Ponte:il comitato riunito a Brivio, chiamati in causa avvocati e ingegneri. Airoldi: RFI poco trasparente, ricadute per tutti

Le novità uscite dal vertice che si è svolto in Regione venerdì scorso, relative all'avvio dei lavori sull'asse stradale del ponte San Michele che inizieranno entro la fine di novembre, non sono state sufficienti a placare il tono di protesta che contraddistingue le iniziative del comitato che si batte da ormai un mese a questa parte affinché RFI dia risposte chiare ma soprattutto si metta in moto per riaprire la struttura alla svelta.


Una nuova assemblea si è svolta lunedì sera, 22 ottobre, ospitata dalla sala civica nella biblioteca di Brivio. Il presidente Ruben Bergonzi, commercialista di Calusco, ha come prima cosa parlato del rammarico seguito all'ancora sospesa nomina di un commissario che possa essere punto di riferimento per tutte le istanze di cittadini, amministrazioni ed enti coinvolti. ''Durante l'ultimo incontro che si era svolto a Paderno avevamo avuto l'illusione che un commissario fosse stato nominato'' ha commentato Bergonzi. ''Speravamo che si potesse avere finalmente una persona con la quale poter dialogare. Nonostante l'annuncio del ministro Toninelli dai social, ancora ad oggi non conosciamo il nome del commissario. Gira voce che sarà l'AD di RFI Gentile. Ad ogni modo, questa situazione è l'ennesima dimostrazione di come la politica stia disattendendo le promesse. Siamo molto rammaricati perché il territorio su cui sorge questo ponte è da sempre classificato come ricco di imprenditorialità, e peraltro bacino di voti di chi governa in Regione''.

Ruben Bergonzi


Ma nonostante questo, secondo il presidente del comitato, nessuno avrebbe sin qui adottato le misure necessarie perché i cittadini abbiano fiducia in chi dovrà direttamente occuparsi del ripristino del Ponte. ''Abbiamo assistito a dichiarazioni di dirigenti e subito dopo alle loro smentite, come nel caso dei famosi sensori che in realtà erano persone che si arrampicavano sul ponte'' ha proseguito Bergonzi. ''Ci hanno detto che il Ponte è stato chiuso perché non poteva sostenere il suo peso. Non potendo essere sicuri di ciò, giovedì abbiamo fatto un incontro con l'ordine degli ingegneri di Bergamo, esponendo la nostra proposta di avere una figura tecnica e competente che possa affiancarsi a noi, per aiutarci a capire se le proposte che arrivano sono serie e affidabili. Non ci bastano più dichiarazioni spot ogni tanto. Vogliamo sapere se effettivamente è vero che il ponte rischiava di crollare''.

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Non solo ingegneri il comitato ha intenzione di coinvolgere, ma anche avvocati. Bergonzi ha riferito di aver personalmente contattato un avvocato romano, suo conoscente, per chiedere un parere. Il consiglio, secondo quanto riferito dal presidente in assemblea, è stato quello di avvalersi di legali che abbiano competenze in ambito amministrativo, civilista e nell'eventualità anche penale.

Marco Ardenghi

Tutto dipenderà anche, ma solo in minima parte, da quanto dureranno i lavori che RFI ha annunciato saranno effettuati attraverso progetti che si svilupperanno in itinere. ''Questo non fa altro che confermare che un progetto vero e proprio non c'è'' ha commentato Marco Ardenghi, imprenditore del verde a Calusco, tra i principali promotori del comitato. ''Lo ha confermato anche il sindaco di Brivio, con cui ho parlato poco fa. Dal punto di vista tecnico una progettualità per il ponte è impossibile. Di conseguenza non ci sono dubbi che i tempi sono destinati a dilatarsi. Ma già il fatto che l'inizio dei lavori è stato procrastinato a fine novembre, cioè quasi tre mesi dopo la chiusura, ci conferma che RFI non può essere un interlocutore affidabile''.

Tuttavia, Rete Ferrovie Italiane non è l'unico ''imputato'' che il comitato contesta. Come riportato in assemblea dalla dottoressa Elisa Biffi, rappresentante di studenti e pendolari, il comitato intende battere cassa anche nei confronti di Trenord, colpevole di non aver sopperito ai disagi della chiusura del San Michele con un servizio treni e navetta decenti. 

