Merate: informatico in ufficio, pirata 'ubriacone' sopra il ring. Il wrestling secondo Davide, in arte Doblone, campione ICW

C'è stato un periodo in Italia in cui il wrestling americano spopolava in tv e aveva un impatto commerciale fortissimo. I ragazzini andavano matti per quei bestioni che se le davano di santa ragione sul ring. Era (ed è ancora) una boxe "liberata" dalle canoniche regole, dove ogni colpo proibito altrove qui diventa spettacolo. Sono passati almeno quindici anni. Erano i primi anni 2000 e, ora, quella foga mediatica è scemata.

Doblone e Rick Barbabionda con la cintura dei campioni

Ma la passione per il wrestling in Davide Cagliani, 30enne di Merate, si accese grazie ad un celebre cartone anni '90: l'Uomo Tigre. Il calcio non gli dava sufficienti stimoli, e fino ad allora non gli aveva nemmeno fatto togliere chissà quali soddisfazioni, ed è perciò che Cagliani decise di iscriversi in una palestra di Mandello del Lario per diventare anche lui un wrestler come l'Uomo Tigre, o come i più contemporanei (e persino in carne ed ossa) John Cena, Rey Misterio, Eddie Guerrero o The Undertaker. Da allora sono trascorsi 10 anni, 185 incontri ufficiali e un bel po' di spazio consumato sul passaporto per via delle molte trasferte estere. Come ogni wrestler che si rispetti, anche il meratese Davide Cagliani ha elaborato negli anni un personaggio tutto suo. Mentre in ufficio è un informatico che produce software, sul ring è un pirata squinternato e ubriacone. Il suo nome d'arte è Doblone. Insieme ad un altro wrestler che negli incontri assume sembianze piratesche, Rick Barbabionda (ovvero Riccardo Panzeri, di Milano), sabato 9 giugno a San Giorgio Piacentino ha conquistato il titolo italiano ICW (Italian Championship Wrestling) di coppia contro un mantovano e un bergamasco che si fanno chiamare Gargoyle e Ombra. Anche se non svelerà mai i retroscena più segreti su come, ad esempio, si vince una sfida (''perché - ha spiegato - è come chiedere ad un prestigiatore di svelare il suo trucco'' e ''alla fine è pur sempre uno spettacolo'') Davide ''Doblone'' Cagliani ci ha raccontato un po' di sé, di cosa è per lui il wrestling e di come se la passa il movimento nostrano di questo sport ''teatrale''.




''Non è altro che un mix tra capacità atletica, doti da stuntman e improvvisazione teatrale - ha affermato - Come succede con tutti gli altri sport, può capitare che il giorno dopo un incontro vai in ufficio con qualcosa che ti fa male. Con il calcio sono le gambe e con il wrestling può essere la schiena per tutti i colpi che ha ricevuto''. Nato a Lecco e cresciuto a Merate, dove ha frequentato le scuole fino alla terza superiore, salvo poi concludere il percorso di studi nel capoluogo di provincia, una delle prime cose che gli è stato chiesto di fare una volta iscritto alla scuola di Mandello (la Victoria Wellness Club, dove peraltro oggi è lui ad allenare giovani wrestler) è stato proprio quello di trovarsi un personaggio che gli si addicesse e desse spettacolo sul ring. ''Sono 10 anni che faccio wrestling - ha raccontato - Dopo anni di calcio, con scarsi risultati, mi è venuta voglia di provare e così ho scoperto che in provincia c'era una scuola qualificata. Ho iniziato che avevo vent'anni. Ho dovuto lavorare sul personaggio e non avendo una stazza gigantesca ho pensato ad un pirata che sul ring si muove in modo agile e rozzo. Il wrestling è fatto di questi personaggi colorati che richiamano le figure delle fantasie popolari, se vogliamo. Non sarebbe lo stesso se i wrestler fossero tutti personaggi sterili con la mutanda nera, ginocchiere e gomitiere. E' intrattenimento, quindi mi piaceva l'idea di un pirata cattivo che graffia e tira calci''.

Durante l'ingresso, una delle parti dell'incontro più sceniche, Doblone è solito presentarsi col tricorno da pirata (il cappello) e una bottiglia di rum in mano. ''Se anziché il rum avessi il the perderei credibilità'' ha spiegato, aggiungendo però che non ne trangugia troppo onde evitare di perdere la concentrazione sul ring. Oltretutto non potrebbe nemmeno avere un fisico possente, probabilmente, immancabile per chi si cimenta nel wrestling. Ha spiegato che ora si allena una volta a settimana (''per la parte atletica lavorare su flessioni, addominali e fiato'', ha spiegato) ma fino a qualche anno fa le sessioni erano anche due. ''Ormai ho appreso la tecnica e posso limitarmi a curare il fisico - ha aggiunto - Per chiunque sia alle prime armi, ci vuole molto allenamento per imparare movimenti e mosse da effettuare''.

Doblone è anche uno degli atleti del wrestling italiano più affermati e per questo è riuscito a viaggiare molto in Europa. ''Ho lottato in Inghilterra, Francia, Germania e Svizzera - ha proseguito il meratese - Mi ritengo fortunato, significa che sono arrivato ad un buon livello, anche se in Italia non si può campare solo di wrestling. Il paese europeo messo meglio, da questo punto di vista, è indubbiamente l'Inghilterra. Come storia, scuole e strutture sono più avanti. In Italia però non siamo messi proprio male. Il movimento è in crescita e gli appassionati sono sempre di più. Ci vorrebbe solo un po' più di fortuna e meno diffidenza, qui si vede il wrestling come l'americanata di turno con poca credibilità, tutto spettacolo e niente sforzi. L'ICW sta comunque cercando di far crescere sempre di più questo movimento''.

Senza dubbio, solo chi non ha ancora raggiunto l'apice del suo successo può tentare di farlo. E seppure il wrestler di Merate si è detto soddisfatto della sua carriera, ha anche spiegato che c'è ancora uno spazio da riempire nel suo palmares di imprese. ''Il mio cruccio è di non aver ancora vinto il titolo italiano dei pesi massimi - ha spiegato - Finora ho vinto il titolo ICW dei pesi leggeri e quello di coppia pochi giorni fa, ma il mio obbiettivo è diventare campione italiano nei massimi''.
Alberto Secci
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