Il saluto di Stefano Manfredi agli operatori degli ospedali di Lecco e Merate. ''Qui c’è un grande senso di appartenenza''
Due anni e mezzo. Era il primo gennaio 2016 quando Stefano Manfredi, piemontese, veniva nominato Direttore Generale dell’Asst di Lecco, dopo il “cambio di veste” dell’Azienda dettato dalla Riforma Sanitaria targata Maroni e dopo il periodo di commissariamento con le redini affidate provvisoriamente alla dottoressa Giuseppina Panizzoli.
Il Dg Stefano Manfredi
Oggi, il Dg si è congedato, chiamando a raccolta su suggerimento della fedele Silvana – indicata, affettuosamente come “il direttore del direttore generale” – i più stretti collaboratori, i dirigenti, il personale e quanti gravitano attorno all’ospedale: da domani infatti, primo giugno 2018, assumerà la carica di “numero uno” dell’Istituto dei Tumori, migrando all’ombra della Madonnina, dopo una breve parentesi ai piedi del Resegone.A margine del saluto ai collaboratori abbiamo posto alcune domande al dottor Manfredi.
A Lecco cosa lascia?
Lascio tante persone e tanti amici. Tante persone che hanno lavorato bene, con dedizione. Non è comune trovare questo attaccamento per il lavoro, in un campo, come quello della Sanità, sempre più difficile. Qui c’è senso di appartenenza, tanto a Lecco, quanto a Merate. E un livello di competenza di grande rilievo.
Vorrei dire non aver fatto litigare Lecco e Merate (sostiene sorridendo, ricevendo come controbattuta dalla sua addetta stampa che se fosse riuscito nell’intento sarebbe in lizza per il Nobel ndr).
Siamo riusciti a chiudere alcune partite aperte da tempo, tipo l’accordo con Inrca (per l’avvio della Pneumologia al Mandic ndr) e al reperimento dei fondi per la progettazione e la realizzazione del nuovo CPS di Lecco, dopo tante richieste in questo senso. C’è poi una cosa che appare meno ma che reputo altrettanto importante: ho cercato di introdurre il concetto di programmazione, in tutti i settori, a cominciare dagli acquisti, compatibilmente con le caratteristiche stesse dell’agire nel campo della sanità.
Nel passaggio del testimone con il suo successore, quali temi indicherà come caldo al dr. Favini?
Per quanto riguarda Lecco la questione dell’accordo per il parcheggio di via Nassirya è ormai in stato molto avanzato. Tornando invece all’Inrca, da parte nostra è già stato fatto ciò che andava fatto, la questione va però seguita per vedere attivato il reparto. Poi aggiungerei temi gestionali ma sono questioni più che altro tecniche.
Cosa la aspetta dopo la “promozione” ricevuta?
Quello di un IRCCS è un mondo che non ho mai conosciuto. Ho iniziato in una Asl in Piemonte, poi in un’Azienda Ospedaliera Universitaria prima di arrivare all’ASST di Lecco, con l’introduzione proprio delle ASST. Ora affronterò una nuova sfida in un IRCCS che è il terzo in Italia, il primo per quanto riguarda i tumori. Sono orgoglioso dell’incarico ricevuto ma sento anche la responsabilità: la competizione nel settore sta aumentando e bisognerà lavorare per mantenere alto il livello.
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A. M.