Senza primario il reparto che fa nascere mille bambini l’anno. La sospensione di Del Boca è di una gravità senza precedenti. Allarmati i Sindaci, in ''mobilitazione'' il personale del Mandic
Ormai è evidente: il buonismo di quanti ancora invocano una unità d'intenti tra Lecco e la Brianza meratese-casatese è del tutto ingiustificato. Nel settore dei servizi alla persona gli ambiti distrettuali del capoluogo e di Merate sono in rotta di collisione: la Brianza già dal dieci anni ha puntato su una società interamente pubblica gestita attraverso l'Azienda Speciale Retesalute; il capoluogo sta arrancando nella complessa costituzione di una società a capitale misto col 51% in mano al privato che si aggiudicherà il bando ma il cui nome - quasi per inerzia - è sulla bocca di tutti gli addetti ai lavori.
Nel settore sanitario da molti anni, diciamo dall'inaugurazione del nuovo presidio di Germanedo, diversi dirigenti lecchesi auspicano - e neanche sotto voce - il ridimensionamento dell'ospedale cittadino al solo scopo di riempire il Manzoni, concepito ancora con la vecchia logica della struttura imponente, capace di ospitare fino a 900 pazienti. I tentativi di declassare il Mandic a Presidio Ospedaliero territoriale (POT) e mantenere il Manzoni di II° livello, sono sempre andati a vuoto grazie alla strenua difesa del presidio da parte del personale medico e infermieristico, alla mobilitazione degli amministratori locali e in diversi casi anche dell'opinione pubblica. Ma ora, forse approfittando della poca conoscenza del direttore generale Stefano Manfredi di Alessandria e del neo direttore di presidio Ermete Gallo di Orvieto è scattato l'attacco al cuore del San Leopoldo Mandic. Secondo indiscrezioni l'operazione sarebbe stata gestita direttamente dalla direttrice sanitaria Flavia Simonetta Pirola e dalla direttrice amministrativa Paola Palmieri. La prima ha un curriculum di 15 pagine, tante ne servono per ospitare le precedenti esperienze lavorative: classe 1959 ha lavorato all'azienda ospedaliera universitaria di Parma, all'A.O. di Cremona, all'ASL 2 di Lucca, all'ASL 3 di Pistoia, all'A.O. Universitaria di Firenze, all'ASL 5 di Crotone, all'ASL 8 di Cagliari, all'ASL 4 di Terni, e poi di nuovo a Firenze, Parma fino ad approdare chiamata da Stefano Manfredi, a Lecco nel 2016. Paola Palmieri, classe 1963, invece, dopo un'esperienza al consorzio di Valmadrera e al comune di Vercelli è entrata in regione Lombardia il 3 gennaio 1994 dove ha salito tutti i gradini della carriera fino a giungere all'ex A.O. di Lecco chiamata dal commissario straordinario Giuseppina Panizzoli, anche lei, prima dell'esperienza lecchese, dirigente di alto livello della Regione.
Il provvedimento di sospensione del dottor Del Boca e del dottor Baraldo, ex direttore medico del presidio di via Cerri, è stato deciso dalla commissione disciplinare composta dal meratese Enrico Ripamonti, capodipartimento amministrativo, da Ilaria Terzi, responsabile delle risorse umane dell'ASST e da Rinaldo Zanini, capodipartimento materno infantile, il dipartimento cui è afferito il reparto di Ostetricia Ginecologia del Mandic. Già qui si ravvisa una contraddizione: l'eventuale "reato" commesso da Del Boca ha coinvolto Baraldo, si ritiene per mancata vigilanza, ma allora a maggior ragione avrebbe dovuto coinvolgere il capodipartimento, perché i dipartimenti servono proprio per coordinare l'attività di due o più strutture complesse. Ma è ancor più sgradevole conoscendo il pensiero del dottor Zanini sull'ipotetico futuro del reparto meratese che da anni subisce una guerra di logoramento. La stessa Anna Biffi, collaboratrice diretta di Del Boca è stata stabilizzata nell'incarico soltanto nel dicembre 2015 dalla commissaria Panizzoli, dopo una decina d'anni di precariato, tra un incarico triennale e l'altro. Nel 2012 al bando per la stabilizzazione dei medici con contratti a termine, la Biffi era stata classificata al settimo posto da una commissione nella quale, curiosamente, era stato escluso Del Boca ma che vedeva presente ancora Rinaldo Zanini e il primario di ostetricia Ginecologia di Lecco Antonio Pellegrino. Sin qui i fatti. Ora però ci si domanda come sia possibile lasciare un reparto fondamentale come Ostetricia Ginecologia, un reparto nel quale nascono i nostri bambini ogni giorno, senza il Primario. E' un fatto di una gravità senza precedenti che deve avere una motivazione pesantissima, cioè il dottor Del Boca deve avere commesso qualcosa di estremamente grave per subire una simile condanna. Il dottor Manfredi e il dottor Gallo non possono restare in silenzio: centinaia e centinaia di pazienti attendono già da queste ore di capire che cosa stia succedendo al Mandic, il cui pronto soccorso è già fortemente compromesso per la scarsità di personale. E ora si attendono anche le reazioni politiche a partire dalle prese di posizione di Andrea Massironi, sindaco di Merate e Filippo Galbiati, sindaco di Casatenovo. Ma anche di sindaci e consiglieri dei comuni dell'ambito distrettuale meratese-casatese.
