Calusco: il ''crollo'' di clientela da un giorno all’altro. I negozi volevano essere informati
Li avessero avvertiti per tempo, allora magari i negozianti di Calusco oggi, sabato 15 settembre, sarebbero un po' meno amareggiati. Ma la verità è che la chiusura del ponte San Michele di Paderno, che per metà è anche di Calusco, è stata una doccia fredda per tutti. Per un intero territorio, per i suoi amministratori, per i suoi cittadini. Ma forse più di tutti per i suoi lavoratori. E se chi usava il ponte per andare da una parte o l'altra a lavorare e da lunedì ci metterà ''soltanto'' un po' di più, c'è chi a ridosso di quella struttura che i tecnici di RFI hanno definito pericolante e da Roma hanno deciso di transennare e chiudere definitivamente al traffico ci vive e ci lavora da 60 anni.
Il caso più emblematico e probabilmente più problematico è quello del ''Garden Center - Fabio Ardenghi'', l'ultimo spazio commerciale che si vede andando da Calusco a Paderno, il primo che accoglie i meratesi arrivati in terra bergamasca. ''Ardenghi'' è lì da 60 anni, ci hanno spiegato, e più della metà dei suoi clienti sono brianzoli. ''Almeno il 70% dei nostri clienti viene dall'altra parte del ponte - ha spiegato Ida Locatelli, una delle responsabili - Nessun altro sarà penalizzato come noi''. Viene da crederci se considerato che qualsiasi cliente di Robbiate, Verderio oppure Merate, per raggiungere il centro, dovrà andare fino a Brivio, passando per la galleria di Villa d'Adda e poi percorrere tutto Calusco, e poi tornare indietro. Quindi, all'incirca, mezz'ora in più di strada (quando il traffico si fa più clemente).
''Dobbiamo considerare anche il costo dei nostri prodotti - ha spiegato Mary Ravasi - Se prima consegnare un mazzo di fiori mi costava un tot, adesso me ne costerà molto di più se devo considerare tutta la strada che devo aggiungere''.
A Calusco la strada è stata chiusa qualche centinaio di metri prima del ponte
Ad ogni modo, di aumentare i prezzi perché da un giorno all'altro il ponte San Michele è stato transennato, non ha nemmeno sfiorato i pensieri dei titolari del vivaio caluschese. ''Vorrebbe dire chiudere domani - ha commentato invece Betty Ardenghi - Non aumenteremo i prezzi, aspettiamo e vediamo che cosa succede. Anche noi come tutti lo abbiamo saputo ieri sera alle 20. All'1 di notte ci siamo affacciati e il ponte era ormai tutto transennato''. Una beffa che non si nemmeno quanto durerà. ''Abbiamo sentito parlare di due anni, io spero che non sia così - ha proseguito Betty Ardenghi - Questa mattina abbiamo ricevuto almeno 20 telefonate di clienti che ci chiedevano come avremmo fatto''.Intanto, la responsabile stamane, per effettuare una consegna a Verderio, ha dovuto utilizzare il traghetto di Leonardo a Imbersago. ''Mentre oltrepassavo l'Adda mi sono proprio detta che con i tempi che corrono è un paradosso dover usare un traghetto spinto a mano, ideato 400 anni fa - ha spiegato - Gli ultimi lavori che ricordo risalgono al '92. In 25 anni non li ho più visti fare un intervento. Ora da un giorno all'altro lo chiudono, non si può più usare. Aspettiamo presto delle spiegazioni''. ''Ardenghi'', anche se il più penalizzato, non è l'unico commerciante che dovrà fare i conti con il collegamento temporaneamente interrotto tra Provincia di Lecco e Provincia di Bergamo.
Betty Ardenghi, Ida Locatelli e Mary Ravasi del ''Garden Center - Fabio Ardenghi''
Via Vittorio Emanuele II, quella che inizia subito dopo il ponte, è una via prettamente commerciale e tra ristoranti, bar e negozi c'è anche il ''Centro Dolce'', uno spaccio dolciario piuttosto conosciuto anche nel Meratese. ''Abbiamo riscontrato un sensibile calo nella clientela, quest'oggi - hanno spiegato gli operatori del negozio - Qualcuno ha raccontato di essere venuto qua passando da Brivio. Ad una collega hanno detto che se continuerà ad essere così, allora non potranno più venire da noi''. Non deve essere facile perdere un cliente quando non si è direttamente responsabili del problema che lo ha spinto a decidere di non servirsi più del negozio.''Una parte della nostra clientela è anche quella di passaggio, che nel fine settimana magari si sposta e utilizza il ponte - ha proseguito il responsabile di 'Centro Dolce' - Passandoci davanti, magari si ferma. Noi lavoriamo soprattutto la domenica, ma temo che con il ponte chiuso sarà più difficile''. Quello che più è mancato, secondo questi negozianti, è stata l'informazione.Il ''Centro Dolce'' di via Vittorio Emanuele II a Calusco
''Ci serve avere al più presto informazioni su cosa succederà in futuro - ha proseguito - Solo quando avremo informazioni certe e precise allora sapremo come muoverci, che tipo di campagna pubblicitaria attuare, ad esempio. La nostra fortuna è che oltre a questo centro ne abbiamo altri nel territorio bergamasco. Con solo questo, non so se saremmo riusciti a rimanere in piedi''.Secondo quanto raccontato da chi ci è stato, oltretutto, sembrerebbe che persino il mercato settimanale caluschese, che si svolge il sabato mattina, abbia registrato un drastico calo di presenze rispetto ai suoi standard.
A.S.