Merate: PD in assemblea analisi del voto e prospettive per le elezioni comunali 2019
Assemblea del circolo PD di Merate piuttosto nutrita, quella di lunedì 19 marzo nella sede di via Trento. La discussione si è retta su due fronti: le elezioni politiche del 4 marzo, tra qualche coming out ma nessuna caccia alle streghe, e le prossime amministrative del 2019.
Walter Mangiagalli, Federico Dusi e Gino del Boca
Due linee chiare, ma divergenti. Un algoritmo mangia-voti degno del miglior matematico, ma un'identità esistenziale come Partito Democratico ancora vacillante e offuscata. Col paradosso che a livello nazionale il circolo guidato da Gino del Boca è convinto che bisogna tornare a pescare nel bacino composto dalle sacche di popolazione in difficoltà. Tornare a dire qualcosa di sinistra, per usare l'espressione di Moretti (Nanni, non Alessandra). Mentre a Merate si cercherà il voto moderato, data la fisionomia dell'elettorato tradizionalmente non incline a spostare il proprio baricentro. Opposizione dura in Parlamento per tentare di recuperare "chi è partito e si è perso, e chi ha perso il partito" (questa volta la citazione è del cantautore Brunori Sas). Governare a Palazzo Tettamanti sotto mentite spoglie attraverso una lista civica, puntando a quel 53,79% che a Merate ha votato SÌ al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 [clicca QUI]. È vero, Del Boca [membro dell'Assemblea nazionale del PD, ndr] ha ribadito anche l'altra sera che il recente percorso del suo circolo è stato e sarà slegato dalle faccende regionali e nazionali. Tuttavia, concentrare in una stessa riunione due visioni politiche differenti non può non far volgere lo sguardo in basso, a quei due piedi in una scarpa.
Enrico Mazzucchelli
Tutto ciò posto, il dibattito sulla condizione nazionale è stato vivace e dialogante. Stimoli variegati e l'unità - almeno nel microcosmo meratese - di chi ha voglia di ripartire. Spazio anche a termini come "borghesi", "imborghesiti", ad espressioni come "il sol dell'avvenir" e la parola "comunista" coperta da qualche colpo di tosse. Un signore ha ammesso di non aver votato per la prima volta PD e ha criticato «il modo presuntuoso e arrogante di chi ha pensato di possedere il verbo. Non stavamo governando, ma imponendo delle scelte».
Gino del Boca con alle spalle la locandina dell'unica data del workshop del 2017
Gino del Boca è stato più cauto. Trova assurdo che Renzi non abbia espresso un'analisi della sconfitta, ma non colpevolizza la classe dirigente (definita «la più competente»). Il PD si è perso per strada un pezzo dell'elettorato, secondo il segretario del circolo meratese. Seppur le riforme sono state positive, non sono state comunicate in modo chiaro. A questo proposito, con un lessico politicamente corretto, ha evidenziato come in Italia ci sia un problema serio di «analfabetismo funzionale», ovvero il saper leggere e scrivere, ma l'avere difficoltà a comprendere il significato di un testo.
Per chi non ha - per grazia di Dio - questo genere di disfunzione, il sottotesto di questa "uscita" a ridosso di una sconfitta alle urne è decisamente chiaro. Intellettualmente di più ampio respiro, l'intervento di Pierangelo Marucco che ha esortato a ripartire dalla sociologia e dalla psicologia sociale per capire a fondo l'umano, una ricetta epistemologica. «Non avendo compreso i processi, non abbiamo capito il rancore - ha dichiarato il presidente dell'associazione culturale La Semina - Bisogna conoscere i contesti complessivi, le aree sistema. Bisogna tornare a fare politica, non continuare a costruire macchine per le elezioni».
Venendo ai nostri lidi, una settimana fa si è svolto un incontro tra Sei Merate e il circolo PD. Del Boca ha manifestato ottimismo. Intravede un percorso unito e largo, aprendo al centro moderato, come detto sopra. Sulla forma che deve assumere l'organismo politico che si presenterà alle amministrative non c'è ancora nulla di certo. Il segretario PD locale ha annunciato che verrà costituito a breve un Comitato Direttivo ad hoc. Un gruppo ristretto che strutturi la campagna elettorale. «L'importante è che il Partito Democratico si faccia trovare pronto e non schiacciato alle prossime elezioni» ha dichiarato Del Boca. L'opzione su cui il circolo è più incline è quella ibrida. No a una lista civica autonoma e no a una lista apertamente partitica. «Le liste civiche da sole hanno fallito. Bisogna tenerne conto e decidere. Non è detto che la lista civica sia un'àncora di salvezza. Un progetto civico senza che ci sia dietro qualcosa di solido è destinato a naufragare» ha espresso il segretario dem di Merate, che ha poi aggiunto fuori dai denti: «La lista può non avere il simbolo, ma che il progetto sia del partito». La parola chiave è "territorio", che deve essere rappresentato da persone che lo vivono. In lista dunque si aspira ad avere persone conosciute nel tessuto sociale. Sul candidato sindaco ancora nessun nome viene fatto circolare. Questa è la preoccupazione principale di molti presenti in sala. Per il resto, il momento viene reputato propizio, con la spaccatura in seno alla maggioranza consiliare e i Cinque Stelle che a Merate non hanno ancora sfondato.
Nessun gesto apotropaico, ma tra la scaramanzia e la precauzione Gino del Boca ha avvisato i suoi: «Non sottovalutiamo niente. È già capitato che alla fine si ricompattano e vincono». Bisogna quindi agire fin da subito, anche da un punto di vista comunicativo. Rivendicare il lavoro svolto dalla minoranza in questi quattro anni di opposizione e attaccare forte le scelte e i risultati della maggioranza. E poi parlare con la gente, scendere in piazza, allargare la base degli iscritti al circolo, prendere contatti con le associazioni. In questo, la nuova guardia del circolo chiede un supporto ai veterani. «Noi giovani siamo nuovi - ha dichiarato Federico Dusi - Cercate di farci capire cosa significhi affrontare una campagna elettorale a Merate». Segnali distensivi dall'ex segretario meratese Enrico Mazzucchelli: «Il nostro circolo da sette mesi ha avuto una grossa evoluzione, non un'involuzione». Accantonato invece il progetto sui workshop. Presentato esattamente un anno fa [clicca QUI], si è fermato a un'unica data, quella del 1° aprile 2017. Sulle proposte programmatiche, nessun piano fantasmagorico. Si punta ad avere poche idee ma concrete, ascoltando le richieste essenziali della cittadinanza. C'è chi ha proposto di condividere alcuni temi con gli altri candidati sindaco del Meratese e Casatese di area centro-sinistra che andranno a elezioni sempre nel 2019, Casatenovo e Osnago per fare un esempio.
Marco Pessina