Legionella: 2 ricoveri a Lecco. E' ''psicosi'' ma non ''epidemia''

L'Ospedale Manzoni di Lecco
Mentre anche nel bresciano, come ha spiegato nei giorni scorsi direttamente l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, i contagi da legionella, dopo aver toccato un anomalo picco, stanno progressivamente – fortunatamente – calando, l’attenzione sul tema pare destinata a rimanere alta.
Fanno dunque notizia, anche se ogni anno l’ASST registra comunemente non meno di 7-9 polmoniti con tale causa, il ricovero presso l’ospedale Manzoni di due anziani, residenti nel lecchese, colpiti della legionella, a pochi giorni dalla morte del cernuschese Antonio Mandelli. L’82enne è spirato in un letto del nosocomio di Desio, dove era stato trasportato d’urgenza la scorsa settimana, per arresto cardiaco, debilitato anche dal batterio.
Come da prassi, l’ATS ha disposto un accertamento presso l’abitazione dell’uomo e il ristorante dallo stesso gestito con la sua famiglia per provare a risalire alla causa del contagio: i risultati saranno disponibili nel tra 15 giorni. In relazione al suo decesso, Gallera ha però già puntualizzato: "In merito all'anziano morto sabato 8 settembre all'ospedale di Desio, i cui esami specifici hanno evidenziato, in un quadro clinico compromesso, la positività degli accertamenti per legionella, si precisa che non sussiste alcuna connessione con i casi di polmonite registrati a Brescia, ma purtroppo rientra nella normale casistica annuale. In Lombardia - ha detto l’assessore – ogni anno si registra un determinato numero di casi di legionella che colpiscono principalmente persone con quadri clinici complessi o esposte a determinati fattori di rischio. I casi di legionella sono stati 625 nel 2018, 633 nel 2017, 474 nel 2016, 491 nel 2015. Mentre i decessi sono stati 52 nel 2018, 60 nel 2017, 44 nel 2016, 50 nel 2015".
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