medici in servizio. Per fortuna sul filo di lana la delibera fu ritirata e si è proceduto a nominare un meratese a capo della struttura. Evidentemente quando non ci si guarda dentro, basta una distrazione, e il colpo va a segno.
S.V.