FareSalute rischia la chiusura: il servizio di aiuto psicologico ai pazienti oncologici e cardiologici, di basso costo e grande efficacia, è sotto violento attacco dei vertici lecchesi dell’Asst
E' in atto l'ennesimo depauperamento del Mandic a favore del Manzoni di Lecco.
A metà giugno la dottoressa Carla Magni si è dovuta dimettere dalla carica di presidente di FareSalute per una presunta incompatibilità tra questo ruolo e quello di dipendente dell'ASST, pena il rischio di un provvedimento disciplinare. Un fatto che nasce da lontano. Da tempo, infatti, dal capoluogo c'è il tentativo di azzerare il servizio di supporto psicologico ai pazienti oncologici e cardiologici, che all'azienda, nel 2017, è costato 20 mila euro , un terzo del costo totale che vede la partecipazione economica dei Comuni e della stessa Associazione ed è offerto in forma gratuita ad oltre 300 pazienti l'anno e ai loro famigliari, da parte di 4 professionisti, per assimilarlo a quello erogato nel presidio principale dove, durante la fase ospedaliera, sono concessi un massimo di tre incontri con lo psicologo. Una qualità del servizio non paragonabile, per un numero inferiore di ore e a costi maggiori.
La dottoressa Carla Magni
Nel corso dell'ultimo anno e mezzo si sono susseguiti diversi "tavoli tecnici", sotto la supervisione del direttore socio sanitario Enrico Frisone, per trovare le modalità, sottotraccia e nella speranza di non dare troppo nell'occhio, di spogliare il Mandic e il suo territorio di un servizio che nella realtà è un esempio di integrazione socio sanitaria con il territorio, così come vuole la riforma. A FareSalute, infatti, afferiscono dal territorio centinaia di pazienti provati dalla malattia e con famiglie devastate che hanno bisogno un sostegno che non sia calendarizzato in un numero ristretto di incontri, ma vada in parallelo alle loro esigenze, dentro e fuori l'ospedale. Gli spazi riservati all'associazione sono una sala di attesa condivisa con i pazienti della medicina e uno stanzino, senza finestre con una scrivania e un lettino dove avvengono i colloqui. Locale che, stando sempre a voci di corridoio, in una incursione improvvisa la dottoressa Flavia Pirola, direttore sanitario, giunta appositamente da Lecco, in un primo pomeriggio di oltre un mese fa avrebbe voluto svuotare per destinarlo a non si capisce bene cosa. Peccato che, in quel momento, fossero in corso i colloqui con i pazienti. Colloqui che si protraggono ben oltre gli orari del day hospital, occupando i professionisti fino alla sera.
La dottoressa Flavia Simonetta Pirola e il dr. Enrico Frisone
A vuoto sarebbero andati, dall'altro lato, i tentativi da parte del sodalizio meratese di avviare una collaborazione con Lecco per integrare i due poli sviluppando nel capoluogo quello che a Merate è ottimamente avviato da ormai da oltre 10 anni e che, per un costo irrisorio e l'impegno gratuito di decine di volontari e della stessa dottoressa Carla Magni, rappresenta un punto di sollievo per i malati e le loro famiglie. Tra l'altro verrebbe da chiedersi come mai nei numerosi anni dall'avvio delle attività dell'Associazione, con tre Direttori Generali e un Commissario che si sono alternati alla Guida dell'Azienda ospedaliera, nessuno si sia mai posto il problema della presunta incompatibilità che avrebbe portato la dottoressa Carla Magni, da sempre Presidente, a indirizzare i malati e le famiglie, gratuitamente, a FareSalute a discapito...di chi?
S.V.