Retesalute: tre osservazioni allo statuto e ricomincia il valzer delle scadenze. Chiesto un incontro col notaio, tempi stretti

Quello di ieri avrebbe dovuto essere, secondo il cronoprogramma, un passaggio formale per l'acquisizione delle eventuali osservazioni alle modifiche introdotte allo statuto, e già illustrate nella precedente assemblea, per arrivare poi il 17 all'approvazione dei testi preliminari.

Fabio Crippa, Andrea Massironi e Alessandro Salvioni


In realtà si è trattato dell'ennesimo tentativo di allungare i tempi per non far procedere in maniera snella e decisa il piano di rilancio dell'azienda speciale Retesalute.
Iniziata poco prima delle 19 nella sede consigliare del comune di Casatenovo, l'assise ha proceduto con l'approvazione del primo regolamento dell'azienda, quello economico finanziario, steso dopo una serie di incontri con i responsabili di servizio che ne hanno aiutato la comprensione e facilitato le richieste.
Il secondo punto è stato introdotto dalla direttrice dell'ente dottoressa Simona Milani che ha ripercorso nuovamente tutti i passaggi necessari per arrivare entro metà marzo 2019 alla firma davanti al notaio. Un cronoprogramma in realtà già noto e approvato da tutti ma che, ieri sera, è stato nuovamente messo in discussione dalla medesima fronda che, nell'assemblea di novembre aveva presentato in assemblea, all'insaputa di buona parte dei soci, un documento nel quale chiedeva una serie di nuovi step, dilazionando all'infinito il processo, urgente e improcrastinabile come non mai.

Il 17 dicembre il calendario prevede l'approvazione di tre distinte delibere relative al recesso della provincia, ai nuovi ingressi e all'aumento di capitale nel triennio. Successivamente ognuno dei 23 comuni soci entro il 15 gennaio in consiglio gli atti usciti dall'assemblea del 17 dicembre e nel frattempo entro il 31 dicembre il notaio dovrà ricevere lo statuto con le modifiche apportate. Entro il 20 gennaio Retesalute deve ricevere le delibere, trasmetterle al notaio che entro il 28 fornirà la forma corretta dello statuto. Entro il 5 marzo i comuni, che nel frattempo saranno tornati in consiglio, dovranno far avere le delibere approvate e il 15 marzo ci sarà la firma dell'atto. Ieri sera il direttore Simona Milani ha comunicato che tre soci, nella fattispecie Osnago, Robbiate, Sirtori, hanno protocollato una serie di osservazioni che ora necessitano di essere visionate e discusse. E la data del 17 richiede per forza di cose uno sforzo ulteriore per tutti per arrivare per tempo. Prima a sollevare obiezioni Adele Gatti di Airuno che, stando ai "conti" fatti in comune con i responsabili, per rispettare la data del 15 gennaio è necessario avere le delibere, votate il 17, entro il 21 dicembre. "Noi corriamo però entro il 21 dovete darci tutto" ha concluso perentoria la sindaca di Airuno. "Il 17 decidiamo su una cosa che ci arriva quando?" ha ribattuto da parte sua Renato Ghezzi formulando una proposta, probabilmente già nota ai più, "mettiamo insieme al notaio un gruppo di lavoro che faccia una sgrossatura degli emendamenti. Ponderiamo bene le scelte politiche e anche quelle giuridiche". "Nessuno mette in discussione la data del 28 gennaio" ha messo le mani avanti Paolo Brivio "il problema è quello del metodo con cui si raggiunge la sintesi finale che deve essere condivisa. Troviamo il modo di usare questi 20 giorni che abbiamo affinchè il soggetto che sia il più rappresentativo possibile possa tirare le fila delle osservazioni proposte e consentire al notaio di fare le valutazioni tecniche; non è una manovra dilatoria ma una manovra per giungere alla migliore sintesi politica" ha tenuto a puntualizzare rivolgendosi al "pubblico".

