Olgiate: Lorenzo Ferrario tra i '30 Under 30' nella classica europea della rivista Forbes
Lorenzo Ferrario
A poche ore dalla notizia, è ancora sorpreso: «A dicembre Forbes mi ha contattato per riferirmi di essere tra le nomination, ma non mi aspettavo che il riconoscimento si concretizzasse. È stato del tutto inaspettato». È il terzo anno che la rivista stila la classifica e già l'anno scorso aveva contattato Lorenzo Ferrario per il suo lavoro all'interno dell'azienda italiana D-Orbit. Dopo una repentina scalata tra gli incarichi, attualmente ricopre il ruolo di direttore tecnico. Conduce la parte di ricerca e sviluppo del settore tecnico della compagnia. «Mi fa piacere che molte persone che non vedo da molto tempo mi abbiano scritto per congratularsi con me. Continuo a ringraziarle per il sostegno» ha commentato. L'azienda, nata nel 2011 come start-up, nel 2017 ha lanciato nello spazio con successo il suo primo satellite D-Sat, in una missione di tre mesi per validare la propria tecnologia. La giuria di Forbes per la sua categoria è stata composta da tre massimi esperti: Johanna Schulz, fondatrice e direttore tecnico di "akvola Technologies"; Nigel Titchener-Hooker, presidente della Facoltà di Scienze Ingegneristiche della "University College London"; Riccardo Donadon, fondatore e amministratore delegato di "H-Farm". Classe 1989, Lorenzo Ferrario ha frequentato le scuole a Merate. Si è diplomato a Sesto San Giovanni al liceo scientifico tecnologico. Si è laureato con il massimo dei voti al Politecnico di Milano in Ingegneria aerospaziale. Durante gli anni della specialistica ha preso parte al Programma ESMO (European Student Moon Orbiter) che coinvolgeva circa una ventina di atenei europei. Tra il 2013 e il 2014, ha svolto attività di ricerca negli Stati Uniti, presso l'Università di Princeton. Dalla formazione accademica al mondo del lavoro, il passaggio è stato naturale. Con il progetto studentesco ESMO ha conosciuto il coordinatore della squadra del Politecnico Luca Rossettini, che da lì a poco avrebbe fondato la D-Orbit. Riconoscendo il talento di Lorenzo Ferrario, lo ha sùbito voluto con sé. La compagnia aerospaziale è una favola degli anni 2000. Quattro giovani con tante idee e nemmeno un ufficio comune dove progettare, sono riusciti a convincere gli investitori a sostenerli. Dal 2011 solo passi da gigante. Una sala di controllo dei satelliti in stile Houston, numerosi premi di anno in anno, sedi sparse tra Italia, Portogallo (sviluppo software) e Stati Uniti (commerciale). Da quel primo assunto - l'olgiatese Lorenzo Ferrario - se ne sono aggiunti altri 35 circa. Ormai la D-Orbit, con il brianzolo nel ruolo di direttore tecnico, può pensare in grande. È in fase di espansione, con posizioni occupazionali aperte e una lista di candidati infinita. Il prossimo anno la compagnia prenderà parte alla missione europea Vega, con il loro primo transporter grazie a InOrbit NOW, una sorta di servizio taxi per satelliti dalla Terra allo spazio.
Marco Pessina