Merate: Maurizio Vandelli in centro parla di Love&Peace il cd antologia con Shapiro

Dopo 50 anni sono riusciti a mettere da parte un po’ di orgoglio, grattar via quella ruggine che non li ha mai fatti andare troppo d’accordo. Più che nemici, il loro era un gioco dei ruoli. All’epoca, infatti, Maurizio Vandelli e Shel Shapiro erano due tra i più importanti ''pezzi grossi'' della musica italiana, front-men nelle rispettive band, e non potevano certo scambiarsi mazzi di rose.

Mezzo secolo dopo quell’ineguagliabile '68, però, i due sono tornati in sala d’incisione e sul palco con lo stesso stile irriverente e ribelle di allora, soverchiando quelle logiche e invertendo completamente rotta. Insieme. Anche per questo il loro CD, una raccolta di 13 (13!) tra i brani più rappresentativi dell’epoca e della band dell’uno e dell’altro (gli indimenticabili ''Equipe 84'' e i ''The Rokes''), si chiama Love&Peace, anziché il contrario come si usava dire nel '68.

Forse gli appassionati avrebbero preferito saperlo prima, magari per chiedergli un autografo o una battuta, ma Vandelli si è intrattenuto per un po’ dopo pranzo domenica 25 novembre al Miki bar di Merate, viale Lombardia angolo Piazza degli Eroi. Nessun incontro ''ufficiale'', solo un caffè tra amici. E soprattutto niente di promozionale. Per quello, ha spiegato, ''sono quattro mesi che i giornali ne parlano''.

Vandelli e Shapiro quando erano ''rivali''

E allora ne parliamo anche noi, non fosse altro che Vandelli abita poco lontano da Merate (nonostante sia originario di Modena) ed sia stato uno che nel '67 incideva a Milano brani come ''29 settembre'' (originariamente scritta da Mogol per Battisti) con registratori 8 piste come solo i The Beatles all’epoca facevano ad Abbey Road. A dicembre incomincerà il loro tour, Vandelli e Shapiro, roba da far venire i complessi ai loro fan più conservatori. Prima Firenze, poi Roma, Torino, Bologna e il prossimo 29 gennaio anche a Milano. Per chi volesse tornare a respirare quell’atmosfera e vivere le emozioni che si vivevano in quei concerti, qualche posto c’è ancora.
A.S.
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