Calusco: commercianti sul piede di guerra contro Rfi, azione collettiva per chiedere i danni. Nasce un comitato

Il ristorante-albergo ''Etrusco''


Il Municipio di Calusco ospiterà questa sera, lunedì 24 settembre, la prima riunione del comitato sorto per organizzarsi a chiedere i danni ad RFI per le modalità con cui dieci giorni fa è stato chiuso il ponte San Michele di Paderno e le conseguenze che ha avuto sul territorio. In cabina di regia ci sono ovviamente i commercianti di via Vittorio Emanuele, l'arteria che collega la bergamasca al ponte, i quali però vorrebbero, come ha spiegato Marco Ardenghi, titolare dell'omonimo vivaio, uno tra i promotori del ''movimento'', che il gruppo e i suoi incontri fossero aperti a tutti, pendolari, automobilisti e qualunque cittadino che in un modo o nell'altro, si sia sentito ''danneggiato'' dalla chiusura del San Michele.

La sede di Bernasconi Sport, subito dopo il ponte

''Questa sera faremo la nostra prima riunione in un'aula che ci ha concesso il Comune, che sappiamo vuole supportarci in questa iniziativa - ha proseguito Ardenghi - Vogliamo dare luogo ad una class action contro RFI e la mancata manutenzione trentennale del ponte San Michele. La speranza è che non si faccia come accade spesso in Italia, che si stia a guardare il 'gruppo di appartenenza'. Vogliamo un comitato trasversale al quale possano far parte tutti i cittadini''. Gli obiettivi saranno sostanzialmente due: ottenere un risarcimento dall'ente che gestisce il ponte e chiedere al Governo delle misure per agevolare chi sta vivendo una situazione difficile (commercianti e pendolari su tutti) e varare di conseguenza un decreto sicurezza anche per il caso ''ponte di Paderno''. ''Nonostante le rassicurazioni varie, dopo dieci giorni non abbiamo ancora visto qualcuno lavorare sul ponte, e temo che sarà così per i prossimi mesi - ha proseguito Ardenghi - Saremo organizzati, abbiamo infatti già chiesto ad un commercialista di fare da segretario dei nostri incontri, di modo che ci sia ordine e si riesca insieme a trovare una soluzione. Poi individueremo almeno tre soggetti che si facciano carico delle istanze di tutti, così da non dover andare in cento o duecento quando serve davanti alle istituzioni. Chiederemo naturalmente i danni come parte civile a RFI, e poi al Governo di rientrare anche noi in un decreto sicurezza come Genova, o accorpandoci a loro o facendone uno ad hoc per noi. Ovviamente le due calamità non sono paragonabili, ma la situazione è simile se guardiamo che anche qui la gente come noi rischia di rimanere sul lastrico. La mia attività è aperta da 60 anni e non è giusto che abbia delle perdite senza motivi, solo perché chi doveva assicurare manutenzione e sicurezza non lo ha mai fatto prima d'ora''.

Il mondo della frutta

I commercianti, ad appena dieci giorni dalla chiusura del San Michele, hanno perciò deciso di agire. Nell'attesa che l'incontro di questa sera possa chiarire quali saranno i prossimi passi del nuovo comitato, la situazione di via Vittorio Emanuele non è delle migliori. Lunedì mattina, alle 11.30, la quasi assoluta assenza di automobili che fino a poco tempo fa intasavano la via, rende il luogo in un certo senso surreale. ''Da un lato significa che respiriamo aria più buona - è l'osservazione fatta da Giuseppe Bernasconi, titolare dell'omonimo negozio di abbigliamento sportivo - Dall'altro, però, ci rendiamo conto che la visibilità che avevamo prima, ora non è nemmeno lontanamente paragonabile''. La fortuna di Bernasconi è quella di avere spostato gran parte della propria attività, da ormai sette anni, sul web. ''Se fosse capitato sette anni fa non so cosa avremmo fatto'', ha aggiunto il titolare. La maggior parte delle attività caluschesi, specialmente quelle che affacciano sull'arteria centrale che fino a 10 giorno fa portava tanti clienti anche dalla Brianza, vendono ancora direttamente al cliente.

Via Vittorio Emanuele deserVia Vittorio Emanuele deserta lunedì mattina, 24 settembre, intorno alle 11.30

Un calo delle vendite, anche se i dati precisi non ci sono, lo hanno rilevato anche dal negozio ''Il mondo della frutta''. In locali come il ristorante-albergo ''L'Etrusco'', la chiusura del ponte è stata presa così male che la titolare ha preferito non parlare, ''per non dire cattiverie''.
A.S.
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