Retesalute: a settembre si discute sullo statuto e sull'ampliamento dell'azienda
Il mese di settembre per Retesalute sarà strategico.
Ci sarà da decidere con chiarezza sull'ampliamento ai nuovi soci e sulla revisione dello statuto aziendale con lo studio di una nuova sede. Secondo la tabella di marcia che era stata prodotta nell'assemblea di luglio, ad agosto era atteso un documento con la sintesi delle osservazioni rispetto alle linee guida su cui il cda si era già confrontato. A settembre sarà programmato un incontro con un tavolo tecnico per ricevere le indicazioni e su quelle costruire lo statuto. Serviranno però un esperto in diritto amministrativo delle aziende speciali e imprese sociali e uno afferrato in materia di gestione e amministrazioni di tali istituti. A ottobre il documento dovrà approdare in assemblea soci ed entro i primi dieci giorni di novembre lo statuto dovrà essere approvato. Entro fine anno, data in cui ci sarà ufficialmente l'uscita della Provincia (che non ha più competenze socio-assistenziali) da Retesalute, lo strumento dovrà essere approvato con le modifiche e si tratta di un punto fermo da cui non si può prescindere.
La questione dell'ampliamento è un po' più complessa visto il numero degli attori coinvolti. Il consigliere Emilio Zanmarchi con il direttore Simona Milani si sono occupati di incontrare gli amministratori dei comuni che vogliono aderire. Il primo passo che le amministrazioni devono fare è quello di andare in consiglio con una delibera di indirizzo. Da quel momento ci sono sei mesi per fare tutti passi necessari all'adesione. Si stima che per l'oggionese si possa procedere all'inizio del 2019 mentre per il caratese si andrà al primo trimestre dell'anno prossimo. I costi di tale adesione sarà sostenuti in toto dai nuovi soci e consistono sostanzialmente delle ore/uomo, nella risorsa che è distaccata per andare verso il comune che vuole aderire e preparare dunque il terreno. I costi per l'assemblea dei soci per il processo di adesione, sono quelli che ci sarebbero comunque stati per la stabilizzazione dell'azienda (da 1,50 per abitante si sarebbe comunque saliti a 2 euro).
S.V.