Ospedale: la sospensione di Del Boca nasconde l’ennesimo tentativo dei lecchesi di chiudere il punto nascite al Mandic
Rinaldo Zanini e Gregorio Del Boca
Due mesi di sospensione di un primario sono già di per sé un fatto molto grave. Ma è senza precedenti che, oltre a Del Boca, sia stato sospeso per 15 giorni anche Gedeone Baraldo, ex direttore sanitario del Mandic, “promosso” pochi mesi fa direttore medico del presidio Manzoni di Lecco. Si presuppone che l’accusa per lui sia di aver saputo e avallato l’uso della sala d’urgenza. Per il San Leopoldo Mandic e il suo nuovo direttore Ermete Gallo si profila una situazione pericolosissima. La sospensione di Del Boca potrebbe innescare dimissioni a catena con lo smantellamento di un reparto che sin qui ha saputo tenere egregiamente il proprio bacino d’utenza riscuotendo vasti consensi tra le pazienti.
Con la recente sospensione per tre mesi del coordinatore infermieristico del Pronto soccorso Scorzelli appare sempre più evidente il segnale di un attacco diretto al Mandic rimasto senza difese dopo il pensionamento di Giacomo Molteni e il trasferimento all’Istituto tumori di Milano di Patrizia Monti.
Del resto non è una novità che i dirigenti medici del Manzoni, a partire dal capodipartimento materno infantile Rinaldo Zanini da anni ipotizzino un solo punto nascite a Lecco a danno di Merate. Operazione già “suggerita” al Dg Caltagirone e da questi rispedita al mittente. Analoga sorte con i successivi direttori generali Bertoglio, Lovisari e Panizzoli. Nel piano organizzativo aziendale redatto dall’attuale numero uno dell’ASST lecchese Stefano Manfredi, il reparto è tuttora iscritto come struttura complessa. Ma è evidente che se riesce il tentativo di decapitare il vertice implode l’intera divisione.
Ora non resta che attendere le motivazioni di un tale provvedimento che – ripetiamo – è senza precedenti. E ci si augura per la Direzione strategica aziendale che sia un provvedimento molto ma molto motivato. Perché, diversamente, la parola non passerebbe soltanto agli avvocati di Del Boca e Baraldo.
Claudio Brambilla