Merate: Adama, 17 anni dal Senegal, in Italia per ritrovare la famiglia e tornare a nuova vita grazie ai chirurghi del Mandic
Il primo a sbarcare in Italia è stato il capofamiglia William Diop, oggi 45 anni, nel lontano 2005.
Poi pian piano, con tre ricongiungimenti, è riuscito a radunare tutta la sua famiglia, moglie e sei figli. Ma per l'ultimo, Adama, nato il giorno di Natale del 2000, è stato davvero un viaggio della speranza alla ricerca della guarigione che il suo paese, il Senegal, pur con ospedali e personale laureato, non era in grado di dargli per la mancanza di strutture, medicamenti e degli stessi materassi per i pazienti.
A digiuno di italiano e con una vistosa escrescenza sulla guancia sinistra Adama, arrivato a Merate due mesi fa, è stato preso in carico dall'équipe chirurgica dell'ospedale San Leopoldo Mandic. Quell'enorme bubbone sul volto, da subito, si è capito che non lasciava presagire nulla di buono. Da anni, infatti, il ragazzo affidato alle cure dei nonni conviveva con quella massa ma i genitori, ben sapendo i pericoli che poteva correre il loro figlio sottoponendosi a una operazione nella terra natia, hanno preferito rischiare e attendere di poterlo portare in Italia. Ci sono voluti diversi anni affinchè la famiglia potesse raggiungere una certa stabilità e due mesi fa anche Adama, l'ultimo ad essere rimasto in Africa, è approdato in Italia. La prima tappa per lui, che parla solo francese, è stata il presidio cittadino. Qui dopo tutte le visite e gli accertamenti del caso, si è deciso di procedere a un intervento chirurgico per asportare l'escrescenza dal volto. A operarlo è stato il dr. Paolo Casati del reparto diretto dal dr. Pierluigi Carzaniga e a loro è andata la riconoscenza della famiglia. "Siamo arrivati in questo piccolo ospedale e ci siamo sentiti a casa" ha raccontato papà William "Ci hanno accolto con gentilezza e premura e si sono presi subito in carico il ragazzo. Adama non poteva essere operato in Senegal. Da noi ci sono gli ospedali e anche il personale è preparato, frequenta con successo l'università. Il problema è che manca tutto. Non ci sono le medicine, durante le operazioni può finire il necessario per chiudere le ferite. Spesso mancano i letti per tutti i pazienti, a volte non ci sono nemmeno i materassi e le lenzuola. E poi i ferri e le altre macchine che avete nelle sale operatorie da noi non ci sono e per questo un intervento come quello di Adama può comportare grossi rischi. Oltre a questo c'è il problema delle medicazioni dopo l'operazione, non sempre si possono fare perchè mancano le pomate. Per Adama non c'era altra speranza che l'Italia e la nostra salvezza è stata qui al Mandic. Anche a nome di mia moglie dico davvero grazie per le cure che sono state date a mio figlio che ora inizierà ad andare a scuola, imparare l'italiano, giocare con i suoi nuovi amici senza più quella massa sul volto".
Insomma una storia nata in Senegal, che ha attraversato il Mediterraneo, è sbarcata in Italia e che per trovare il suo lieto fine ha dovuto varcare la soglia del nostro ospedale cittadino.
Poi pian piano, con tre ricongiungimenti, è riuscito a radunare tutta la sua famiglia, moglie e sei figli. Ma per l'ultimo, Adama, nato il giorno di Natale del 2000, è stato davvero un viaggio della speranza alla ricerca della guarigione che il suo paese, il Senegal, pur con ospedali e personale laureato, non era in grado di dargli per la mancanza di strutture, medicamenti e degli stessi materassi per i pazienti.
Papà William, la più piccola della famiglia e Adama
A digiuno di italiano e con una vistosa escrescenza sulla guancia sinistra Adama, arrivato a Merate due mesi fa, è stato preso in carico dall'équipe chirurgica dell'ospedale San Leopoldo Mandic. Quell'enorme bubbone sul volto, da subito, si è capito che non lasciava presagire nulla di buono. Da anni, infatti, il ragazzo affidato alle cure dei nonni conviveva con quella massa ma i genitori, ben sapendo i pericoli che poteva correre il loro figlio sottoponendosi a una operazione nella terra natia, hanno preferito rischiare e attendere di poterlo portare in Italia. Ci sono voluti diversi anni affinchè la famiglia potesse raggiungere una certa stabilità e due mesi fa anche Adama, l'ultimo ad essere rimasto in Africa, è approdato in Italia. La prima tappa per lui, che parla solo francese, è stata il presidio cittadino. Qui dopo tutte le visite e gli accertamenti del caso, si è deciso di procedere a un intervento chirurgico per asportare l'escrescenza dal volto. A operarlo è stato il dr. Paolo Casati del reparto diretto dal dr. Pierluigi Carzaniga e a loro è andata la riconoscenza della famiglia. "Siamo arrivati in questo piccolo ospedale e ci siamo sentiti a casa" ha raccontato papà William "Ci hanno accolto con gentilezza e premura e si sono presi subito in carico il ragazzo. Adama non poteva essere operato in Senegal. Da noi ci sono gli ospedali e anche il personale è preparato, frequenta con successo l'università. Il problema è che manca tutto. Non ci sono le medicine, durante le operazioni può finire il necessario per chiudere le ferite. Spesso mancano i letti per tutti i pazienti, a volte non ci sono nemmeno i materassi e le lenzuola. E poi i ferri e le altre macchine che avete nelle sale operatorie da noi non ci sono e per questo un intervento come quello di Adama può comportare grossi rischi. Oltre a questo c'è il problema delle medicazioni dopo l'operazione, non sempre si possono fare perchè mancano le pomate. Per Adama non c'era altra speranza che l'Italia e la nostra salvezza è stata qui al Mandic. Anche a nome di mia moglie dico davvero grazie per le cure che sono state date a mio figlio che ora inizierà ad andare a scuola, imparare l'italiano, giocare con i suoi nuovi amici senza più quella massa sul volto".
Insomma una storia nata in Senegal, che ha attraversato il Mediterraneo, è sbarcata in Italia e che per trovare il suo lieto fine ha dovuto varcare la soglia del nostro ospedale cittadino.
S.V.