Fondi per le famiglie di disabili: tornano le liste d'attesa,evase solo metà delle istanze
Complessivamente, nell'anno 2017 sono state presentate n.729 istanze di cui 296 per la prima volta, confermando il dato di mobilità già evidenziatosi gli scorsi anni.
Scomponendo il quadro della domanda fra anziani e disabili si rileva la prevalenza, ormai in tutti gli Ambiti, delle richieste relative al sostegno della disabilità, in modo particolarmente marcato nell'Ambito di Merate. Il complessivo maggior numero delle istanze per disabili non è solo determinato dalla ovvia continuità delle stesse nel tempo rispetto agli anziani. Infatti anche il dato delle nuove istanze è comunque superiore nell'area disabili, principalmente per l'aumento delle domande relative ai minori.
Le risorse assegnate agli Ambiti non coprono il fabbisogno, in parte per la riduzione avvenuta nel 2017, in parte per i criteri previsti dalla DGR regionale che determinano una impostazione precisa e vincolante, in alcuni casi, nell'utilizzo delle stesse. Le misure indicate da Regione Lombardia sono molto ampie, i piani operativi locali devono garantire l'applicazione di tutte le misure previste. L'esito, pur con differenze fra Ambito e Ambito, è il ritorno alla lista di "attesa" con scarse possibilità di risposta in ragione dell'assenza di risorse ulteriori. Le prime persone in lista d'attesa potranno, probabilmente, beneficiare di quote residue derivanti da economie da interventi non conclusi per ragioni diverse(decesso, rinuncia, mancata o parziale attivazione).
Nella tabelle a seguire vengono evidenziati i valori medi delle risorse assegnate per ogni intervento, in relazione alle richieste presentate; si evidenzia una certa differenza fra gli Ambiti. Il dato dell'Ambito di Bellano, grazie a risorse residue dell'anno precedente, porta in realtà, la spesa media a circa €2.400 per beneficiario. Il dato dell'Ambito di Merate è fortemente condizionato da alcuni interventi sulla disabilità grave che hanno richiesto un importante investimento di risorse specifiche.
Considerate le domande non evase, e il valore economico della risorsa media attribuita alle persone, è evidente lo scarto fra fabbisogno rilevato e risorse disponili, pur depurando il dato del meratese dalla maggior incidenza degli interventi citati in precedenza.
Per l'anno 2018 è assolutamente indispensabile un incremento dei finanziamenti regionali sulla non autosufficienza e del FNA, e una diversa definizione di criteri che permetta di orientare le risorse verso le persone per le quali sono assenti servizi e reti di protezione. In particolare andrebbero regolamentati meglio i buoni relativi al caregiver familiare e all'assistente familiare che, come vedremo più avanti, rappresentano la spesa principale ma garantiscono anche la minore possibilità di finalizzazione e verifica dell'efficacia dell'intervento ai fini della presa in carico della persona.
A seguire vengono proposti i quadri analitici degli interventi sostenuti nell'area anziani e nell'area disabili che permettono di cogliere a quali interventi vengono destinate le risorse, sulla base dei criteri previsti dalla DGR ma anche delle progettualità/richieste formulate dalle famiglie e dai SSB.
Nell'area anziani/non autosufficienza quasi il 64% delle risorse è destinato al cosiddetto autosoddisfacimento, cioè al riconoscimento delle prestazioni rese dal caregiver familiare. A questo si aggiunge una quota superiore al 29% delle risorse impiegate per il buono sociale a riconoscimento
delle prestazioni rese dall'assistente familiare. Complessivamente, quindi, il 93% delle risorse si traduce in trasferimenti monetari il cui esito non necessariamente produce un incremento della qualità della prestazione in favore del beneficiario, obiettivo primario stabilito dalla DGR. Per carenza di risorse quest'anno non è stato possibile attivare i voucher di sostegno e monitoraggio al caregiver, introdotti lo scorso anno, per accompagnare, in alcuni momenti, il familiare o la badante nell'evoluzione del compito di cura attraverso il supporto di una persona qualificata. La misura si traduce pertanto in un contributo ad incremento del reddito, lasciando ad ogni famiglia la scelta di come utilizzare il beneficio ottenuto.
Più articolata ovviamente l'offerta nell'area della disabilità, poiché abbraccia uno spettro di bisogni più ampio e fasce d'età differenziate. Il riconoscimento delle prestazioni del caregiver familiare impegna il 46,5% delle risorse assegnate e solo il 2% circa è destinato all'assistente familiare. Il 7% della spesa è invece orientato a sostenere i progetti di vita indipendente di persone che si avvalgono di un assistente personale per vicariare i deficit e per condurre una vita il più possibile autonoma. Le spese per periodi residenziali che offrono occasioni di sollievo alle famiglie rappresentano solo poco più del 4% dell'investimento, non perché sia calato il bisogno quanto piuttosto per la carenza dell'offerta, soprattutto nel periodo estivo(strutture sature). Il 37% delle risorse è invece destinato a progettualità specifiche e differenziate a sostegno della vita di relazione, per la realizzazione di interventi sostitutivi e/o complementari all'offerta dei servizi. Va infatti segnalato che è in costante crescita l'esigenza di offerte personalizzate, di servizi diurni, di progettualità specifiche e flessibili che non sono presenti nel sistema regionale dell'offerta per la disabilità.