Calo delle nascite, Zagni: un dato fisiologico, quello di Merate è tra i migliori e più sicuri reparti di tutta la Lombardia, 21.mo in Italia
Un calo dei parti fisiologico, conseguenza di un processo inarrestabile di denatalità compensato solo in parte dall'afflusso crescente di stranieri, ha dato l'occasione, l'ennesima, per mettere sotto osservazione il reparto di Ostetricia-Ginecologia del San Leopoldo Mandic. Nulla di nuovo. Dopo Zanini si pensava che a dirigere il dipartimento dovesse essere Antonio Pellegrino, primario del reparto omologo del Manzoni, invece è stato nominato Roberto Bellù che di Zanini è il "discepolo" più rigoroso. E quindi al giornalista della Provincia di Lecco che lo interpellava, ingenuamente, per un parere sul calo delle nascite a Merate, anziché rispondere che si tratta di un fenomeno fisiologico si è fatto pensoso annunciando che saranno avviate verifiche approfondite al fine di meglio comprenderne le cause. Il gioco è sempre quello e certo al momento non è sulla direzione strategica aziendale che si può fare riferimento per una chiara presa di posizione. Anzi si dice che Paolo Favini abbia già definito il Manzoni un ospedale Hub - definizione che vale per i bacini di 1,5 milioni di abitanti - mentre il Mandic sarebbe una sorta di "muletto". Dovrà ricredersi se intende trascorrere con relativa tranquillità i prossimi anni.
Motivo ispiratore della nostra filosofia assistenziale è sempre stato, ed è tutt'oggi, il rispetto assoluto del principio di autodeterminazione della donna e quindi della sua scelta riguardo il tipo di parto: dal parto naturale al taglio cesareo per volontà della paziente stessa. La sicurezza ed il benessere della donna e del neonato sono sempre stati al centro del nostro operare, senza che subissimo gli influssi delle mode o le spinte "naturiste" prive peraltro, di ogni fondamento scientifico.
Sarebbe utile. Ma al contrario l'allora capo dipartimento Rinaldo Zanini si è sempre adoperato per ridimensionare il reparto, mi verrebbe da dire per distruggerlo. Perciò, alla luce anche di questa considerazione diventa ancor più rilevante il risultato ottenuto nel 2018. Risultato ottenuto solo con il grande impegno e la professionalità degli operatori. Dell'assoluta ed evidente volontà del Dipartimento e della Amministrazione di non sostenere il Reparto è emblematica la mia vicenda personale e quella del dottor Gregorio Del Boca. Io, primario dell'Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia di Merate per 20 anni, posso accedere al Reparto solo in qualità di visitatore. Non solo mi è stato impedito di espletare, a titolo gratuito, la mia consulenza - cosa invece possibile ai miei colleghi dottor Legori e Polizzotti a Vimercate, dottor Meregalli e Fiorilli a Carate.. e ad altri colleghi in tanti altri Ospedali della medesima Regione Lombardia - ma non posso nemmeno accedere liberamente in qualità di osservatore semplice in Sala operatoria se non con permesso mensile previamente concordato con la Direzione Medica! Sulla vicenda del dottor Del Boca, che si concluderà a febbraio, è stata evidente la volontà della Dirigenza non sostenendo chi si è speso gratuitamente e senza interessi personali per consentire alle pazienti di non soggiornare mesi nelle liste d'attesa ed evitare loro di riferirsi alla sanità privata per vedere riconosciuto il proprio diritto alla salute.
Il tasso dei tagli cesarei è incontestabilmente sopra la media nazionale. Ma come tutti i dati numerici vanno interpretati alla luce delle ragioni che li producono. Oltre il 30% dei tagli cesarei a Merate vengono eseguiti alle pazienti che si riferiscono alla nostra Divisione per la possibilità di effettuarlo per loro richiesta. Molto spesso giungono da storie ostetriche che hanno segnato il loro benessere psico-fisico e messo in pericolo i propri feti per l'ostinazione di Centri che perseguono fino all'eccesso il parto vaginale. E' una scelta che in tale condizione assolutamente condividiamo, rispettiamo e che ogni medico dovrebbe approvare. In altre condizioni pur non condividendo la richiesta della paziente la assecondiamo dopo una doverosa informazione sul rapporto rischio beneficio. Il riferirsi a Merate per eseguire il "cesareo" da parte della pazienti non proviene unicamente dal fatto che il Mandic sia uno dei pochi Ospedali che lo accetti "su volontà della donna" ma anche dal fatto che sanno che verrà eseguito lege artis e con pochissima morbilità (dati AGENAS). Purtroppo la mala-informazione identifica il Reparto come "il luogo dei TC": questo è assolutamente falso perché le donne che volessero partorire per via vaginale trovano da noi un ambiente adatto e sicuro per perseguire tale modalità di espletamento del parto che rappresenta anche per noi il primo obiettivo, chiaramente non a scapito della sicurezza del benessere di madre-feto.
