Valletta: il ricordo dei caduti della Grande Guerra, il 'monumento' si fa... di carta

Le celebrazioni della fine della prima guerra mondiale hanno toccato anche i Comuni di La Valletta Brianza e Santa Maria Hoè. Nella giornata odierna, durante la messa mattutina a suffragio dei Caduti di tutte le guerre don Paolo Brambilla ha richiamato il messaggio di Papa Benedetto XV, che nell'agosto 1917 in pieno conflitto si rivolse ai capi dei popoli belligeranti. Invitò a cessare il fuoco in quella che definì "un'inutile strage".

 «Pensiamo al concetto di "confine" quanto sia stato decisivo nella prima guerra mondiale. Oggi vediamo, grazie all'Unione europea, un lungo periodo di pace, ma tutto questo lo si sta mettendo in discussione. Che nel nostro cuore non si ergano questi muri. Le guerre nascono prima di tutto dal nostro pensare. Occorre percepire il debito d'amore nei confronti dell'altro» ha esortato don Paolo durante l'omelia. Un messaggio di accoglienza come antidoto alle violenze ribadito con forza più volte ai fedeli. «La partecipazione di tutte le genti alla salvezza viene affermata già nell'Antico Testamento - ha spiegato il sacerdote - La tentazione, la fatica della prima Chiesa e dei primi discepoli è stata di accettare l'avvicinamento e la conversione dei pagani».

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Una propensione che è naturale per la nostra cultura, secondo il parroco, ma non per questo da perseguire. «È un atteggiamento spontaneo nel nostro cuore. In genere noi siamo troppo pochi e loro sono sempre troppi. Vale l'assunto: "Io sono mio". Ma il Vangelo ci insegna che "noi siamo suoi"» ha però precisato don Luca. «Il cristiano è invitato ad uscire da sé. L'estasi mistica ha proprio questo significato. Chi non vive un eccesso di Amore come fa a incontrare Dio? - si è domandato il prete - Soltanto chi va oltre riesce ad entrare nel Regno, a partecipare veramente al banchetto delle Nozze».

Ha quindi ricordato che un tempo i nonni e i genitori educavano i figli a portare qualcosa da mangiare ai più poveri, insegnavano a non pretendere nulla come contraccambio. Ha poi invitato a riscoprire questi valori che sembrano non appartenere più al sentire comune. Durante la funzione liturgica il coro alpino "Stelutis" di Brivio ha intonato i canti religiosi e del proprio repertorio. Presenti anche i sindaci dei due Comuni, una rappresentanza dei carabinieri, la Polizia locale, il Gruppo Alpini "Monte San Genesio", la Protezione civile. Al termine della messa, di fronte al Monumento ai Caduti è stata deposta la corona d'alloro, con la benedizione dal sacerdote.

Il capogruppo delle penne nere Carlo Brambilla mostra la ricerca dei "suoi" alpini

Il Corpo Musicale di Airuno ha suonato i tradizionali brani che ricorrono per il 4 novembre: La leggenda del Piave, Il Silenzio, l'Inno di Mameli. I bambini della classe V della scuola primaria di via Veneto hanno cantato i testi di queste canzoni accompagnati dalla banda. La presidente dell'Unione della Valletta Roberta Trabucchi ha ricordato la vicenda del Milite Ignoto, la dolorosa scelta della madre di un caduto disperso di scegliere tra diverse bare quella che sarebbe stata posta all'Altare della Patria. Un passo della Storia di questo Paese che ha unito la cittadinanza, accompagnando la salma in un lungo viaggio fino a Roma. Gli alpini del Monte San Genesio hanno illustrato i risultati della ricerca storica sui Caduti durante la Grande guerra. In occasione del centenario dalla fine del conflitto, quattro volontari ricercatori (Flaviano Ciceri, Camillo Lavelli, Francesco Riva e Massimo Scaccabarozzi) hanno esaminato gli Albi d'oro comunali e poi l'archivio di Stato di Como per restituire ai propri concittadini un "Monumento ai Caduti" su carta, che riporta l'elenco dei soldati morti o dispersi.

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«Attraverso questa ricerca, nome e cognome si trasformano in una persona, in un compaesano che ha sacrificato la propria vita per la Patria» ha dichiarato Flaviano Ciceri. I ricercatori hanno potuto accedere alla documentazione personale dei soldati, che indica particolari sulla condizione delle cause della morte, che fanno riflettere ancor meglio sui sacrifici che hanno dovuto sopportare. Gli alunni dell'Istituto Comprensivo saranno coinvolti in questa ricerca andando ad associare le foto dei soldati ai loro nomi, in modo da avvicinare le nuove generazioni a un pezzo di Storia che parla ancora oggi.
M.P.
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