Paolo Brivio, Adele Gatti, Alessandro Origo (Verderio), Renzo Rotta (Paderno)

E' a questo punto che è arrivata la proposta di Adele Gatti di "fare un incontro con il notaio per avere alcune delucidazioni su alcuni passaggi oppure l'altra proposta, nel giro pochi giorni, che queste osservazioni vengano guardate da un gruppo di 4/5 persone e poi serve un passaggio con un'assemblea preparatoria per decidere se questi emendamenti s'hanno da fare. Per me il 17 è un po' stretto". Tra gli autori delle osservazioni pervenute il sindaco Daniele Villa di Robbiate che ha puntualizzato come le sue osservazioni non siano solo di carattere tecnico ma anche politico e quindi non delegabili alla discussione a un gruppo di lavoro ma condivise dell'assemblea. "Una sintesi delle istanze politiche la può fare solo l'assemblea" si è inserito Fabio Crippa di Casatenovo "Bisogna chiarire bene la funzione del gruppo di lavoro, andiamo alla determinazione di quale sia la funzione di questo gruppo, gli diamo il mandato. E una volta chiarito definiamo la composizione tenendo conto che l'ufficio di presidenza ha il ruolo di rappresentanza". "La mia opinione molto personale" ha detto la sua invece Renato Ghezzi "mettiamo lì insieme al notaio un gruppo che fanno una sgrossatura e poi il notaio vede tutti. Ce la facciamo entro il 28 gennaio. Ponderiamo bene le scelte politiche e anche quelle giuridiche". La necessità di un confronto con il notaio è stata avanzata da Stefano Motta di Calco, proposta sposata anche da Stefano Fumagalli di Lomagna che ha invitato il presidente Salvioni a verificare la possibilità di una presenza la sera stessa del 17. "Ci deve essere un documento o dei punti chiari che devono essere oggetto di riflessione con il notaio" ha precisato Salvioni. "Sarà dura che riusciamo a fare un ulteriore passaggio con il notaio prima della fine dell'anno" ha detto Brivio "forse lo strumento del gruppo di lavoro ragiona con maggiore agilità e riesce a fare una sintesi". 

Dal fondo della sala è intervenuto Filippo Galbiati di Casatenovo che ha tentato una sintesi per chiarire i punti e i passaggi da fare. "Entro il 28 gennaio l'assemblea approva formalmente lo statuto. Da lì andando a ritroso, l'assemblea del 17 è concepita come assemblea in cui si danno gli indirizzi al cda e quindi al notaio entro il 31; si fa una sintesi in plenaria in assemblea sulle proposte di tre comuni. Se da quella sintesi che facciamo tutti assieme il 17, un gruppo di sindaci vuole affiancare il notaio e il cda nella stesura e nel dettaglio, non è un problema. Ma quel gruppo di sindaci deve avere un incarico dalla assemblea".

Renato Ghezzi, Stefano Motta e Davide Maggioni


"Al di là del tipo di osservazione, il 17 abbiamo la possibilità di queste problematiche per vedere se riusciamo a fare una sintesi da portare direttamente dal notaio e si può provare a invitare il notaio in quella sede" ha tentato di stringere le fila il sindaco Andrea Massironi.

"Io non immagino di arrivare il 28 con uno statuto condiviso" ha concluso Motta "perchè se immaginassimo questo dovremmo fare almeno una condivisione con votazione preventiva, se non addirittura due. Per arrivare a uno statuto già condiviso e blindato ci vuole una riunione prima dove alziamo la mano articolo per articolo. Questo lavoro o lo fa l'assemblea o la commissione ma poi è sempre l'assemblea che deve recepire il lavoro della commissione. Dobbiamo metterci una riunione dove votiamo le varie cose perchè altrimenti subentra un problema di carattere sistematico per il notaio e se non facciamo questo lavoro non approviamo nulla".

Ci è voluta un'ora e quaranta minuti per arrivare a stabilire che dall'assemblea del 17 dovranno uscire le linee guida, dal 7 al 14 gennaio sarà dato spazio ai segretari comunali per incontrarsi e dal 14 al 28 dello stesso mese il notaio avrà il tempo per fare le verifiche formali e giuridiche e prepararsi all'atto del 15 marzo.
S.V.
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