Brivio: dal 15esimo secolo ai giorni nostri, Igilda da 'sconosciuta' diventa 'maschera'
Ogni estate, si sa, ha il suo tormentone ma mai ci si sarebbe aspettati che in quel di Brivio il personaggio del momento potesse "resuscitare" addirittura dal 15esimo secolo: non c'è nulla da fare, Igilda è l'indiscussa protagonista dell'agosto rivierasco e la sua popolarità è indubbiamente in ascesa.
Risvegliata da un infinito letargo dal sempre pronto (a dire la sua) e prestante (alla polemica) Valentino Mandelli è stata catapultata in un batter di ciglia ai giorni nostri, con tanto di profilo Facebook a suo nome. Del resto, nel 2017 ogni vip che si rispetti ha la propria pagina social, con "amici" aggiunti a decine, dentro e fuori i confini del paesello. Ah, se solo lo sapesse Badessa! Badessa? Quale Badessa?
Nessuno (o quasi) a Brivio, conosce la vita della figlia del conte Gastone, feudatario del borgo, narrata da Bassano Finoli in un romanzo datato 1875. Chi scrive se l'è fatta raccontare da Marco Vannucci che, raccolto il testimone dall'ex leader dei socialisti dell'Adda, ha fatto propria (a colpi di post) la campagna per la ri-scoperta della nobildonna, chiedendo all'amministrazione comunale di fare la propria parte e preannunciando, qualora ci saranno le condizioni, una serata o comunque un evento a tema.
"E' una vicenda meravigliosa che merita di essere raccontata" ci ha spiegato, sintetizzandoci le 560 pagine del volume.Per farla breve: battezzata come Ermenegilda ma passata alla storia con il nome di Igilda, la contessina nasce dall'amore tra Gaetano e Clotilde. Il primo viene presentato come un despota che, per amore della seconda, figlia del conte Lodovico Dal Verna, ammorbidisce il proprio temperamento per ottenere in sposa la dolce metà. Le nozze vengono celebrate in Sant'Ambrogio a Milano il 27 settembre 1428, dopo una lunga fase preparatoria, caratterizzata da concessioni autorizzate dal feudatario alla popolazione briviese, che pian pianino inizia anche a volergli bene. Marito e moglie, di ritorno dal capoluogo meneghino, vengono così accolti in maniera trionfale, già da Calco. A Beverate, Clotilde - di sangue nobile ma umile di carattere - decide addirittura di proseguire a piedi il viaggio per concedersi alla sua gente. La festa per il matrimonio dura due giorni ma la gioia scaturita da quell'unione viene spezzata giusto qualche anno dopo: la donna muore. Gastone si ritrova solo con una bimba ancora piccina, Igilda per l'appunto. A nove anni l'erede viene così, su suggerimento di Lucrezia, sua zia, inviata a Lodi, in un Convento retto da una lontana cugina della madre. La Badessa inizia a circuire la bambina, ricca di famiglia e preziosa dunque per preservare l'ordine monastico dal rischio di cancellazione, facendo di tutto per non permetterle di sperimentare la vita fuori dalle mura della struttura e mantenere un rapporto con il padre, arrivando perfino ad alterare lo scambio epistolare tra i due, riadattando a proprio piacimento le lettere dell'uomo e inviando a quest'ultimo risposte redatte ad hoc per far passare la ragazza come "svanita".
Solo dopo mille peripezie e l'aver conosciuto suor Camilla, una monaca segregata da anni per volontà della Badessa con la quale era in disaccordo, Igilda riesce finalmente a scappare proprio nel momento in cui Gastone si reca a Lodi per farle firmare della documentazione in relazione all'eredità a lui e alla figliola destinata da uno zio di Madrid. Dopo aver toccato con mano il "mondo reale" ed essere riuscita a tornare a Brivio, la ragazza trova anche marito - Armando - prodigandosi per il suo paese: ammoderna il Castello, sistema il lungofiume, si impegna affinché la sua gente possa studiare. "A lei dobbiamo molto" conclude Vannucci.
E per ricordarla, aggiungiamo noi, forse servirebbe qualcosa in più di una pagina Facebook intrisa di messaggi politici, con post contro non solo lo ius soli e i migranti ma anche contro quegli stessi briviesi che chiedono - legittimamente? - di riaccendere il semaforo dinnanzi alla chiesa per poter attraversare più serenamente. La valorizzazione del personaggio passa da altre strade rispetto al suo "sfruttamento" quale schermo per dire, anonimamente ad un pubblico di "invitati", la propria. Ma in tanti, a giudicare dalla voci di paese, lo hanno già capito....
Risvegliata da un infinito letargo dal sempre pronto (a dire la sua) e prestante (alla polemica) Valentino Mandelli è stata catapultata in un batter di ciglia ai giorni nostri, con tanto di profilo Facebook a suo nome. Del resto, nel 2017 ogni vip che si rispetti ha la propria pagina social, con "amici" aggiunti a decine, dentro e fuori i confini del paesello. Ah, se solo lo sapesse Badessa! Badessa? Quale Badessa?
Nessuno (o quasi) a Brivio, conosce la vita della figlia del conte Gastone, feudatario del borgo, narrata da Bassano Finoli in un romanzo datato 1875. Chi scrive se l'è fatta raccontare da Marco Vannucci che, raccolto il testimone dall'ex leader dei socialisti dell'Adda, ha fatto propria (a colpi di post) la campagna per la ri-scoperta della nobildonna, chiedendo all'amministrazione comunale di fare la propria parte e preannunciando, qualora ci saranno le condizioni, una serata o comunque un evento a tema.
"E' una vicenda meravigliosa che merita di essere raccontata" ci ha spiegato, sintetizzandoci le 560 pagine del volume.
La copertina del libro
Solo dopo mille peripezie e l'aver conosciuto suor Camilla, una monaca segregata da anni per volontà della Badessa con la quale era in disaccordo, Igilda riesce finalmente a scappare proprio nel momento in cui Gastone si reca a Lodi per farle firmare della documentazione in relazione all'eredità a lui e alla figliola destinata da uno zio di Madrid. Dopo aver toccato con mano il "mondo reale" ed essere riuscita a tornare a Brivio, la ragazza trova anche marito - Armando - prodigandosi per il suo paese: ammoderna il Castello, sistema il lungofiume, si impegna affinché la sua gente possa studiare. "A lei dobbiamo molto" conclude Vannucci.
E per ricordarla, aggiungiamo noi, forse servirebbe qualcosa in più di una pagina Facebook intrisa di messaggi politici, con post contro non solo lo ius soli e i migranti ma anche contro quegli stessi briviesi che chiedono - legittimamente? - di riaccendere il semaforo dinnanzi alla chiesa per poter attraversare più serenamente. La valorizzazione del personaggio passa da altre strade rispetto al suo "sfruttamento" quale schermo per dire, anonimamente ad un pubblico di "invitati", la propria. Ma in tanti, a giudicare dalla voci di paese, lo hanno già capito....
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A. M.