Ponte: la struttura conservata in una teca di vetro temprato come al museo. Un’idea ''per la pace'' dell’ingegner De Cani

E se anche il Ponte San Michele, proprio come una preziosa opera d'arte di un museo, venisse conservato all'interno di una teca in vetro? L'idea arriva direttamente dal meratese, anzi più precisamente da La Valletta Brianza dove ha sede lo studio dell'ingegner Giorgio De Cani. Per chi non lo ricordasse, è lo stesso che qualche mese fa propose con il suo team un'alternativa al progetto che Renzo Piano avanzò per ricostruire il Ponte Morandi di Genova (CLICCA QUI). Secondo l'ingegnere brianzolo andrebbero innalzati 43 piloni e costruito un contorno all'asse stradale dalla forma ondulata, che possa essere efficace oltre che esteticamente anche strutturalmente.

L'ing. Giorgio De Cani e l'architetto Angelo Terenzio Valentino con in mano il progetto del Ponte Morandi

Ma per l'ing. De Cani e i suoi collaboratori, che sono peraltro ancora in attesa di una risposta dal commissario, nonché sindaco del capoluogo ligure Marco Bucci, anche la chiusura del San Michele datata 14 settembre 2018 ha rappresentato  uno stimolo per ragionare e mettere in pratica tutta l'esperienza acquisita in anni di professione.
''E' chiaro che, dopo quanto accaduto a Genova, anche gli eventi di quest'estate attorno al Ponte di Paderno hanno richiamato molto la mia attenzione, trovandosi peraltro sul territorio in cui sono nato'' ha commentato l'ing. De Cani, originario di Olgiate. ''Entro la metà di gennaio andremo a proporre un intervento sul San Michele, mantenendo intatta l'architettura del passato e facendo un qualcosa che sia rispettoso e allo stesso tempo riqualificante della sua parte strutturale ed estetica''. Il progetto, ancora in fase di elaborazione, prevede quindi l'applicazione di grandi placche di cristallo sui piloni e sulla parte superiore.
''Chiuderemo il Ponte in una teca, esattamente come si conserva un'opera d'arte al museo'' ha proseguito l'ingegnere. ''Come tecnologo vedo benissimo questa operazione. Costruiremo un'armatura di sostegno senza violentare visivamente l'opera. Sarà applicato, dunque, un telaio in vetro, con delle pile extrachiare invisibili, un'ossatura che aiuta sia la struttura del Ponte ad essere più resistente, ma anche più longeva''.

Il Ponte San Michele

Nei piani dell'ingegnere di La Valletta, che ci sta lavorando con i suoi collaboratori più stretti, ovvero gli architetti Tiziano Corti di Calco e Angelo Terenzio Valentino di Milano e il renderista Giacomo Furian di Bernareggio, c'è dunque l'intenzione di rivestire anzitutto i piloni del ponte con delle lastre di vetro temprato chimicamente che possano assistere la struttura preesistente a scaricare il peso. ''Ad oggi infatti disponiamo di tecnologie molto moderne che ci permettono di utilizzare anche materiali vetrosi, che non sono estremamente costosi ma decisamente più resistenti del cemento e più longevi dell'acciaio, ad esempio'' ha proseguito. ''Andremo quindi a sgravare in questo modo i carichi del ponte, creando dei nuovi basamenti. Anche l'arcata sarà ricoperta. Quindi si riqualificherà anche la parte superiore, innalzando con una struttura sottile l'asse stradale e creando quindi una parte sottostante completamente dedicata alla comunità, per la fruizione del Ponte''.
Nel progetto che a breve verrà dato alla luce dall'ing. De Cani e gli altri professionisti del suo studio, è previsto anche di sopraelevare la strada (che sarebbe perfino a doppia corsia) per lasciare più spazio tra questa e l'asse ferroviario a pedoni e ciclisti. ''Il messaggio fondamentale che vogliamo trasmettere è che queste infrastrutture devono riuscire ad avvicinarsi ai sentieri delle persone'' ha spiegato l'ing. De Cani. ''Non sappiamo se un progetto di questo calibro potrà mai essere realizzato, essendo l'Italia un paese ad oggi privo di risorse. Se fossimo in Germania o altrove sarebbe sicuramente più semplice. Ma in ogni caso, dobbiamo iniziare a pensare a queste strutture non più come luoghi freddi, anche se il Ponte per la sua conformazione lo è molto meno di altre, ma il più possibile vicine alle persone''.

La prima ruspa sul San Michele sulla sponda di Paderno (lunedì 10 dicembre)

Un intervento che l'ingegner De Cani vorrebbe fosse il più impercettibile possibile. ''Tutto ciò che si sviluppa verso l'alto secondo me è già una violenza nei confronti di ciò che Dio ha creato. Infatti apprezzo il fatto che il San Michele sia un ponte romanico, con i piloni che vanno verso terra. La proposta è quindi di fare una teca a cielo aperto che riqualifichi strutturalmente e conservi la strutture nel rispetto di tutti''.
Un ponte definito dall'ingegnere ''della pace''. Chi spera che presto venga trovato un modo efficace per riaprire il Ponte in sicurezza (anche se ormai è assodato che ci vorranno almeno due anni prima di vederci transitare treni e automobili), attenderà dunque la metà di gennaio, quando il progetto dell'ing. De Cani sarà pronto.
A.S.
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