Cernusco: 74 piante per far ''rinascere'' il cannocchiale della Villa Lurani con vista sul Castello e fino alla sommità del colle
Uno scorcio della valle in uno scatto di oggi
Il "cannocchiale" di Cernusco Lombardone tornerà ad affascinare residenti e visitatori. Dai terreni a fianco del cimitero fino al torrente Molgora. Una doppia fila di cipressi indirizzerà lo sguardo verso il Castello, il colle di Montevecchia ed il santuario della Beata Vergine del Carmelo.
Immagine del Cannocchiale dalla valle del Molgora (Fonte: Volume su Cernusco Lombardone)
Così come un tempo, l'intero filare attraverserà i terreni di Villa Lurani Cernuschi, attualmente di completa proprietà della famiglia Pappone. 38 piante nella valle del Molgora, sotto via Monza, e 36 tra la SP 342 dir (ex via Spluga) e via Sant'Ambrogio. Cifre identiche all'antico viale costituito di pioppi.
Lo stemma della casata Lurani Cernuschi (stessa fonte)
Alcune essenze arboree giunte al termine del proprio ciclo vitale non erano state sostituite, altre erano state sradicate a causa del loro stato di ammaloramento durante forti fenomeni temporaleschi. Due decisioni erano state assunte in particolare. Nel luglio 2014 la "chiusura temporanea" al transito del "viale dei pioppi"; nel luglio del 2016 la decisione più radicale - e i cernuschesi se la ricorderanno bene - di abbattere totalmente i tronchi. Acqua passata. Nel mezzo, una pratica edilizia aperta nel 2016 e i successivi pareri dell'ufficio tecnico comunale, della Commissione comunale per il Paesaggio, della Soprintendenza.
Mappa settecentesca di Cernusco Lombardone
Particolare della stessa mappa
Quindi l'autorizzazione paesaggistica. Poi nel gennaio scorso si sono susseguite la presentazione della domanda da parte di "IL PALAZZO s.r.l.", società intestata alla sig.ra Carolina Mottola, moglie del dottor Carlo Pappone; la proposta del responsabile comunale e infine il permesso di costruire. La riqualificazione dei viali alberati storici è ormai qualcosa di imminente. Formalmente gli interventi devono cominciare entro il prossimo gennaio e concludersi in tre anni.Il cannocchiale prospettico verso Montevecchia
Lo scatto ai giorni nostri
Fotografia probabilmente scattata dopo i lavori di ristrutturazione, intorno al 1901/1902. (fonte: Un patrizio milanese...)
Nell'area nord si punta alla ricostituzione delle balze dei ronchi, che attualmente sono quasi completamente scomparse. Lungo il torrente Molgora ci sarà una fascia alberata con specie proprie degli àmbiti ripariali di profondità costante, evitando la creazione di boschetti. Sul lato sud-ovest si ammette una recinzione di massimo 1,10 metri, coperta a pari altezza da una siepe di specie autoctona, tradizionalmente utilizzata per le delimitazioni dei campi agricoli. Insomma, una serie di migliorie che non tradiranno l'aspetto paesaggistico convenzionale del luogo. Un dispiacere per molti cernuschesi sarà la scelta di piantumare cipressi al posto dei caratteristici pioppi, che recano meno garanzie sulla loro durata nel tempo. Interventi minimi rispetto ad alcune proposte presentate anni addietro dalla proprietà, che auspicava come nelle lussuose e fastose ville del passato orti, giardini, panchine, statue, l'illuminazione elettrica e persino una fontana scrutabile da via Monza e dai treni in corsa lungo i binari ferroviari. Desidèri che si sono tuttavia scontrati con i vincoli paesaggistici sottolineati dagli uffici comunali o dalla Soprintendenza.Foto scattate dal porticato che si affaccia su Montevecchia
Non è ancora chiaro se il viale alberato sarà accessibile a chi volesse farci una camminata. Nel 2011 il PGT (Piano per il Governo del Territorio) classificava le due ali alberate come "aree per servizi pubblici e di interesse pubblico a livello comunale". L'amministrazione comunale puntava così a proprie spese alla qualificazione paesistica del belvedere panoramico e alla riqualificazione del percorso storico alberato sotto via Monza. Non avendo approvato uno strumento attuativo e non avendo inserito l'opera nel Piano Triennale dei Lavori pubblici, è decaduto nel 2016 il vincolo ad uso pubblico. Nei prossimi mesi la proprietà e il Comune valuteranno il da farsi.
Dal PGT del 2011
Quello che è rimasto del viale dopo l'abbattimento delle piante ammalorate, sul lato della provinciale
È presumibile che si arriverà ad una convenzione tra i due soggetti coinvolti. Se ci dovessero essere dei cancelli di accesso sul lato est (strada provinciale), l'accordo eventualmente regolamenterebbe gli orari di apertura, per evitare che di notte diventi un ricettacolo di bivacchi e comportamenti scorretti. Sul lato ovest, la valle è quasi certo rimarrà chiusa al pubblico. Dopo i costi sostenuti per la riqualificazione, sarà difficile che la proprietà ceda, sempre ammesso che l'amministrazione sia intenzionata ad accollarsi le non indifferenti spese di manutenzione del verde.
L'ingresso della villa e l'affaccio sulla valle
Il giardino interno alla villa Lurani Cernuschi
Con la ristrutturazione dell'edificio intorno al 1895, l'architetto Achille Majnoni trovò delle soluzioni per privilegiare la vista del cannocchiale verso Montevecchia ed il suo paesaggio circostante caratteristico della Brianza. Vennero abbattuti dei corpi minori che bloccavano la visuale verso il "colle" e fu "sopraelevato l'ultimo piano dell'avancorpo aprendovi un loggiato con chiaro intento panoramico" sempre per usare le parole della Cito Filomarino. In quel periodo la villa era dimora di Francesco Lurani Cernuschi, uomo di grande cultura in vasti àmbiti del sapere, il quale seppe attrarre a Cernusco Lombardone insigni personalità, compresi Lorenzo Perosi, Arrigo Boito e Giuseppe Verdi. Il figlio di Francesco Lurani, Giovannino, ebbe invece la passione per l'automobilismo.
Parete del garage con le firme dei piloti
Ma allo stesso modo, anche un qualsiasi passante poteva godere del magnifico scenario. Il viale alberato, interrompendosi entro i cancelli ma lasciando traccia di sé per la disposizione delle aiuole del giardino, sembrava trafiggere e al tempo stesso estendere i confini della dimora patrizia. Questa era la forza suggestiva del doppio filare prospettico. Una squisita commistione architettonico-paesaggistica tra pubblico e privato. Un segno indelebile di due storiche casate, che ora tornerà ad essere un baluardo di memoria per Cernusco.
Immagini e informazioni storiche tratte dai volumi "Cernusco Lombardone" e "Un patrizio milanese verso la modernità")
Marco Pessina