Stefano Manfredi, Ermete Gallo, Enrico Ripamonti
Nel settore sanitario da molti anni, diciamo dall'inaugurazione del nuovo presidio di Germanedo, diversi dirigenti lecchesi auspicano - e neanche sotto voce - il ridimensionamento dell'ospedale cittadino al solo scopo di riempire il Manzoni, concepito ancora con la vecchia logica della struttura imponente, capace di ospitare fino a 900 pazienti. I tentativi di declassare il Mandic a Presidio Ospedaliero territoriale (POT) e mantenere il Manzoni di II° livello, sono sempre andati a vuoto grazie alla strenua difesa del presidio da parte del personale medico e infermieristico, alla mobilitazione degli amministratori locali e in diversi casi anche dell'opinione pubblica. Ma ora, forse approfittando della poca conoscenza del direttore generale Stefano Manfredi di Alessandria e del neo direttore di presidio Ermete Gallo di Orvieto è scattato l'attacco al cuore del San Leopoldo Mandic. Secondo indiscrezioni l'operazione sarebbe stata gestita direttamente dalla direttrice sanitaria Flavia Simonetta Pirola e dalla direttrice amministrativa Paola Palmieri. La prima ha un curriculum di 15 pagine, tante ne servono per ospitare le precedenti esperienze lavorative: classe 1959 ha lavorato all'azienda ospedaliera universitaria di Parma, all'A.O. di Cremona, all'ASL 2 di Lucca, all'ASL 3 di Pistoia, all'A.O. Universitaria di Firenze, all'ASL 5 di Crotone, all'ASL 8 di Cagliari, all'ASL 4 di Terni, e poi di nuovo a Firenze, Parma fino ad approdare chiamata da Stefano Manfredi, a Lecco nel 2016. Paola Palmieri, classe 1963, invece, dopo un'esperienza al consorzio di Valmadrera e al comune di Vercelli è entrata in regione Lombardia il 3 gennaio 1994 dove ha salito tutti i gradini della carriera fino a giungere all'ex A.O. di Lecco chiamata dal commissario straordinario Giuseppina Panizzoli, anche lei, prima dell'esperienza lecchese, dirigente di alto livello della Regione.
Flavia Simonetta Pirola e Paola Palmieri
Il provvedimento di sospensione del dottor Del Boca e del dottor Baraldo, ex direttore medico del presidio di via Cerri, è stato deciso dalla commissione disciplinare composta dal meratese Enrico Ripamonti, capodipartimento amministrativo, da Ilaria Terzi, responsabile delle risorse umane dell'ASST e da Rinaldo Zanini, capodipartimento materno infantile, il dipartimento cui è afferito il reparto di Ostetricia Ginecologia del Mandic. Già qui si ravvisa una contraddizione: l'eventuale "reato" commesso da Del Boca ha coinvolto Baraldo, si ritiene per mancata vigilanza, ma allora a maggior ragione avrebbe dovuto coinvolgere il capodipartimento, perché i dipartimenti servono proprio per coordinare l'attività di due o più strutture complesse. Ma è ancor più sgradevole conoscendo il pensiero del dottor Zanini sull'ipotetico futuro del reparto meratese che da anni subisce una guerra di logoramento. La stessa Anna Biffi, collaboratrice diretta di Del Boca è stata stabilizzata nell'incarico soltanto nel dicembre 2015 dalla commissaria Panizzoli, dopo una decina d'anni di precariato, tra un incarico triennale e l'altro. Nel 2012 al bando per la stabilizzazione dei medici con contratti a termine, la Biffi era stata classificata al settimo posto da una commissione nella quale, curiosamente, era stato escluso Del Boca ma che vedeva presente ancora Rinaldo Zanini e il primario di ostetricia Ginecologia di Lecco Antonio Pellegrino. Sin qui i fatti. Ora però ci si domanda come sia possibile lasciare un reparto fondamentale come Ostetricia Ginecologia, un reparto nel quale nascono i nostri bambini ogni giorno, senza il Primario. E' un fatto di una gravità senza precedenti che deve avere una motivazione pesantissima, cioè il dottor Del Boca deve avere commesso qualcosa di estremamente grave per subire una simile condanna. Il dottor Manfredi e il dottor Gallo non possono restare in silenzio: centinaia e centinaia di pazienti attendono già da queste ore di capire che cosa stia succedendo al Mandic, il cui pronto soccorso è già fortemente compromesso per la scarsità di personale. E ora si attendono anche le reazioni politiche a partire dalle prese di posizione di Andrea Massironi, sindaco di Merate e Filippo Galbiati, sindaco di Casatenovo. Ma anche di sindaci e consiglieri dei comuni dell'ambito distrettuale meratese-casatese.
Claudio Brambilla