Elisa Biffi


''Abbiamo raccolto diverse proposte dai nostri canali e dai gazebo che abbiamo organizzato al mercato di Calusco'' ha spiegato la dottoressa Biffi. ''Abbiamo sviluppato un documento con tutte queste idee. Nelle premesse viene puntualizzato di come il servizio facesse già pena prima della chiusura del ponte. Poi andiamo a sottolineare l'impatto non solo economico che tutta la situazione sta avendo sui pendolari, studenti o lavoratori. Crediamo ci sia anche un aspetto psicologico da tenere bene in considerazione. Siamo costretti a stare 4-5 ore sui mezzi di trasporto e ciò ha ricadute sulla nostra vita personale, sul tempo che trascorriamo coi nostri cari. Pensiamo solo a chi ha anziani che necessitano di assistenza o bambini da curare. Significa che dovrà chiedere a badanti e baby-sitter di fermarsi per più ore''. Il comitato avanzerà perciò a Trenord delle richieste per alleviare, seppure in minima parte, la pessima situazione che ogni giorno vivono migliaia di pendolari. Chiederà innanzitutto di abbassare drasticamente le tariffe dei biglietti, se non addirittura di azzerarle completamente finché la situazione non sarà ripristinata. Premerà perché l'azienda che gestisce i treni e le navette che fanno la spola tra Calusco e Paderno aumenti il personale disponibile, sui mezzi e nelle stazioni, anche per evitare l'incombere di guasti.

 

Due proposte riguardano invece il percorso delle navette. La dottoressa Biffi ha spiegato che un'idea potrebbe essere quella di organizzare autobus che colleghino Calusco ad Airuno e quindi Airuno a Paderno, per avere tratte che meno pericolose. Quando invece il ponte, come ha annunciato RFI, riaprirà per i soli pedoni, allora la proposta del comitato è quella di istituire delle navette che accompagnino i pedoni fino all'ingresso del ponte, che sarà percorso a piedi fino all'altra sponda, dove partirà poi un'altra navetta verso la stazione. Invitato ad intervenire, il sindaco di Brivio Federico Airoldi ha parlato delle ricadute che la chiusura del ponte ha avuto sulla sua cittadina. L'intervento è stato utile anche per affrontare alcune questioni legate al ponte di Brivio.

I sindaci di Cisano e Brivio, Andrea Previtali e Federico Airoldi

''Questa situazione ha ovviamente portato a cambiamenti nella quotidianità dei cittadini di Brivio e di Cisano'' ha spiegato Airoldi, intervenuto insieme al sindaco del Comune attiguo, Andrea Previtali. ''Alcune azioni della quotidianità sono rese meno agevoli a causa del traffico. Ma soprattutto credo ci sia stato un impatto dal punto di vista dell'inquinamento. Non posso quantificare l'incremento dato che non ho dati Arpa, sia per quanto riguarda l'inquinamento atmosferico che quello acustico. Non dimentichiamoci, poi, che prima di arrivare al nostro ponte abbiamo una scuola dell'infanzia, un poliambulatorio e la biblioteca. Tra le cose che ho chiesto come sindaco, lo scorso 16 settembre, è che ci sia un impegno da parte della Provincia di rendere attuabili le ordinanze in vigore rispetto al ponte di Brivio. Al momento è vietato il transito ai mezzi sopra le 56 tonnellate. Tra le 30 e le 56t, poi, i mezzi devono essere distanziati di 30 metri. Io come sindaco ho un corpo di polizia locale di 3 agenti, di cui uno in mobilità, e quindi non posso certo fare rispettare questa ordinanza. Ho chiesto quindi che la polizia stradale arrivi anche nei nostri territori, dove non si vede mai, affinché il traffico di alcuni mezzi pesanti venga in qualche modo dirottato verso il bellissimo ponte Cantù di Olginate, molto più recente e quindi realizzato con criteri costruttivi moderni, in grado di sopportare carichi maggiori. Per quanto riguarda i progetti, a mio avviso Rfi non è stata abbastanza trasparente. La sua gestione di questo problema è alquanto fumosa".
Bergonzi ha annunciato che la prossima riunione sarà tra un paio di settimane e forse si svolgerà a Cisano.
A.S.
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