Palazzo Lombardia, sede della Regione
A partire da novembre si vedranno i primi operai al lavoro sul Ponte San Michele. Interverranno innanzitutto sull'asse stradale, che secondo i calcoli di RFI sarà riaperto a pedoni e biciclette entro primavera. Solo più avanti, ma ancora non si sa quando, toccherà anche alla struttura vera e propria e i suoi piloni secolari. L'inizio di questa seconda fase coinciderà tuttavia con la chiusura del tratto di alzaia che va all'incirca dalla diga di Robbiate fino all'imbocco di quella stradina ciottolata che si raggiunge passando davanti al Molino Colombo a Paderno. Dopo un mese e passa di dubbi, malintesi e polemiche, arrivano dunque le prime notizie per le migliaia di persone che fino al 14 settembre hanno usato il Ponte per spostarsi da una parte all'altra dell'Adda. La situazione, purtroppo, è ormai certo che rimarrà tale e quale ad oggi, e perciò critica, almeno fino alla prossima primavera seppure nel vertice che si è riunito in Regione nella tarda mattinata di venerdì 19 ottobre si siano aperti i primi spiragli positivi attorno alla vicenda. A riferire la sostanza di ciò che è emerso nell'ennesima assemblea dove hanno preso parte le istituzioni e gli enti coinvolti, in un modo o nell'altro, nella chiusura del Ponte, è stato il sindaco di Paderno, Renzo Rotta.
''Erano presenti tutti gli attori interessati alla vicenda, dalle sovrintendenze ai Comuni fino ad RFI, schierato con almeno cinque suoi rappresentanti'' ha raccontato.
''Ognuno ha avuto modo di esprimere il proprio parere. Ciò che ci interessa, tuttavia, è che i progetti sono stati praticamente completati e consegnati da RFI alle sovrintendenze che a breve esprimeranno il loro parere. Sarà però, almeno in parte, un progetto che si svilupperà in itinere, suddiviso in due fasi. A novembre partirà la prima al blocco stradale. RFI ci ha rassicurati che entro primavera avremo la possibilità di aprire la strada a pedoni e ciclisti. Ovviamente l'asfaltatura non potrà essere effettuata prima di marzo, con l'inverno che incombe. Nel frattempo si procederà con la rimozione dell'asfalto''. Ciò che si era preventivato nelle ultime settimane e che sembrava l'unica via per evitare di procedere con la realizzazione di un passaggio alternativo (l'ipotesi che più aveva preso piede era un ponte di barche tra Imbersago e Villa d'Adda) ha perciò trovato conferme con il vertice di venerdì nella sede di Regione Lombardia.
''Per quanto riguarda la parte strutturale l'intervento sarà decisamente più complesso'' ha commentato Rotta.
''La progettualità sarà praticamente portata avanti insieme all'intervento. E' possibile che ci verranno apportate modifiche in corso d'opera. I lavori potranno quindi cambiare da un momento all'altro, a seconda delle necessità. RFI però prevede di impalcare la struttura per fasi di lavorazione, partendo dal lato di Paderno e procedendo prima con le travate orizzontali, poi i sei piloni principali e quindi le arcate. Saranno utilizzati dei sensori, poi, per controllare che durante le attività non vi siano anomalie. Si è parlato anche dei percorsi di cantiere e che l'alzaia dovrà necessariamente essere chiusa. E' impensabile che rimanga aperta in corrispondenza del cantiere. Sarà chiusa per tutta la durata dell'intervento, dalla diga di Robbiate fino a quella di Paderno. Il percorso avrà quindi una deviazione nei sentieri del Parco''. Il primo cittadino di Paderno ha poi spiegato di aver chiesto durante il vertice che il Comune sia costantemente aggiornato, anche qualora dovessero sorgere eventuali problemi, in modo da poter riferire prontamente le novità alla popolazione.
''Io continuo ad insistere anche col sostenere che le barriere esterne vadano innalzate a due metri'' ha concluso Rotta. Non è ancora chiaro se sarà così, ha aggiunto, visto che il Ponte rientra nella categoria di struttura monumentale. Quel che è praticamente certo, secondo quanto riferito dal sindaco, è che i nuovi marciapiedi avranno una larghezza di oltre un metro e che la carreggiata non più di 3.50 metri.
A.S.