AS Montevecchia: dall'open day al metodo col bambino al centro

Una stagione sportiva sta per concludersi, ma già si mettono le basi per il prossimo settembre. A Montevecchia sabato scorso si è svolto un open day per le annate 2013-2012-2011. E ce ne sarà un altro simile il 26 di maggio. Per l'anno prossimo si punta a formare una squadra della categoria "Piccoli Amici" e un'altra di "Primi calci".

Dallo scorso settembre il responsabile tecnico dei giovanissimi atleti è Andrea Fredella, 28 anni di La Valletta Brianza, laureato alla Bicocca di Milano in Psicologia dello Sviluppo e dei Processi educativi. Impegnato con un tirocinio al Centro per l'Età Evolutiva di Bergamo e un lavoro come psicomotricista a Oggiono presso la Scuola dell'Infanzia del Molinatto, a Montevecchia porta l'esperienza maturata anche sui campi di calcio del territorio come allenatore, compresi Milan, Atalanta e relativi camp estivi.

Il responsabile tecnico Andrea Fredella

Dalla teoria alla pratica. «I bambini sono al centro del processo di apprendimento. L'esercizio non prevede solo una crescita da un punto di vista tecnico, ma anche cognitivo. Proponiamo esercizi che stimolano l'intelligenza. Molto dipende dal modo in cui si conduce il gioco - ha spiegato Fredella - Costruiamo e facciamo comprendere i concetti in allenamento. Poi in partita non guidiamo il bambino e lo lasciamo libero di esprimersi».

Un metodo che il responsabile tecnico condivide con i cinque allenatori (tre provengono dalla prima squadra dell'A.S. Montevecchia che ora lotta per i playoff in terza categoria). Fornisce loro il materiale e svolgono insieme periodici incontri in cui si condividono sviluppi, richieste o proposte. Il metodo è stato presentato alla dirigenza che sposa la proposta di un percorso che duri nel tempo.

«Ho scelto di venire a Montevecchia perché cercavo un ambiente piccolo e persone che avessero voglia di costruire un progetto» ha motivato il responsabile tecnico, che però preferisce parlare dei suoi piccoli allievi. «È importante che si divertano, non solo per la gioia del gioco. È dimostrato scientificamente che quando il bambino si diverte attiva i neurotrasmettitori, che partecipano ai meccanismi alla base dell'apprendimento. È il cosiddetto "sistema di ricompensa"».

Lo sviluppo motorio è solo l'aspetto più lampante. Di base c'è l'interesse generale alla formazione degli adulti del domani. «L'unica certezza è che questi bambini sono il futuro della nostra società. Per questo dobbiamo investire sulla crescita della persona.

Non farlo sarebbe da stolti
». Nella pratica, stimolano i singoli bambini a una maggiore responsabilizzazione e autonomia, sul campo e negli spogliatoi. «Mi sbilancio: si dovrebbe creare in futuro una relazione attiva calcio-scuola, così il continuum tra sport e vita sarà più naturale». In quella fascia di età non si partecipa ai campionati.

Le partite vengono organizzate in amichevoli. Il prossimo sabato, 28 aprile, avranno ad esempio un triangolare a Sirtori. Per il periodo delle vacanze è in fase di progettazione un camp estivo, che si terrà nelle due ultime settimane di agosto, dal 20 al 31 del mese.  

 

M.P.
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