Battista Albani: pronti a scendere in piazza a difesa del nostro ospedale, non staremo a guardare. Non si deve punire chi lavora ...

Giovanni Battista Albani, sindaco dal 2004 al 2009
ma da sempre impegnato in politica per la città
"Non ho dubbi. Se fossi ancora primo cittadino e non si riuscisse ai tavoli di discussione a porre fine a questa vicenda incresciosa, convocherei la popolazione e tutti i sindaci fuori dall'ospedale Mandic e, come nel 2002, mi opporrei a qualunque tentativo di ridimensionare il nostro presidio. Perchè è il nostro gioiello, un fiore all'occhiello che nessuno si deve permettere di scalfire. Se pensano che la popolazione meratese starà con le mani in mano si sbagliano di grosso".

È lapidario Giovanni Battista Albani, sindaco di Merate dal 2004 al 2009, da sempre nelle file della politica e da sempre in prima linea per difendere la sua città, partendo proprio dal nosocomio. "Non conosco personalmente il dottor Gregorio Del Boca" ha raccontato "ma sono molto amico di Roberto Zagni che lo ha preceduto come responsabile. Quando ha smesso di lavorare l'ho incontrato e gli ho chiesto espressamente che cosa ne sarebbe stato del reparto e di garantirne una continuità. Lui mi ha risposto: stai tranquillo, lo lascio in ottime mani. E oggi, posso confermare che la promessa che mi fece è stata mantenuta. Negli anni ho incontrato centinaia di persone soddisfatte ed entusiaste dell'assistenza ricevuta nel reparto, segno che chi è alla guida sa coordinare le persone, motivarle e dare loro il buon esempio con una dedizione al lavoro e una professionalità che vanno ben oltre i protocolli. E proprio questo attaccamento al lavoro che si traduce in una cura e un'attenzione totale verso il paziente, viene punito. È una vergogna a cui ci si deve ribellare e che non possiamo subire passivamente. Del Boca sta dando tutto se stesso nell'interesse delle donne e in una settimana dove a livello nazionale le si vuole difendere, dai piani alti si va ad attaccare proprio lui. Mi chiedo se i funzionari che ci vengono assegnati hanno a cuore ugualmente la cura del malato e delle sue richieste oppure siamo tutti dei numeri da trattare come "da protocollo". E il pensiero corre
veloce al 2002 quando ci fu il primo tentativo di ridimensionamento dell'ospedale. "Già allora la Regione aveva provato a ostacolare il Mandic. Ma non ci siamo fatti schiacciare. Siamo scesi in strada e qui abbiamo detto con i fatti che l'ospedale non si tocca. Anche adesso non servono le belle parole. Abbiamo consiglieri e assessori che hanno stretti contatti con i vertici regionali. Che si facciano sentire per risolvere in breve questa situazione inaccettabile e inammissibile. La Regione ha speso 60 milioni di euro per il referendum. Ma come fanno a parlare di autonomia se alle realtà locali la negano? Nella nostra piccola realtà abbiamo punti di forza e di eccellenza che ci sono riconosciuti da tutti tanto che per certe specialità arrivano anche da fuori provincia e da fuori regione per ricevere qui l'assistenza e la competenza che altrove, nei grandi ospedali, non trovano. Con Caltagirone prima e con Bertoglio poi avevo avuto modo di esporre le mie preoccupazioni e al tempo stesso di chiarire che sarei stato loro con il fiato sul collo, pronto ad intervenire a qualunque segnale di allarme che mi fosse arrivato dai lavoratori che sentivo settimanalmente. Certo quando c'erano la dottoressa Patrizia Monti e soprattutto il dottor Giacomo Molteni avevamo degli interlocutori con cui relazionarci che conoscevano le potenzialità del nostro presidio e di chi vi lavora. Sia chiaro, Lecco non pensi di trarre vantaggio depotenziando il Mandic e allocandone le risorse. Esprimo la mia massima solidarietà al dottor Del Boca, a Gedeone Baraldo e a tutto il personale in questo momento difficile. Ma stiano tranquilli, non staremo a guardare". E un ultimo commento lo ha dedicato alle esternazioni della sezione locale della Lega Nord di Merate. "Davvero non ci sono parole. È una vergogna e chi si è permesso di fare quell'esternazione evidentemente non sa cosa vuole dire essere curati da un medico altamente specializzato, competente e con una passione senza riserve per il suo lavoro. Dovrebbe chiedere scusa e dimettersi dalla carica, per rispetto delle persone che rappresenta".
S.V.
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