Montevecchia: con l'Unitalsi Monza e Merate il corso per diventare clown col cuore grande

Niente giochi di prestigio, parrucca d'ordinanza o bretelle stravaganti al corso di primo livello di clownterapia, organizzato da Unitalsi Monza e Unitalsi Merate. Due giorni intensi per gli iscritti, in cui i formatori hanno puntato a far uscire il lato sensibile nascosto in ognuno dei partecipanti. Una ricerca interiore per riconoscere le proprie paure e rintracciare la felicità in uno sguardo reciproco.


I clown indossano una maschera, ma hanno anche un cuore sincero, specialmente quando percorrono le corsie di un ospedale o si recano in case famiglia o in case di riposo. «Il clown deve sapersi emozionare. Il suo naso rosso è il suo cuore offerto a tutti» ha spiegato il formatore Donato Calzino, dottore del sorriso e dell'ascolto, come ama appellarsi. Tra sabato e domenica il corso è stato ospitato a Montevecchia. Il gruppo è partito da Monza, dove è stato visitato il Centro Mamma Rita, che accoglie bambini in difficoltà. «Il primo incontro è stato il momento del "risveglio", facendo uscire il bambino che è dentro di loro» ha riassunto l'educatore.

Poi nel tardo pomeriggio i volontari (l'età variava dai 17 ai 43 anni) sono saliti in Alta Collina. Al Santuario della Beata Vergine del Carmelo è stata celebrata la messa di mezzanotte e a seguire un'esperienza sensoriale: una camminata nel bosco, dove i punti di riferimento diminuivano per via del buio. Nella mattinata di domenica si sono trasferiti presso la palestra di via del Fontanile. Esercizi di respirazione, per cominciare. Poi l'importanza della comunicazione non verbale. Gli sguardi e la gestione degli spazi, per tentare di abbattere quella che in prossemica viene definita la distanza intima, tra le quattro è la bolla interpersonale più ostica. «Arriva così la scintilla di dirsi grazie con il contatto di un abbraccio» ha sintetizzato Donato Calzino. E per qualcuno l'esperienza è sfociata in un pianto liberatorio, forse perché si sentiva accolto, forse perché si immaginava già vicino a un bambino con difficoltà, al servizio di una persona ammalata, nell'arduo ruolo di sollevarlo con un sorriso.

Il corso è stato un profondo lavoro sull'Io, destrutturandolo, per poi generare energia positiva. «Per affrontare determinate situazioni - ha spiegato il "dottore del sorriso" - bisogna essere corazzati a livello mentale, ma aperti a livello di cuore». Un equilibrio che alcuni trovano in soli due giorni, altri in più tempo. Nel primo pomeriggio si sono recati al centro di Merate. In piazza hanno dato vita a una sorta di "free hugs flash mob", un'iniziativa in cui in maniera inaspettata si abbracciano "gratuitamente" gli ignari passanti. «Con il naso rosso da clown ti abbracciano, non ti temono. Sanno che è la bontà che li sta abbracciando» ha previsto Donato Calzino, che insieme a Francis Calsolaro e a Vera ha accompagnato i quindici corsisti nel percorso del fine settimana appena trascorso. Sarà stato utile se poi decidessero di unirsi alla "Compagnia Colori" dell'associazione Unitalsi Monza. Altrimenti rimarrà comunque impresso il ricordo di un'esperienza non facile da dimenticare.

M.P.

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