Airuno: nanoparticelle, vaccini e ricadute sulla salute. Ne parla il dottor Montanari

Una conferenza per approfondire, capire e schiarirsi le idee sugli effetti che le nanoparticelle hanno all'interno del nostro corpo. È questo che un gruppo di mamme lecchesi e l'associazione Renovatio21, in collaborazione con Vita al Microscopio, ha organizzato presso l'auditorium Smeraldo dell'oratorio di Airuno, che nel pomeriggio di sabato 17 marzo ha ospitato l'evento registrando il tutto esaurito. Relatori sono stati il dottor Stefano Montanari e sua moglie, la dottoressa Antonietta Gatti, attualmente ricercatori a Ginevra che sono stati a capo di diversi team di studio proprio in questo campo.

Cristiano Lugli, Antonietta Gatti e Stefano Montanari

Come spiegato da Cristiano Lugli, referente di Renovatio21, oltre all'aspetto scientifico il sodalizio si occupa di valutare anche l'aspetto etico delle cose: ne sono un esempio i vaccini, che secondo l'associazione rappresentano un attacco alla vita nascente sia perché ora obbligatori, sia perché per produrli vengono utilizzati resti di feti abortiti appositamente. La relazione del dottor Montanari è partita, però, da molto prima, andando a spiegare come sono arrivati a scoprire gli effetti delle nanoparticelle sull'uomo. «Arrivò un paziente - ha detto il medico - a Modena, nell'ospedale dove lavoravo, che presentava lacrimazione da un occhio, febbre intermittente e insufficienza epatica e renale, tanto che il suo medico curante gli aveva riferito che presto sarebbe finito in dialisi».


Una diagnosi dura, incredibile, ma che il medico e la moglie cercano di approfondire. Viene effettuata una biopsia sul rene e sul fegato del paziente, e i reperti bioptici vengono inviati al laboratorio di analisi guidato della dottoressa Gatti. Ciò che scopre è sensazionale: oltre a materiale riconducibile al corpo umano, vi era anche del materiale esterno, del corpo estraneo. Si scopre così che la diagnosi formulata prima, una granulomatosi sine causa, ovvero senza causa, era in realtà una granulomatosi provocata dalla presenza di questi corpi estranei all'interno del corpo. Ma come aveva fatto il paziente a introdurre quel materiale al suo interno?

VIDEO



«Aveva due impianti dentali, purtroppo costruiti male, e una sindrome da pre contatto, ovvero una parte della mandibola andava a contatto con la mascella prima dell'altra
- ha spiegato il dottore - la protesi dentale si è così consumata e, negli anni, il metallo con cui era fatta è andato a insediarsi nel fegato e nei reni, provocando un'infiammazione. Rifacendo gli impianti e curando il paziente con degli antinfiammatori cortisonici, i sintomi sono scomparsi».
Quando si introduce un qualcosa di estraneo all'interno del corpo, ha spiegato il ricercatore, si scatena una reazione infiammatoria, che nel caso specifico aveva attaccato fegato e reni. «Quando del materiale estraneo entra nel corpo - ha continuato - si pensa che venga espulso completamente, ma in realtà non è così, c'è sempre una parte di questo che viene catturata dai tessuti».
Inizia allora, nel 2002, una fase di ricerca europea, con a capo la dottoressa Gatti, incaricata di studiare al meglio queste nanoparticelle, che si scoprono essere solide e insolubili, sia nell'acqua che nei grassi, praticamente eterne. Sono piccole e leggere, pesano molto meno dei pollini, e sono spesso nell'aria. Per certi versi si comportano come un gas: vengono da noi inalate, finiscono negli alveoli polmonari e dopo 60 secondi arrivano al sangue. E la stessa cosa avviene con le polveri, che nell'aria, vanno a depositarsi su frutta, verdura, cereali e quant'altro viene coltivato, con la differenza che quelle che ingeriamo possono essere molto più grosse di quelle inalate. Ma cosa contengono queste particelle?


Si parla di cromo, nichel, ferro, che possono andare ad attaccare direttamente le cellule e modificarne il nucleo e quindi il DNA: in tal modo, una cellula modificata può perdere la memoria di apoptosi, ovvero la capacità di autodistruggersi se danneggiata. In tal modo, continua a restare in vita finché avrà nutrimento. Ma non solo: le polveri possono arrivare ad attaccare anche il seme maschile, riducendo drasticamente la fertilità degli spermatozoi e quindi abbassando notevolmente la fecondità maschile.
«In alcune aree, come ad esempio la terra dei fuochi
- ha poi continuato Montanari - gli aborti spontanei sono notevolmente aumentati. Anche alcune malattie gravi e dolorose, come l'endometriosi, sono aumentate. Le particelle inoltre vengono passate da madre a feto. Quest'ultimo agisce come una spugna, andando ad assorbire le nanoparticelle salvando la madre. È questo il motivo per cui effettuare le vaccinazioni in gravidanza è la cosa più sbagliata che si possa fare».
Questo perché anche nei farmaci, e quindi anche nei vaccini, vi sono queste particelle. Il team della dottoressa Gatti è arrivato per caso a questa scoperta: analizzando l'escrescenza che veniva provocata da un vaccino e il vaccino stesso, il loro studio li ha portati a ritenere che tutti i vaccini contengono queste particelle. Si è arrivati a pensare che addirittura c'era il laboratorio sporco, perché la scoperta pareva assurda. Il professore ha poi elencato tutti i tipi di sostanze che vengono aggiunte ai vaccini.


«Prima fra tutte - ha detto - il mercurio, che è un potente antifungino e disinfettante. Viene aggiunto soprattutto ai vaccini destinati ai paesi caldi, perché in quei luoghi è impossibile garantire la catena del freddo e quindi il preservarsi del medicinale. Si parla poi di glutammato di sodio, cancerogeno, formaldeide, vietata dal 2004 ma utilizzata tutt'ora, antibiotici, sali di alluminio, proteine animali e umane, gomme, gelatine, emulsionanti, squalene, Medium199, vietato per uso umano e animale. E poi acciaio, titanio (nel vaccino esavalente), tungsteno, ferro, calcio, barrio, zolfo e piombo. Un'infinità».
Secondo il dottore, poi, vaccinarsi è sostanzialmente inutile, poiché i dati dimostrano che la curva delle malattie coperte da vaccino era comunque in discesa prima dell'introduzione del vaccino stesso. È il caso, ad esempio, del tetano, della pertosse, del morbillo e della difterite, per i quali si sono presi in considerazione i dati di Inghilterra e Stati Uniti. La diminuzione della mortalità, secondo il dottore, è infatti dovuta solamente al miglioramento delle condizioni di vita delle persone in seguito alle invenzioni che, negli anni, si sono susseguite.
«Bisogna poi considerare gli effetti collaterali che i vaccini possono provocare - ha poi aggiunto - come ad esempio, ed è scritto nel bugiardino del vaccino Tripedia, l'autismo. Ma a cosa servono i vaccini? A nulla, perché bisogna anche considerare che, per legge, non è obbligatoria una sperimentazione prima che essi entrino in commercio».


Affermazioni che non mancheranno di certo di suscitare dibattiti e prese di posizione. Ai posteri comunque l'ardua sentenza.
Stefano Riva
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.