Merate: atleti da Russia, Brasile, Australia per la gara di  orienteering nel centro città

Chiunque abbia attraversato il centro di Merate nel pomeriggio di sabato non può non aver notato diversi atleti in divisa che, cartina alla mano, correvano qua e là per la città. Oltre agli atleti poi, i meratesi avranno sicuramente potuto scorgere tante "lanterne" bianche e rosse intorno alle quali ruotavano gli stessi agonisti.

Si trattava 600 atleti iscritti alla gara nazionale di orienteering dello "Sprint Race Tour", organizzata dalla Polisportiva Besanese, società campione d'Italia per questa disciplina negli ultimi tre anni, che hanno monopolizzato il centro paese. Una gara "sprint" - che si conclude in 15-20 minuti - in un percorso stavolta insolito per le competizioni di questo sport, che di solito si svolge nei boschi. A fare il tifo per la "sua" Merate come città ideale per ospitare una competizione del genere, grazie al suo meraviglioso contesto e alla numerosa varietà di pendenze, è stata Irene Pozzebon, atleta della Besanese e della nazionale italiana orienteering, che insieme alla compagna Maria Chiara Crippa ha disegnato il percorso.

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Centinaia gli atleti agonisti presenti, di tutte le età e appartenenti a svariate categorie -tra cui quella "élite"- sono in molti ad aver effettuato diversi chilometri per raggiungere Merate: oltre ad atleti provenienti da tutta Italia, c'è chi è arrivato dalla Russia, dal Brasile, dalla Svizzera, dall'Inghilterra, dal Portogallo e dall'Australia. Una cinquantina sono stati anche i partecipanti alla gara ludico-motoria disegnata appositamente per chi si approcciava a questo sport per la prima volta, con la partenza prefissata al collegio Villoresi e con arrivo sotto il gonfiabile disposto in piazza Prinetti, insieme agli atleti "professionisti".

Una vetrina importante quella in cui si è esposta questo sport nella giornata di sabato, una disciplina che dà spazio sia all'aspetto fisico che a quello mentale, dovendo riuscire a conciliare contemporaneamente scelte veloci e stanchezza muscolare.
Beatrice Frigerio
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