Sospensione di Del Boca: ospedale in rivolta, centralini sotto pressione, ‘saltano’ le sedute operatorie, raccolta di firme da inviare in Regione. Il Territorio e il Mandic alzano le barricate

Una cosa solo non è chiara: Stefano Manfredi, firmando il provvedimento disciplinare contro Gregorio Del Boca aveva o no contezza di quanto sarebbe accaduto? Se l’aveva è stato a dir poco avventato, e ora ne subirà le conseguenze; se non l’aveva non ha la giusta competenza per rivestire il ruolo di direttore generale di un’Azienda Socio-Sanitaria territoriale. E a trarne le conseguenze deve essere lui stesso. Da questa mattina l’ospedale di Merate è un’autentica polveriera.

Il primario Gregorio Del Boca mentre visita una paziente
e l'assessore regionale alla sanità Giulio Gallera
Il personale è in rivolta, le sale operatorie sono parzialmente chiuse, i centralini sono intasati di telefonate di donne allarmate, di neo o future mamme in preda allo sconforto  e alla preoccupazione perché seguite sin qui dal Primario. Non solo, ma “saltano” sedute operatorie  per la cui complessità soltanto Del Boca è in grado di intervenire. Un disastro. Annunciato. Una mina ad alto potenziale posta scientemente o meno sotto il San Leopoldo Mandic, un attacco violento di cui ancora non si conoscono le vere ragioni ma che o Stefano Manfredi o Ermete Gallo debbono comunicare perché il territorio ha diritto di conoscere che cosa sta succedendo nell’ospedale di Merate. Nel “nostro” Ospedale. Il silenzio burocratico non è tollerabile oltre. In campo adesso sono scesi i due sindaci che rappresentano altrettanti circondari: Andrea Massironi di Merate e Filippo Galbiati di Casatenovo. Sicuramente a nome di tutti gli altri primi cittadini del vasto bacino che si rivolge al Mandic per le prestazioni sanitarie. Ma se le indiscrezioni che circolano, ossia che il provvedimento è motivato dall’uso “fuori orario” delle sale operatorie – anche di sabato – al solo scopo di rispondere meglio e più rapidamente alla domanda di assistenza allora è bene che qualcuno risponda in tutte le sedi. Perché qui si rasenta l’interruzione di pubblico servizio.
Ancora più grave se pensiamo a donne che sono prossime a partorire o a sottoporsi a delicatissimi interventi chirurgici e che ripongono la massima fiducia nel primario Gregorio Del Boca. Qui si punisce chi lavora di più a tutto vantaggio delle pazienti che arrivano anche da fuori provincia o addirittura da fuori regione. L’azione violenta decisa dalla Commissione disciplinare composta dal meratese Enrico Ripamonti, da Ilaria Terzi e da Rinaldo Zanini è senza precedenti e a memoria d’uomo non si ricorda una sospensione di un primario, tanto meno della durata di due mesi.
E’ chiaro che si è voluto minare dalle fondamenta il reparto di Ostetricia Ginecologia del San Leopoldo Mandic. Forse, però si sono sottovalutate le reazioni. Soprattutto quelle popolari. Sono in corso raccolte di firme che finiranno inevitabilmente sul tavolo del Governatore Maroni e dell’assessore alla sanità Gallera. Lo scontro è appena iniziato.
Claudio Brambilla
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.