Montevecchia: si chiude la XIII edizione del Festival di Maggio col duo Cominetti e Guerini
Si è concluso il Festival di Maggio a Montevecchia. Quattro date presso il Santuario con il riecheggio dell'organo Biroldi, organizzate dall'associazione AGIMUS - LOMBARDIA. Giunta alla sua tredicesima edizione, la rassegna è inserita nel Circuito Organistico Internazionale in Lombardia con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico-religioso della nostra Regione.
Il Maestro Ennio Cominetti e il baritono Giovanni Guerini
L'ultimo appuntamento è stato un recital duo, con il baritono Giovanni Guerini accompagnato all'organo dal Maestro Ennio Cominetti, direttore artistico del Festival di Maggio. Una serata molto ricca di brani eseguiti e un discorso del parroco di Montevecchia don Enrico come saluto a conclusione del ciclo di serate musicali.
Domenico Piazza
Ha parlato di bellezza, citando Dostoevskij e sant'Agostino: «La bellezza che salva il mondo è l'amore che condivide il dolore. La bellezza di cui parlo è quella tanto antica e tanto nuova, che sant'Agostino confessa come oggetto del suo amore purificato dalla conversione. È la bellezza suprema. È Dio».
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Le musiche sono state scelte tra quelle dedicate alla Vergine, compreso il "Vocis Mariae" composto dal Maestro Ennio Cominetti.
Concludiamo il percorso tra le bellezze del Santuario con due delle principali opere. La Decollazione del Battista, attribuita a Bernardino Campi, è un dipinto del Cinquecento in stile manieristico che è rimasto dormiente fino agli anni Settanta. Nel 1977 fu esposta alla mostra "Omaggio a Tiziano e all'arte milanese nell'età di Carlo V". Il Cardinal Carlo Maria Martini lo ha poi avuto per diversi anni nel suo studio e attualmente l'originale si trova nel Museo diocesano oggi intitolato al Cardinal Martini. Per il suo valore, al momento dell'inaugurazione del museo nel 2001, il dipinto del Campi è stato utilizzato come testimonial della nuova sede espositiva.
Attualmente nell'unica cappella che si trova nel lato destro della chiesa è presente una copia riprodotta a grandezza naturale a colori. In passato invece ce n'era una in bianco e nero. Sull'altare maggiore del Settecento si trova un paliotto in scagliola, che ha uno stile più vicino al periodo barocco. Nella parte centrale è installato un dipinto a olio con la scena di San Francesco che riceve le stimmate. A causa dello stato di ammaloramento ha subito un restauro nel 1992, che ha restituito tutto il valore ornamentale e artistico che possiede.
A dominare la vista dell'altare centrale è però la statua della Madonna del Monte Carmelo, datata probabilmente entro la metà del Seicento, inizialmente collocata nella cappella oggi dedicata a San Bernardo. È una Maria allo stesso tempo umile con lo sguardo rivolto verso il basso e nobile per la sua veste di color amaranto e d'oro. In braccio solleva il bambin Gesù, rivolgendolo verso l'osservatore. Ha gli occhi al cielo e tra le mani custodisce un mappamondo. La statua viene venerata e portata in processione nelle tradizionali festività del Santuario.
M.P.