Aerei sopra Merate: a pensare male spesso si fa bene

Non sarà sfuggito a molti di coloro, che abitano a Merate, il fatto che la notte di domenica 1° Luglio dalle 21,30 all' 3,30 sono passati circa 60 voli sopra Merate. Si tratta come al solito di voli a quota molto bassa, al punto che si può sentire il tipico sibilo dei motori nelle fasi di decollo ed atterraggio.
Non riuscendo a dormire, a causa della frequenza dei boati che si ripetevano ogni 5 minuti, ho deciso di verificare di persona che cosa stesse succedendo. Sono andato quindi su internet, su un sito che si chiama: http://www.listaviaggi.com/rotte_aeree/rotte-aeree.html .
Questo sito rileva il segnale GPS di tutti gli aerei e mostra le loro rotte in tempo praticamente reale. Quando sentite il rombo su Merate, la figurina dell'aeroplanino risulterà sulla mappa esattamente sopra di noi.
Un altro servizio interessante del sito è che se "clikkate" sulla figurina di uno degli aereoplanini, compare la rotta compiuta dell'aereo come una linea di colore verde/azzurro.
Ecco quello che ho potuto constatare: 1) Dalle 23,00 all'1,00 di notte sono solamente atterrati aerei all'aeroporto di Bergamo Orio al Serio, nessun decollo (quindi pista libera per poter atterrare provenendo da Est); 2) Sono invece atterrati circa 35 aerei, tutti voli di ritorno dalle vacanze, in notevole ritardo probabilmente per l'intenso traffico del periodo; 3) Tutti gli aerei in atterraggio, indipendentemente che venissero da Nord o da Sud, compivano la stessa rotta, cioè viravano a Sud dell'aeroporto, procedevano verso Ovest sopra Dalmine, attraversavano l'Adda passando sopra Cornate, viravano a Nord/Ovest sopra Aicurzio / Bernareggio, un'altra mezza virata in semicerchio dalla parti di Usmate / Lomagna, poi su verso Merate dove compivano un'ennesima viratona (a bassa quota) per mettersi in rotta verso Orio al Serio ed atterrare esattamente dalla parte opposta da dove erano venuti (per maggiore chiarezza, in allegato la rotta compiuta); 4) Tutto questo detour assurdo allunga la rotta dell'aereo di circa 50 km; 5) L'intero percorso nella bassa bergamasca e nel meratese è compiuto tutto in virata, quindi con i motori in spinta, per controbilanciare la bassa portanza, e con notevole disagio per i passeggeri (chi ha provato, lo sa) e ulteriori consumi ed inquinamento.
Tutto ciò è chiaramente illogico: perché gli aerei non atterrano subito all'aeroporto ? E' vero che hanno invertito la "direzione" della pista, ma al sottoscritto è capitato di recente di decollare dall'altra parte, quindi la pista è utilizzabile in entrambe le direzioni, sia per l'atterraggio che per il decollo. Allora perché compiere questo giro assurdo ?
E quindi c'è da preoccuparsi e anche molto, perché noi siamo in Italia, un paese dove a pensare male si fa spesso bene. Un paese dove si narra che strade di vitale importanza per l'economia ed il benessere di una collettività siano state bloccate per decenni, perché passavano vicino alle proprietà di qualche personaggio politico o vicino alla politica. C'è magari qualcuno che abita ad ovest di Bergamo o che ha lì proprio feudo elettorale, e quindi interesse a tenere lontani gli aerei ?
Oppure che qualcuno ci fornisca una spiegazione più logica. Magari qualcosa hanno saputo i sindaci del Meratese che hanno avuto la grazia di essere coinvolti in una recente riunione dell'Enac (l'Agenzia che gestisce il traffico del volo e quindi determina anche le rotte aeree).
Altrimenti onestamente non si capisce. Non si capisce perché con nessun aereo in decollo da Orio al Serio gli aerei in atterraggio debbano fare questo giro assurdo. Perché far fare 50 km in più ad un aereo con i motori a pieno regime (su tratte medie di 1.000 Km, i 50 Km in più sono il 5%, mica male come costi addizionali per Ryanair). Perché rompere le rompere le scatole di giorno e di notte ai cittadini posti in almeno 20 comuni posti sulla nuova rotta, quando comunque l'aereo transita una prima volta a sud di Bergamo e quindi potrebbe atterrare subito ?
Quando in Italia accade qualcosa di illogico, è sempre meglio preoccuparsi, e adesso dobbiamo veramente preoccuparci.
Andrea Agodi
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