Centro diurno disabili: Lombardia e Ats inadempienti, atteso da 1 anno l’accredito di 15 posti su 30. Appello ai 'regionali'

Mauro Piazza e Daniele Nava
E' passato un anno dall'inaugurazione del Centro Diurno Disabili nella nuova struttura di Via Fratelli Cernuschi, i cui costi di costruzione sono stati sostenuti interamente dal comune di Merate.
Eppure a un anno di distanza le contrattualizzazioni dei 15 posti restanti (su una capienza di 30) per i disabili che ne usufruiscono, non sono ancora arrivate e i progetti sono stati attivati e finanziati dai comuni che altrimenti avrebbero dovuto mettere alla porta i richiedenti.
Di promesse ne erano state spese a partire dal giorno del taglio del nastro quando il direttore generale dell'Azienda di Tutela della Salute di Monza e Brianza, dr. Massimo Giupponi aveva affermato che come ATS non si sarebbe sottratto alle prospettive della struttura, garantendone il supporto anche per il futuro.
Neppure la presenza di due consiglieri regionali lecchesi, Daniele Nava e Mauro Piazza, molto attivi sui social, evidentemente meno sulle problematiche del territorio, come quelle dei disabili, ha portato qualche beneficio. E a sottolinearlo è stato Renato Ghezzi, ex sindaco di Viganò, presente all'assemblea di Retesalute dove si è parlato dei criteri e degli indicatori per la definizione delle liste di attesa per i CDD.
"Insomma manca la politica. Abbiamo consiglieri regionali eppure siamo qui che abbiamo fatto investimenti sul CDD, abbiamo inventato la misura B2 a favore dei disabili gravi che ci ha permesso di mandare a Merate 8 persone con una spesa di 64mila euro, e adesso non ci hanno ancora riconosciuto la contrattualizzazione dei posti per i quali il centro è stato costruito. Facciamoci sentire, presidente (rivolgendosi ad Adele Gatti, ndr) si dia da fare. Qualcuno si prenda l'impegno".
I tagli e i mancati finanziamenti della Regione in campo sociale sono diversi. Alla riduzione dell'assegno mensile ai disabili gravissimi (CLICCA QUI) si affianca la questione dei disabili sensoriali, come spiegato nel corso dell'assemblea di Retesalute.
Ad oggi, infatti, manca ancora un educatore. Nelle settimane a ridosso di Ferragosto la Regione ha aperto il bando per la manifestazione di interesse alla candidatura degli enti erogatori. Ora è stata definita la lista e Retesalute, unico gestore per il lecchese, ha già contattato tutte le famiglie "storiche" garantendo la presa in carico quando...la Regione lo permetterà.
Quest'anno, infatti, si è viaggiato con molto ritardo, diversamente dal passato quando già ad aprile le assegnazioni degli educatori erano già state fatte, in previsione dell'avvio del nuovo ciclo scolastico.
Rispetto alla quota oraria dell'educatore la Regione Lombardia non ne riconosce il costo completo.


Ora la procedura è diventata più farraginosa. Le famiglie devono segnalare all'ATS la presenza del disabile. L'ATS una volta acquisito il nominativo spedirà l'ok alle famiglie dicendo di scegliere l'ente erogatore il quale riceverà, previa autorizzazione della famiglia, tutta la documentazione dalla stessa ATS. L'ente accetta così la presa in carico del paziente e ne costruisce il percorso.
In provincia di disabili sensoriali sono, potenzialmente, 67. Solo una ventina hanno ricevuto la lettera dall'ATS. Il problema è che tutta la procedura è al primo step e quindi l'ente non può inviare l'educatore per l'assistenza. Con la scuola già iniziata.
Ecco l'efficienza della Regione Lombardia, alle porte del Referendum.
S.V.
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