Ermete Gallo, direttore sanitario: il Mandic punto di snodo dei percorsi di continuità delle cure e di integrazione con i servizi territoriali valorizzando le sue grandi professionalità

Ermete Gallo, 40 anni, umbro, da qualche mese è direttore sanitario del San Leopoldo Mandic in sostituzione di Gedeone Baraldo, che svolge analoga funzione al Manzoni di Lecco, ora a "tempo pieno" . "Punto sui quarantenni - aveva detto appena giunto a Lecco Stefano Manfredi direttore generale dell'ASST - perché lo sviluppo di un presidio deve poter contare su professionisti molto motivati e con un lungo orizzonte temporale". Detto fatto. Ermete Gallo ha un curriculum di tutto rispetto nonostante la giovane età: laureatosi nel 2002 con 110 e lode con una tesi su "Criteri di selezione nel trattamento delle gravidanze extra-uterine" ha poi ottenuto il diploma di specialista di igiene e medicina preventiva nel 2006 presso l'università di Perugia con 50/50 e lode. Nel 2016 il diploma di master di II° livello in "direzione medica di presidio ospedaliero" conseguito presso l'università degli studi di Torino con 110/110 e lode con la tesi "Il percorso di implementazione della cartella clinica elettronica nell'ospedale di orvieto". Prima di raggiungere il lecchese il dottor Gallo aveva svolto la funzione di dirigente medico con incarico professionale di base "igiene e organizzazione ospedaliera" presso il presidio "Santa Maria della Stella" di Orvieto. E dal 1° agosto è il direttore dell'ospedale di Merate.

Il dr. Ermete Gallo



Dottor Gallo, ci racconti brevemente le sue precedenti esperienze professionali con qualche accenno al sistema sanitario umbro

Dopo la specializzazione in Igiene e Medicina preventiva all'Università di Perugia nel 2006 ho lavorato prima come epidemiologo presso il Servizio di Epidemiologia dell'ASL 1 dell'Umbria e poi come medico di Direzione dell'Ospedale di Città di Castello. Dal 2010 sono stato chiamato a dirigere l'Ospedale di Orvieto dell'ASL di Terni (ora USL Umbria 2) dove ho svolto anche attività di supporto alla Direzione Strategica aziendale occupandomi, tra le altre cose, anche di Gestione del Rischio Clinico e di Health Technology Assessment. La Regione Umbria è una regione piccola, con una densità di popolazione molto minore rispetto alla Lombardia che, per necessità, ha sempre lavorato molto in rete e sull'integrazione tra le strutture sanitarie ospedaliere e con quelle territoriali
.  



Perché ha scelto la carriera di direttore medico di presidio?


Ho sempre avuto uno spiccato interesse per le tematiche organizzative e gestionali in ambito sanitario, e sono fortemente convinto che, specie a livello ospedaliero, sia indispensabile ripensare le tradizionali modalità di erogazione dell'assistenza ospedaliera integrando i vari setting assistenziali di cui l'Ospedale è solo uno dei pezzi che deve lavorare a sistema con gli altri nell'interesse del paziente. In tale ottica appare di fondamentale importanza il ruolo del direttore medico di presidio quale fulcro dell'organizzazione e del coordinamento tra i reparti ospedalieri, dell'integrazione con le altre strutture territoriali e del raccordo con la Direzione strategica aziendale


 

Cosa può già dire del primo impatto col Mandic e più in generale con l'ASST Lecco?

Il mio primo impatto è stato estremamente positivo: una realtà dinamica con tanta voglia di fare e con tanti progetti in cantiere e che, con l'impegno e la collaborazione di tutti, riusciremo a concretizzare.  



Come giudica il ruolo assegnato al San Leopoldo Mandic dal piano organizzativo Aziendale?
Il ruolo assegnato all'Ospedale di Merate nel nuovo piano organizzativo aziendale risponde alle recenti indicazioni normative che indirizzano sempre più verso un lavoro in rete tra le diverse professionalità disponibili in Azienda al fine di garantire un'efficace presa in carico del paziente.
 



Il sistema dipartimentale ha in qualche modo penalizzato Merate. Strutture complesse o semplici sono diventate servizi dipartimentali principalmente attivi al Manzoni di Lecco come Oculistica, otorinolaringoiatria e Endoscopia. Come pensa di garantire un adeguato livello di prestazioni anche al Mandic?


Il sistema dipartimentale è un modo di lavorare differente che consente da un lato all'organizzazione di migliorare e rendere più efficiente l'uso delle risorse disponibili, e dall'altro ai professionisti stessi di "qualificare" le proprie prestazioni; il confronto professionale ed il lavoro in equipe multidisciplinari per la gestione dei casi complessi è un valore aggiunto. Oramai si ragiona in tema di numerosità della casistica: lavorare in un'ottica dipartimentale è quindi un valore aggiunto che consente di migliorare l'offerta di prestazioni e di implementare efficaci percorsi diagnostico-terapeutici.
 



Il Mandic ha storicamente una vocazione territoriale con diverse eccellenze al proprio interno. Nel quadro della riforma sanitaria regionale pensa di confermare questo binomio?


La riforma sanitaria lombarda può rappresentare per il Mandic una importante opportunità di investire nei percorsi di continuità delle cure e di integrazione con i servizi territoriali; il Mandic deve rafforzare il suo ruolo di struttura di riferimento per tutto il territorio del meratese e valorizzare le notevoli professionalità già presenti, con un occhio attento al futuro e all'innovazione delle pratiche assistenziali e dei modelli gestionali
.  



Endoscopia tornerà ad essere una struttura semplice?


Per l'endoscopia nel nuovo piano organizzativo è prevista la struttura semplice; a livello aziendale saranno a breve attivate le procedure per il conferimento degli incarichi previsti dal piano. Ciò premesso stiamo anche lavorando per aumentare l'offerta quali-quantitativa di prestazioni offerte nell'Ospedale di Merate
.  

Foto di gruppo con la direzion e i primari il giorno del suo arrivo a Merate



Come pensa di affrontare il problema della carenza di personale al pronto soccorso?


La carenza di personale nei Pronto Soccorso è un problema non solo locale ma una criticità di sistema praticamente su tutto il territorio nazionale.
Allo stato attuale per far fronte alle carenze di personale è stato di recente effettuato un concorso per medici di PS ed è, inoltre, stata avviata una fattiva collaborazione con il PS di Lecco. A margine è opportuno ricordare che il pronto soccorso sarà a breve oggetto di importanti interventi strutturali che saranno l'occasione di ripensare alcuni modelli organizzativi quali, ad esempio, implementazione di percorsi del tipo "fast track"(percorso veloce di gestione infermieristica ndr), osservazione breve intensiva di PS.
Claudio Brambilla
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.