Novate: Marco Brunelli ingegnere delle telecomunicazioni abbraccia la sua passione e apre una ''bottega'' di liutaio
Da ingegnere delle telecomunicazioni a liutaio. Una scelta di vita, nata dalla passione di lavorare il legno, fare intarsi, dargli forma e renderlo “parlante” o meglio “sonoro” e poi diventata un mestiere. Marco Brunelli ha 46 anni è nato a Rochester, Minnesota, negli Stati Uniti, ma è cresciuto a Merate, nella frazione di Novate Brianza. Qui ha trascorso la sua adolescenza e giovinezza, arrivando fino agli studi universitari con una laurea in ingegneria delle telecomunicazioni e un lavoro in una multinazionale. Un percorso lineare e ordinato che Marco affianca a una curiosità e una passione scoperta pian piano, quella di lavorare il legno, dargli forma e vita e, poi, animarlo al punto da renderlo “produttore” di suoni.
Marco Brunelli
E così, complice il matrimonio e il trasferimento a Pavia, l'incontro con un maestro liutaio e la frequentazione della sua bottega, la sua vita si trasforma. Partendo proprio dalla professione, che da una fredda e frenetica scrivania di ultima generazione si sposta su un banco di lavoro in legno, tra scalpelli, corde, vernici, lime e tanta, tanta pazienza.
1) Quando ha deciso che era ora di cambiare e come è nata questa sua passione, trasformata poi in un lavoro?
Ora vivo a Pavia con moglie e due figli, svolgendo nella mia bottega in centro città il lavoro di liutaio, cioè costruttore di strumenti ad arco e più precisamente degli strumenti del quartetto classico: violino, viola e violoncello. Prima ero impiegato in una multinazionale nel campo dell'elettronica nell'hinterland milanese, nel dettore del marketing, controllo costi.
Ora vivo a Pavia con moglie e due figli, svolgendo nella mia bottega in centro città il lavoro di liutaio, cioè costruttore di strumenti ad arco e più precisamente degli strumenti del quartetto classico: violino, viola e violoncello. Prima ero impiegato in una multinazionale nel campo dell'elettronica nell'hinterland milanese, nel dettore del marketing, controllo costi.
I circa 12 anni di lavoro nella multinazionale non avevano fatto altro che confermare che, senza nulla togliere al lavoro da impiegato, questa non era l'attività e la vita in genere che faceva per me. Non riuscivo a trovare motivazioni e soddisfazioni da questo tipo di lavoro. Oltre al fatto che ore intere della mia giornata se ne andavano nei trasferimenti da casa lavoro e viceversa.
Si può dire che la passione sia cresciuta e maturata lentamente; già da diversi anni e nel periodo di lavoro da dipendente mi impegnavo amatorialmente nella lavorazione del legno nelle sue varie forme: scultura, ebanisteria, eccetera. Mi ero già inoltre interessato per intraprendere una possibile attività di costruzione di strumenti ad arco ma all'epoca frequentare una scuola di liuteria mi era di fatto impossibile, vivevo da solo avevo necessità dello stipendio fisso.
E’ stato solo quando mi sono trasferito a Pavia dopo il matrimonio che ho avuto l'opportunità di frequentare una bottega di liuteria e apprendere l'arte liutaria direttamente da un maestro liutaio, incanalando così la passione per la musica e per la lavorazione del legno in una attività lavorativa.
Non è stato affatto facile all'inizio. Ho dovuto stringere i denti: agli inizi dividermi tra il lavoro in ditta e le sere e i fine settimana in bottega, tener duro e convincermi, grazie in primis al supporto di mia moglie, che potevo farcela. Teniamo presente che con il primo violino che sono riuscito a vendere ho guadagnato una cifra davvero irrisoria, non paragonabile lontanamente a quella di un possibile stipendio mensile. Oltre a ciò, è stato un po' come tornare sui banchi di scuola, imparare dai maestri liutai le tecniche costruttive, gli aspetti acustici, e non meno importante, il linguaggio artistico-stilistico degli strumenti ad arco.
3) Come è la sua giornata lavorativa e in cosa consiste nella pratica?
L'orario lavorativo va da circa le 8:30 alle 13:00 per poi riprendere alle 14:30 fino alle 19:00/19:30. La costruzione dello strumento avviene in maniera interamente manuale, quindi si parte da pezzi di legno grezzi e solo poche parti, quali piroli e cordiera, si acquistano già fatte. Al lavoro al banco si aggiunge una piccola parte burocratica, le relazioni coi clienti, qualche viaggio annuale per reperire il legname, sopratutto l'abete rosso di risonanza per la costruzione delle tavole armoniche di cui mi rifornisco direttamente in val di Fiemme. Investo poi altre parti del tempo nel partecipare a mostre e a concorsi di liuteria.
