Retesalute: con una serie di emendamenti, Brivio, Maggioni e Villa bloccano il nuovo statuto. Lunedì la conta se passano l’ASP chiude. E il servizio ai cittadini torna indietro di 20 anni

Ci eravamo illusi che la partita fosse terminata. Invece dietro le quinte i "sabotatori" di Retesalute erano ancora al lavoro e ieri sera, puntuali come le tasse, mezzora prima della seduta dell'assemblea dei soci svoltasi a Casatenovo, hanno presentato una serie di emendamenti, alcuni anche surreali, che hanno l'evidente scopo di impedire l'approvazione del nuovo statuto entro fine anno e far saltare così l'Azienda speciale pubblica. I nomi? Sempre gli stessi: Paolo Brivio di Osnago, Davide Maggioni di Sirtori, Daniele Villa di Robbiate con l'appoggio esterno di Stefano Motta di Calco, Adele Gatti di Airuno e Renato Ghezzi di Viganò. Quest'ultimo autore della richiesta, molto democratica, di tenere le assemblee a porte chiuse. Ma ci rendiamo conto di chi siede nell'assemblea di un'azienda che si occupa di servizi alle persone bisognose? Uno come Ghezzi che chiede le porte chiuse di un'azienda al 100% pubblica. Siamo al delirio.

Dall'alto in senso orario: Paolo Brivio, Adele Gatti, Davide Maggioni, Daniele Villa, Stefano Motta, Renato Ghezzi


Qui non entriamo in tecnicismi, racconteremo più avanti gli emendamenti. Qui ci limitiamo, in vista dell'assemblea di lunedì 17 durante la quale si metteranno ai voti gli emendamenti, a una considerazione di fondo che ha due sole soluzioni:

1)    Gli emendamenti vengono tutti respinti e allora i comuni che li hanno presentati dovranno per serietà chiedere il recesso da Retesalute a andare con il "Consorzio di cooperative Impresa sociale" di Lecco, voluto dal PD, la cui struttura organizzativa e statutale è stata criticato aspramente addirittura dall'Associazione Comuni d'Italia (ANCI)

2)    Gli emendamenti passano e allora i grandi comuni come Merate e Casatenovo, con al seguito Olgiate, Brivio, Lomagna, Cernusco ed altri non rinnoveranno il conferimento dei servizi a Retesalute di fatto uscendo dall'azienda per andare a costituirne un'altra con i comuni che spingono per entrare, 4 dell'oggionese, 9 del caratese e ora, probabilmente anche Calolziocorte.

Nell'uno e nell'altro caso per i cittadini di Osnago, Sirtori, Robbiate e quanti si schiereranno sulle loro posizioni sarà come tornare indietro di 20 anni nella disponibilità di assistenza sociale.

Lo sappiano bene i cittadini e gli elettori di questi comuni.

Claudio Brambilla
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