Smog da polveri sottili: due soli superamenti a novembre ma la media resta la più alta della provincia. Città già fuori legge

Solitamente è un mese nero. Quest'anno, invece, novembre è trascorso quasi ignorando il dramma delle polveri sottili che dilagano in coincidenza con l'accensione degli impianti di riscaldamento. Sparito l'ozono da ormai due mesi sono le PM 10 a fare paura, soprattutto nel meratese che spesso fa registrare punte superiori alle zone più inquinate di Milano città e della provincia. Il PM (particulate matter) può avere origine sia da fenomeni naturali (processi di erosione del suolo, incendi boschivi, dispersione di pollini, ecc.) sia da attività antropiche, in particolar modo dai processi di combustione e dal traffico veicolare (particolato primario). Esiste, inoltre, un particolato di origine secondaria che si genera in atmosfera per reazione di altri inquinanti come gli ossidi di azoto (NOx), il biossido di zolfo (SO2), l'ammoniaca (NH3) ed i Composti Organici Volatili (COV), per formare solfati, nitrati e sali di ammonio.
Gli studi epidemiologici hanno mostrato una correlazione tra le concentrazioni di polveri in aria e la manifestazione di malattie croniche alle vie respiratorie, in particolare asma, bronchiti, enfisemi. A livello di effetti indiretti inoltre il particolato agisce da veicolo per sostanze ad elevata tossicità, quali ad esempio gli idrocarburi policiclici aromatici ed alcuni elementi in tracce (As, Cd, Ni, Pb).

Il limite di legge è fissato in 50 microgrammi per metro cubo d'aria come valore massimo giornaliero da non superare per più di 35 volte l'anno. Inoltre la media annua non può andare oltre i 40 microgrammi per metro cubo.

Diciamo subito che le avvisaglie di un ritorno all'inquinamento ai massimi livelli si è avuto proprio l'ultimo giorno di novembre. Il 30 infatti le centraline di Merate, Lecco Amendola, Lecco Sora, Valmadrera, Barzanò, Oggiono e Calolzio hanno fatto segnare tutte sforamenti con punte anche elevate come a Lecco via Amendola (76 mµ/mc).

Ma vediamo come di consueto la situazione per aree geografiche della provincia.

LECCHESE: Le medie del mese di Pm 10 sono basse: 24,6 a Lecco via Amendola - 18,5 a Lecco via Sora - 22,4 a Valmadrera - 9,2 a Moggio. Un quadro dunque positivo. Che però si è incrinato verso la fine di novembre. Il 29 e 30 due superamenti in via Amendola (57 e 76), il 30 uno in via Sora (69) e uno a Valmadrera (58). Dall'inizio dell'anno il limite di 50 mµ/mc è stato superato 17 volte in via Amendola, 17 in via Sora, 16 a Valmadrera, una sola volta a Moggio. Calolziocorte ha fatto registrare una media nel periodo di 19 con un solo superamento il giorno 30 (51). Decisamente migliore l'aria a Mandello, almeno sul fronte delle polveri sottili. Una media di 12,8 e nessun superamento né a novembre né dall'inizio dell'anno.

CASATESE/OGGIONESE: Anche qui i valori medi sono molto contenuti con 23,7 a Casatenovo - 23,7 a Barzanò - 20,2 a Oggiono - 23 a Missaglia. Ma l'ultimo giorno del mese ha fatto registrare una crescita preoccupante di polveri sottili. Casatenovo e Missaglia sono rimasti sotto la soglia 50 (47 e 48), Barzanò e Oggiono invece sono andati oltre, rispettivamente 51 e 62 mµ/mc.

MERATESE: Storicamente è l'area più colpita dalle Pm 10, spesso con punte di 6-8 volte superiori al limite consentito dalla legge. E in effetti anche novembre, pur non mostrando dati drammatici, conferma che è proprio la zona sud della provincia ad essere maggiormente afflitta da questo pericoloso inquinante. La media del mese, infatti, è stata di 33,7 la più alta tra tutte le aree prese in esame. I superamenti sono stati due: il giorno 22 con 53 e il giorno 30 con 59. Con questi due, il numero complessivo di volte che la centralina ha fatto segnare un dato medio giornaliero oltre 50 sono state ben 45, dieci giornate in più del massimo tollerato dalle norme. E il peggio deve ancora venire con un dicembre che si preannuncia particolarmente inquinato.

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