Il comitato pendolari chiama a raccolta per protestare contro i disagi di Trenord. Ma all'appello rispondono solo in venti

Si è riunito nella serata di venerdì 13 ottobre presso la sala civica di via Volta a Calco il comitato pendolari del Meratese, per discutere dei continui disagi subiti durante i loro viaggi verso il capoluogo lombardo. Capitanati da Guido Raos, portavoce del gruppo, i viaggiatori hanno evidenziato soprattutto uno scarso interesse da parte dei governanti della Regione sul tema.


«Esiste una grande mancanza d'attenzione da parte di Trenord e da parte di Regione Lombardia - ha spiegato Guido - Bisogna ricordare infatti che il 50% delle risorse del trasporto pubblico provengono dalla Regione, mentre le restanti dai titoli di viaggio. Dopo la manifestazione svoltasi a Olgiate lo scorso luglio, c'è stato un feedback da parte di Trenord, che prometteva l'inserimento di nuove corse da settembre. Promesse che sono state disattese, così come le richieste inviate dai sindaci del territorio: tutte cadute nel vuoto». Una situazione quindi ai limiti della sopportazione, di chi tutti i giorni deve affrontare, per motivi di lavoro o di studio, un viaggio che dovrebbe durare (prendendo come punto di partenza la stazione di Olgiate-Calco-Brivio) una quarantina di minuti, ma che a volte diventano molti di più.

Il consigliere di Calco Roberto Meregalli e il portavoce dei pendolari meratesi Guido Raos

«È necessario - ha poi proseguito - cercare di smuovere le acque per far emergere il problema. In molti propongono una class-action, ma dubito che ciò porti benefici in tempi brevi: si tratta di una cosa grossa, bisognerebbe coinvolgere delle associazioni di consumatori e, soprattutto, dimostrare i disagi subiti. Quella recentemente vinta aveva alla base dei disagi una causa certa: l'errato uso del software di programmazione dei turni che ha inevitabilmente portato a ritardi e cancellazioni». In questo caso, infatti, i motivi del disagio possono essere imputabili a diversi soggetti: Trenord in caso di un guasto a un treno, Rete Ferroviaria Italiana se a rompersi uno scambio o al gestore di un treno merci se a rompersi è quel tipo di convoglio. Bisogna, come sottolineato soprattutto da Francesco e Walter, due dei pendolari presenti, cercare di promuovere iniziative che coinvolgano l'opinione pubblica, smuovendo quell'inerzia che si sviluppa sia in ambito politico che anche in ambito tecnico: i nuovi treni ordinati arriveranno infatti nel 2020, ma la situazione ormai è davvero critica.

Tre, quindi, le proposte avanzate dai partecipanti alla riunione: una raccolta firme, volta a sensibilizzare una gara d'appalto in ambito europeo, magari solamente per alcune linee, per fermare il monopolio del trasporto ferroviario lombardo gestito da Trenord; una giornata di sciopero, durante la quale i pendolari utilizzeranno l'auto per raggiungere il luogo di lavoro e, infine, una manifestazione a Milano, mettendosi in rete con gli altri comitati, alle prese anche loro con pesanti disagi. Iniziative che, però, devono essere supportate in primis dai pendolari stessi, purtroppo presenti in numero davvero esiguo alla riunione: su circa 600 persone iscritte al movimento all'incontro ne erano presenti solamente una ventina.
S.R.
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