Airuno: con la ''Burollata on the Road'' Pro Loco e BRIG svelano i segreti delle castagne

Quale giornata migliore di quella di oggi, grigia e uggiosa, insomma tipicamente autunnale, per gustare delle ottime caldarroste accanto al fuoco, magari scoprendo qualcosa di più sul misterioso mondo delle castagne? Per realizzare questo piccolo desiderio, nel pomeriggio di oggi gli abitanti di Airuno non hanno dovuto fare altro che abbandonare la tipica pigrizia domenicale sul proprio divano, passeggiare per qualche minuto all'aria aperta e raggiungere il cortile dell'Agraria del Murnè, lungo via Statale, dove la Pro Loco ha organizzato la prima "Burollata on the Road": l'originale iniziativa è stata promossa in collaborazione con alcuni commercianti del paese, che il nuovo consiglio direttivo si è proposto di coinvolgere maggiormente nel tessuto sociale, nonché con la Cooperativa BRIG, che ha allestito un'esposizione tematica sui risultati di una ricerca in merito alla castagna nella zona del Monte di Brianza.


Negli ultimi tempi, una crescente attenzione al territorio e alla biodiversità ha portato a sviluppare interessanti progetti di recupero di luoghi e pratiche, nonché alla valorizzazione di coltivazioni e frutti tradizionali quali, appunto, la castagna, in tutte le sue numerose varietà: l'aggiornamento del catasto lombardo-veneto di fine Ottocento ha infatti confermato la presenza nel XX secolo di un'importante area geografica sul Monte di Brianza particolarmente favorevole alla pianta di castagno, in generale più diffusa sui modesti rilievi della fascia pedemontana (Monte Canto, Montevecchia, Valle San Martino) piuttosto che nelle zone più propriamente montane.

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Recenti studi hanno così dimostrato che il castagno e i suoi frutti hanno occupato un ruolo importante nella storia delle popolazioni del nostro territorio, tanto che già durante il Medioevo costituivano una parte degli affitti dovuti ai proprietari terrieri e dei censi spettanti agli enti ecclesiastici; risale ai primi del Novecento, invece, una progressiva diminuzione della coltivazione, ulteriormente aggravatasi negli anni Cinquanta.

Durante l'inverno, i "marroni" erano uno dei principali elementi della dieta delle famiglie contadine del Monte di Brianza, che li consumavano bolliti o arrostiti, talvolta persino con il latte: le semplici tecniche di conservazione domestica, tra cui la cosiddetta "riscera" (ovvero l'accumulazione di frutti ancora chiusi nel riccio in ambienti asciutti) consentivano infatti di mantenere le castagne fresche fino all'inizio della primavera, anche se la maggior parte di queste era destinata alla vendita nei mercati, ai quali accorrevano soprattutto molti commercianti milanesi. Decisivo anche il momento della raccolta, alla quale partecipava l'intera famiglia contadina per accaparrarsi i frutti caduti a terra, così come per "perticare" tutti quelli ancora chiusi sui rami: la capacità di scegliere i tempi migliori per questa importante attività fa parte di quelle competenze che costituiscono il patrimonio del mondo rurale, spesso codificate in proverbi, canzoncine e filastrocche.

Stando ai risultati delle ricerche, si suppone che tra Lario e Brianza esistano più di 40 varietà di castagne: tra queste la "Garavina", riscontrata a Consonno, la "Russera", presente nel piccolo borgo di Figina, e i "Varisel", tipici di Colle Brianza. Scarsi, invece, i "marroni" che, a causa della loro produttività irregolare, non potevano garantire entrate costanti alle famiglie contadine, che quindi tendevano a prediligere altri esemplari. Come è facile capire da queste poche righe, la "Burollata on the Road" di Airuno è stata quindi anche una piacevole occasione per scoprire tutti i segreti del mondo delle castagne, tra i simboli più emblematici della stagione autunnale. Decisamente soddisfatti i volontari della Pro Loco, che nel frattempo sono già al lavoro per organizzare le prossime iniziative dell'associazione, tra cui spiccano la gita ai mercatini di Trento e un evento natalizio "a sorpresa".
B.P.

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