Lovisari: con il POAS Manfredi ha proseguito l’opera dei suoi predecessori con un disegno organizzativo efficace e corretto
E' forse per questo che mi soffermo, come fanno gli anziani pensionati davanti ai cantieri edili, ad osservare quello che accade, come si organizza il lavoro, che progressi si possono toccare con mano nei luoghi conosciuti e nelle Aziende dove si è stati in qualche modo attori protagonisti.
E' il mio caso nei confronti dell'ex Azienda Ospedaliera della Provincia di Lecco, ora Asst di Lecco; confesso che mi capita sovente di sfogliare Mol e Lol, così come ho provato un forte interesse a leggere il nuovo Poas dell'Asst di Lecco. Da una prima lettura, vorrei esprimere alcune brevi considerazioni.
La prima riguarda le strategie adottate dal Direttore Manfredi e dalla Direzione Strategica, che hanno tenuto la barra a dritta per tutte le cose giuste impostate da altri prima di loro, ma ritenute corrette, sensate ed utili per la collettività. Sembra una cosa ovvia, ma il mondo è pieno di Manager che basano il loro successo sul cambiamento a prescindere e sulla ricerca spasmodica degli errori dei predecessori, specie se manca la chiarezza di idee sul da farsi o il coraggio di percorrere strade innovative e coraggiose.
Questa Direzione ha proseguito sul terreno della conferma del peso strategico dell'Ospedale di Merate, e consolidando la super specialità del Manzoni, prevedendo la nascita di nuovi Dipartimenti Gestionali nell'uno e nell'altro Presidio, che premieranno la capacità dei Professionisti, definendo le nuove competenze per Bellano e Casatenovo, procedendo con decisione nella riorganizzazione dell'area Oncologica, Pneumologica e Chirurgica.
La seconda osservazione riguarda la riorganizzazione, affatto semplice, adottata per affrontare l'impervio percorso previsto dalla riforma evolutiva del sistema. Mi sembra di poter dire che si va nella giusta direzione, anche se non sarà una passeggiata di salute seguire il paziente, specie quello cronico e fragile, che richiede uno sforzo sovrumano nel passaggio dal curare al prendersi cura, a isorisorse.
La mappa disegnata non fa una grinza: care manager, clinic manager, process owner sono termini bocconiani (e io amo la Bocconi ed i suoi leader che mi hanno formato in Sanità) che si devono sposare con le risorse disponibili ed una squadra che sarà formata da figure abituate a lavorare non in equipe ma, molto spesso, singolarmente e con regole assolutamente difformi fra loro.
Penso al Personale Ospedaliero, che in qualche caso si rivela insufficiente ad affrontare i turni, e che nella nuova realtà integrata ospedale/territorio dovrà presidiare sia la fase di acuzie, che quella successiva nei POT, nei PRESST ed al domicilio del paziente preso in carico (meno male che c'è l'esperienza consolidata sulla fragilità).
Penso al Medico Specialista Ambulatoriale (Sumaista, in vulgaris) che dovrà allinearsi con chi disegna il percorso di cura (PAI) e con chi è il vero responsabile della presa in carico; lui, il sumaista, che è sempre stato figura autonoma, poco correlata, vero libero professionista.
Penso al Medico di Famiglia (MMG e PDF) che, in forma associata o meno, dovrà presidiare pressoché a tempo pieno, e non solo episodicamente nel suo Studio, il paziente problematico. La frattura creatasi fra FIMMG, SNAMI ed altre sigle è il sintomo più chiaro della momentanea difficoltà applicativa della riforma. Lui, che con un obbligato percorso formativo sinora inesistente, dovrà poter gestire anche la piccola emergenza, che ora continua ad intasare impropriamente i Pronto Soccorsi ospedalieri.
L'ultima osservazione, detto che il disegno adottato dalla Direzione dell'Asst non fa una piega, è che sarà strategico, oltre a creare una Squadra vincente fra giocatori che si guardano in cagnesco, adottare una nuova piattaforma informatica che permetta di seguire il paziente dovunque egli si rechi per ricevere le cure previste nel PAI (Piano Assistenziale Individuale), piattaforma che attualmente non esiste, in quanto diversi sono i software che gestiscono le diverse aree (degenza, ambulatori, diagnostica, assistenza domiciliare, anagrafiche, tariffazioni, ecc.) ed inesistente è il cruscotto che deve guidare nel controllo e nelle decisioni il nuovo Direttore Generale.
Qualche tempo fa, Nemo profeta in patria, mi ero permesso di suggerire a chi stava elaborando la riforma che sarebbe stato più giusto intraprendere due direttive:
· una discussione profonda sul percorso da adottare con i diversi attori (medici ospedalieri, medici specialisti ambulatoriali e medici di famiglia), per ottenerne la condivisione, prima di adottare la delibera regionale;
· una sperimentazione gestionale da testare in alcune Aziende Sanitarie (non in tutte), per vedere "come girava il fumo".
Si è preferito correre spediti, elaborando una riforma evolutiva, sì molto bella e giusta, ma tremendamente difficile da applicare, specie se a risorse immutate.
Adesso c'è da scommetterci che qualche forza politica che l'ha approvata tirerà indietro la mano, come spesso succede nel bel Paese; ci si avvicina alle elezioni, ed è più facile cercare di demonizzare chi ha legiferato, anziché avere il coraggio di riconoscere che la strada intrapresa è quella giusta, che sono le risorse che mancano, eventualmente.
Il Direttore Manfredi ha proseguito nelle strategie disegnate dai suoi predecessori ed ha costruito, a mio avviso, un disegno riorganizzativo efficace e corretto.
Quello che auguro a Lui ed a tutto il personale dell'ex Azienda Ospedaliera della Provincia di Lecco è che il suo Poas venga, dopo la sua approvazione (cosa avvenuta lo scorso mese di giugno), anche supportato dalle necessarie risorse economiche e strutturali.
Il referendum di ottobre su una maggiore autonomia regionale supportata dalle conseguenti risorse economiche, dovrebbe essere la pietra angolare che supporterà il nuovo edificio.
Tanti auguri e buone ferie a tutti i lettori on line.