Per la maggior parte i miei clienti sono commercianti esteri, prevalentemente giapponesi, in misura un po' minore ho contatti diretti anche con musicisti. I contatti con i potenziali clienti avvengono tramite i social media, il sito internet, ma soprattutto con le mostre di liuteria contemporanea che organizziamo con l'associazione ALI (Associazione Liutaria Italiana) di cui sono socio e membro del consiglio direttivo. Per un lavoro artigianale di questo tipo si parla sempre di poche unità di pezzi all'anno, intorno agli otto/dieci.
Qui si entra in un terreno molto personale, molto dipende dal tipo di clientela, se privati o commercianti, dall'esperienza del liutaio, da quanto è conosciuto nell'ambito musicale e liutario, ecc. Diciamo che dopo un certo numero di anni si può riuscire a vivere di questo mestiere.
Non è stato affatto facile all'inizio. Ho dovuto stringere i denti: agli inizi dividermi tra il lavoro in ditta e le sere e i fine settimana in bottega, tener duro e convincermi, grazie in primis al supporto di mia moglie, che potevo farcela. Teniamo presente che con il primo violino che sono riuscito a vendere ho guadagnato una cifra davvero irrisoria, non paragonabile lontanamente a quella di un possibile stipendio mensile. Oltre a ciò, è stato un po' come tornare sui banchi di scuola, imparare dai maestri liutai le tecniche costruttive, gli aspetti acustici, e non meno importante, il linguaggio artistico-stilistico degli strumenti ad arco.
3) Come è la sua giornata lavorativa e in cosa consiste nella pratica?
L'orario lavorativo va da circa le 8:30 alle 13:00 per poi riprendere alle 14:30 fino alle 19:00/19:30. La costruzione dello strumento avviene in maniera interamente manuale, quindi si parte da pezzi di legno grezzi e solo poche parti, quali piroli e cordiera, si acquistano già fatte. Al lavoro al banco si aggiunge una piccola parte burocratica, le relazioni coi clienti, qualche viaggio annuale per reperire il legname, sopratutto l'abete rosso di risonanza per la costruzione delle tavole armoniche di cui mi rifornisco direttamente in val di Fiemme. Investo poi altre parti del tempo nel partecipare a mostre e a concorsi di liuteria.
Per la maggior parte i miei clienti sono commercianti esteri, prevalentemente giapponesi, in misura un po' minore ho contatti diretti anche con musicisti. I contatti con i potenziali clienti avvengono tramite i social media, il sito internet, ma soprattutto con le mostre di liuteria contemporanea che organizziamo con l'associazione ALI (Associazione Liutaria Italiana) di cui sono socio e membro del consiglio direttivo. Per un lavoro artigianale di questo tipo si parla sempre di poche unità di pezzi all'anno, intorno agli otto/dieci.
Qui si entra in un terreno molto personale, molto dipende dal tipo di clientela, se privati o commercianti, dall'esperienza del liutaio, da quanto è conosciuto nell'ambito musicale e liutario, ecc. Diciamo che dopo un certo numero di anni si può riuscire a vivere di questo mestiere.
6) La sua sarà una scelta per sempre o dopo ritornerà a fare l'ingegnere? Si è mai pentito?
Direi proprio che questa sia stata una scelta definitiva, per quanto lo possano essere le scelte della vita.
La cosa più affascinante è data dalla conclusione nella realizzazione di uno strumento (soprattutto di un violoncello, date le sue dimensioni): sentire i primi suoni emessi, pensare che tutto questo nasca da un semplice pezzo di abete e di acero.
Direi proprio che questa sia stata una scelta definitiva, per quanto lo possano essere le scelte della vita.
La cosa più affascinante è data dalla conclusione nella realizzazione di uno strumento (soprattutto di un violoncello, date le sue dimensioni): sentire i primi suoni emessi, pensare che tutto questo nasca da un semplice pezzo di abete e di acero.
Le soddisfazioni più grandi: i piazzamenti ai concorsi internazionali e l'essere contattato direttamente da clienti che richiedono i tuoi strumenti. Tra i concorsi la più grande soddisfazione è stata quella di un buon piazzamento con violino e violoncello all’edizione 2015 del Concorso Triennale Internazionale degli strumenti ad Arco Antonio Stradivari.
S.V.