Verissimo. Vorrei approfittare della circostanza proprio per ricordare alle donne del bacino che tra le centinaia di Divisioni ginecologiche italiane il nostro Reparto nella classifica dei migliori Centri di Chirurgia Ginecologica occupa il XXI posto. Unico in Italia tra gli ospedali medio-piccoli ad aver raggiunto tale obiettivo. Viviamo in un mondo informatizzato per cui basta digitare in Google "I migliori ospedali in Italia per isterectomia" e lo troverete al XXI posto! Tale obiettivo è stato reso possibile anche grazie ad una lunga tradizione: negli anni '90 siamo stati i primi in Italia a praticare l'Isterectomia totalmente laparoscopica. E' MOLTO TRISTE che tutto questo impegno, passione e professionalità vengano in un attimo infangate da notizie di giornale. Questi articoli fanno danno non tanto agli operatori quanto alle pazienti, minando la fiducia in un reparto nel quale vengono curate con assoluta competenza e dedizione.
La realtà è tutt'altra da quella che il dottor Bellù vorrebbe far credere. Ce la spiega Roberto Zagni, per vent'anni primario del reparto meratese, dal quale mesi fa fu allontanato in malo modo mentre espletava a titolo del tutto gratuito la sua consulenza.
Il dr. Roberto Zagni
Dottor Zagni, un passo indietro, com'era la situazione negli anni novanta?
Quando giungemmo a Merate nel 1995-1996 storicamente il numero dei parti non aveva mai superato i 500 l'anno. Demmo impulso alle ecografie, alla diagnosi prenatale e, grazie all'anestesista dottor Montanari, alla Partoanalgesia. A quel tempo nessun ospedale limitrofo aveva sposato tale metodica. Negli anni il trend dei parti fu in costante aumento fino a raggiungere nel 2008-2009 il numero di 1200 l'anno. Fummo favoriti dalla diversa natalità e dal grande aumento del fenomeno immigratorio.
Qual è stata e qual è tuttora la "filosofia" operativa del reparto?
Dal punto di vista della sicurezza il Mandic è tra i presidi più affidabili di Lombardia vero?
Certo! E' stato di grande conforto e consolazione scorrere i dati di A.G.E.N.A.S. (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) che si occupa di rilevare gli esiti materni e fetali E' emerso, infatti, che nel 2017 la Sala Parto del Mandic è tra le più sicure di tutta la Lombardia. Non avrebbe potuto esserci più valida conferma della qualità ed appropriatezza del nostro operare Per quanto riguarda il numero dei parti, si stima che in Lombardia nel 2018 ci siano state 15.000 nascite in meno. E' evidente che i reparti medio-piccoli siano maggiormente esposti a subire questa drammatica crisi.
Come si diceva prima, quindi. Il calo delle nascite è un fenomeno fisiologico non certo causato dalla presunta maggiore attrattività di altri ospedali, come lascia intendere il dottor Bellù.
Infatti, basterebbe leggere i dati: gli ospedali delle nostre dimensioni, che si attestavano in passato sui 1000 parti/anno, hanno chiuso il 2017 con 6-700 nascite, in piena linea con il nostro reparto. Quindi le notizie apparse sui giornali con toni apocalittici rivelano solo la superficialità ed il pressapochismo della mala-informazione. Avere raggiunto 632 parti è da considerare, per questi tempi, UN OTTIMO RISULTATO!
Tuttavia si può sempre fare meglio e di più.
Certamente ma le condizioni per raggiungere tale risultato non sono governabili da noi... e alludo alla Partoanalgesia H 24, alla viabilità (raggiungere l'Ospedale di Merate soprattutto per le pazienti disagiate è veramente difficile...e a tale situazione cronica si aggiunta la chiusura del Ponte di Paderno.. tante pazienti giungevano a noi dal territorio bergamasco..), la necessità di implementazione della guardia anestesiologica H 24 (dalle 20,00 è presente un solo anestesista per fare fronte a tutte le urgenze-emergenze dell'intero nosocomio), organici ridotti per lungo periodo (solo 6 ginecologi + il primario hanno dovuto far fronte a tutte le attività ambulatoriali, di Sala parto e di Sala operatoria.. non credo vi sia in Italia un reparto di analoghe proporzioni che possa contare su un organico così esiguo..), carenze tecnologiche (abbiamo un solo ecografo che soddisfi i requisiti per effettuare esame secondo standard S.I.E.O.G Società Italiana Ecografia Ostetrica Ginecologica) ecc.ecc.
L'attuale primario dr. Gregorio Del Boca
Sarebbe utile anche un maggior sostegno da parte della struttura dipartimentale e del suo direttore.
Veniamo alla questione dei tagli cesarei, di cui tanto si è parlato in passato.
Luogo "adatto e sicuro". Infatti c'è un altro dato statistico che rafforza l'assoluta eccellenza del reparto di Ostetricia-Ginecologia del Mandic, tale da assicurare alle partorienti che qui, a Merate, trovano un'assistenza tra le migliori di tutta Italia.
Claudio Brambilla