Mandic: quasi due ore in attesa per fare un prelievo. Un meratese: come nel 3° mondo

Foto d'archivio
Stando a quanto raccontato da un cittadino di Merate, ieri (mercoledì 12 dicembre) chi si è recato al centro prelievi e prenotazioni del Mandic non deve essersela passata troppo bene. Il signore con cui abbiamo parlato, un 64enne, ha infatti riportato i dettagli di quella che per lui e per decine di altri utenti dell'ospedale meratese è stata una vera e propria odissea. Arrivato davanti ai monitor per accodarsi alle già numerose persone in attesa intorno alle 9, è riuscito ad effettuare il suo prelievo solamente due ore dopo nonostante il suo turno, secondo il tagliandino che si era procurato con non poca fatica, doveva essere alle 9.56. ''Era meglio se andavo in Afghanistan a fare un prelievo'' ha commentato ironico e ancora turbato da quanto vissuto in mattinata. ''Sono riuscito a farmi fare il prelievo, un semplice controllo annuale per le cardiopatie, solo dopo le 10.45. Probabilmente dev'essere andato in tilt qualcosa nei computer''.

Il protagonista di questa disavventura, tuttavia, non ha avuto modo di sapere da che cosa fosse scaturito veramente tutto quel ritardo. ''Ho preferito non disturbare il personale agli sportelli, di sicuro non c'entravano nulla'' ha proseguito. ''Eravamo in tanti in sala d'attesa, ma nessuno ha davvero capito che cosa stesse succedendo. Tutti quanti si lamentavano, ma nessuno che sia venuto a chiarire la situazione. Non uno straccio di responsabile che sia venuto lì a dire 'scusate, c'è stato un problema con l'algoritmo'. Nessuno''. Effettuato il prelievo, il meratese si è subito diretto al centro informazioni all'ingresso dell'ospedale. ''Ho chiesto subito di avere un modulo per i reclami'' ha spiegato. ''La signora che era lì ha detto che in tanti hanno voluto compilarne uno. Io non sono stato a rispondere a tutto il quiz, ho scritto solo 'vergogna, questo non è nemmeno il terzo mondo perché là è meglio''. Ancora un po' seccato dall'assurda vicenda vissuta in prima persona, il 64enne non ha nascosto le perplessità rispetto all'operato di chi gestisce ''dall'alto'' il sistema sanitario. ''Quarant'anni fa non si compilavano i moduli, si andava direttamente a prendere i responsabili'' ha commentato. ''Ad ogni modo, quando in un'azienda privata le cose vengono fatte male, chi sbaglia viene mandato a casa. Questo deve succedere a maggior ragione in un'azienda pubblica, dove a pagare sono i cittadini''.
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