I lecchesi al raduno del Carroccio a Pontida. Salvini ‘premier’. Bossi: me ne devo andare
Nelle ultime ore numerosi esponenti leghisti del Lecchese hanno condiviso e inviato le loro foto dal tradizionale raduno di Pontida, che si è svolto nella mattinata odierna. Una netta rappresentanza, la loro, tra i quasi 50mila (secondo le stime degli organizzatori) che hanno riempito il pratone, teatro negli anni di alcuni tra i comizi più di culto della storia recente della politica italiana.
Un appuntamento che quest'anno ha consacrato come non mai Matteo Salvini quale leader indiscusso del Carroccio e per la prima volta nella sua storia ha visto l'esclusione dalla scaletta degli interventi del senatur Umberto Bossi. ''Sono arrabbiato, Salvini non voleva che fischiassi. E' un segnale che devo andarmene via'' ha risposto il fondatore del partito ai giornalisti presenti al raduno. ''Nei momenti eccezionali parla solo uno'' ha commentato invece Salvini, rimandando ogni riferimento ai sequestri provvisori di diversi conti correnti leghisti deciso in settimana dal tribunale di Genova a seguito delle condanne in primo grado per truffa ai danni dello Stato comminate a Bossi e l'ex tesoriere Francesco Belsito, al discorso che aveva appena tenuto sul palco.
''Se pensavano di bloccarci con il frutto del nostro lavoro, hanno sbagliato a capire. Andiamo avanti più determinati di prima. Vadano a sequestrare i soldi ai mafiosi che girano liberi in Italia. In questo prato c'è gente per bene'', aveva spiegato poco prima Salvini. Un discorso dai toni determinati, trionfali e strappa-applausi, gli stessi usati anche dagli altri relatori della mattinata, tra i quali il governatore lombardo Roberto Maroni, quello veneto Luca Zaia e Giovanni Toti (primo esponente di Forza Italia nella storia del raduno, che anche per questo è stato più insolito che mai).
Da ognuno di loro non potevano non fioccare altro che messaggi di questo tipo, visto che la campagna elettorale sta sempre più entrando nel vivo. Mentre agli stand i volontari ''servivano'' le prime felpe con la scritta ''Salvini premier'', il leader del centrodestra dal pulpito non ha risparmiato niente e nessuno. ''La sinistra si comporta come il regime negli anni Venti che imbavagliava, con noi al governo la polizia avrà le mani libere'', ha riferito Salvini, commentando poi i recenti casi di cronaca che hanno coinvolto i carabinieri di Firenze. ''Se qualcuno delle forse dell'ordine sbaglia, se ha davvero sbagliato, che paghi fino in fondo. Ma noi stiamo con polizia e carabinieri''.
Infine, Salvini ha definito il referendum al quale presto ogni lombardo dovrà partecipare ''una bellissima occasione non solo per i lombardi e i veneti, ma per tutta l'Italia, che può gestirsi da sola senza vincoli europei o romani'', spiegando quindi di voler proporre in tutta Italia il modello dei referendum consultivi sull'autonomia.
A.S.