Dott.ssa Tempesta: le valvulopatie e gli interventi

La dottoressa Angela Tempesta si è invece occupata di rendere in termini chiari e semplici la problematica delle valvole che, quando si ammalano, danno origine a delle valvulopatie.

La dottoressa Angela Tempesta


Si tratta di patologie che colpiscono un milione di italiani e solo il 5% di questi è a conoscenza di origine e rischi. Solo il 44% degli europei sa che le valvole cardiache sono 4. La loro funzione è quella di assicurare l'unidirezionalità del flusso sanguineo: chiudendosi fanno sì che il sangue non refluisca. Se non si aprono abbiamo la stenosi aortica, se non si chiudono c'è l'insufficienza mitralica. Tre le cause individuate per tale patologia: si può parlare di forme congenite, legate all'invecchiamento e forme secondarie cioè derivanti da altre malattie cardiache. Le valvulopatie sono potenzialmente gravi ma curabili e i sintomi che devono mettere in allarme sono il fiato corto, il dolore al petto, una transitoria perdita di coscienza (sincope), la presenza di palpitazioni (fibrillazione atriale).

Tra gli esami prescritti c'è l'ecocardiogramma che dice tipo e gravità della valvulopatia, grazie a tecniche bi e tridimensionali e può essere transtoracico (primo livello) e transesofageo (secondo livello). Con l'ecografia si può capire se la valvulopatia è lieve o moderata (dunque va tenuta va monitorata) mentre se è grave va corretta tramite tecniche chirurgiche o percutanee. A questo punto subentra la figura del cardiochirurgo che deve agire per una eventuale sostituzione della valvola. Ci sono protesi meccaniche, ha spiegato la dottoressa Tempesta, che sono più durature ma serve la TAO a vita con il rischio dell'insorgenza di trombi oppure biologiche realizzate con la membrana di suino o bovino, che risultano avere una vita più breve ma non necessitano della terapia anticoagulante.

Infine il cardiochirurgo può optare per una plastica: si mantiene la valvola del paziente ma la si manipola e aggiusta. "In ambulatorio il paziente viene sottoposto a visite ed esami" ha concluso la dottoressa Tempesta "poi si mette a punto la terapia e si avvia una fase di counseling con la programmazione di appuntamenti, predisposizione di un piano terapeutico, l'indicazione di numeri telefonici e medici di riferimento in caso di bisogno. L'ambulatorio del Mandic fornisce un percorso assistito con una continuità di anni, si porta il paziente dai primi sintomi alla cura e dalla prima diagnosi all'intervento. La diagnosi precoce è importante per individuare il momento giusto per intervenire". A Merate si eseguono diagnosi, terapia, monitoraggio; consulenza cardiochirurgica e infine invio al centro di riferimento A Lecco c'è si esegue l'impianto percutaneo della valvola aortica (Tavi) e c'è la cardiochirurgia aziendale. Si fa poi riferimento ai Centri Hub per il trattamento dell'insufficienza mitralica (mitraclip cardioband)
S.V.
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