Accadeva 30 anni fa/56, 1-30 aprile: ''Nasce'' la Città Brianza. Il sogno di Maldini di unire tutti i comuni, rimasto nel cassetto
Tessitura Besana, Agrati Garelli, Fantic Motor, nomi gloriosi nel panorama industriale lecchese di trent'anni fa, ma che già allora accusavano i segni della crisi imminente. Risorgeva invece - ma non per molto - la Tessitura di Merate, dopo la lunghissima parentesi di gestione sotto la denominazione sociale di Siber & Wehrli. Nell'aprile del 1987 la nuova proprietà rassicurava le organizzazioni sindacali che c'era la volontà di investire in nuove tecnologie, soprattutto telai più avanzati e, in cambio, chiedeva la turnazione sulle 24 ore. Pareva una nuova primavera. Un'azienda storica, arrivata a dare lavoro a più di 300 persone, dopo un doloroso declino sembrava dovesse riprendersi tanto che i lavoratori erano nuovamente saliti a 145. Ma vedremo poi che fu una breve primavera.
C'era una volta la Banca Briantea. Piace qui ricordare il nostro Istituto di credito , fondato nel 1784 in forma cooperativa e trasformato nel 1907 in società anonima, un vanto per la città di Merate e l'intero territorio il cui sviluppo è stato favorito dal piccolo ma dinamico Istituto di credito. Oggi le insegne sono state sostituite con quelle della banca popolare di Milano che aveva già aggregato un'altra banca molto presente nel distretto: l'Agricola Milanese. E poi sono sparite anche le più grandi tra gli Istituti di credito locali: il Banco Lariano e la Banca Popolare di Lecco. E ora, anche la popolare di Milano perderà gran parte della propria autonomia avendo completato il processo di aggregazione con il Banco Popolare. Nel 1986, all'assemblea degli azionisti del 9 aprile 1987, i vertici della banca presieduta dal professor Luigi Venegoni e diretta dal dottor Lucio Motta annunciavano un utile di oltre 4,6 miliardi di lire, 378 miliardi di raccolta da clienti e 294 miliardi di impieghi. Per la gioia degli azionisti cui era stato destinato un dividendo i 750 lire per azione. Altri tempi. Ora investire nelle banche è come giocare alle slot.
A Sartirana di Merate intanto prosegue la raccolta fondi per la costruzione della nuova chiesa. Gli abitanti della frazione donano ogni mese un contributo dentro una busta chiusa anonima per finanziare il progetto del nuovo edificio di culto. In prima battuta la spesa di 800 milioni di lire pare esagerata e gran parte dei sartiranesi si dichiara contraria. La Parrocchia, tuttavia, ha anche 40mila metri quadrati di terreni da vendere, dei quali 7mila edificabili. Tutte risorse da destinare al luogo di culto. A aprile (1987) il denaro raccolto assomma a oltre 113 milioni di lire.
La Brianza casatese è scossa dalla notizia della cessione del Salumificio Vismara al gruppo Buitoni. E' la fine di un'epoca e di una simbiosi tra l'azienda e la cittadina di Casatenovo che l'ha vista crescere e l'ha ospitata per decenni. Non si poteva fare diversamente - spiegherà Francesco Vismara a.d. dell'azienda - o si cresce e si diventa una multinazionale o si entra a far parte di una multinazionale. Noi abbiamo scelto la seconda via. Lo stabilimento Vismara ancora oggi - naturalmente vuoto - occupa oltre 90mila mq. in centro Casatenovo e da molti anni è oggetto di piani di riconversione.
In tema di lavori pubblici ecco arrivare dallo studio dell'architetto Giovanni Da Rios il progetto di realizzare una grande rotatoria all'intersezione tra la statale 36 e la 342 all'altezza di Beverate con la contestuale sistemazione del torrente e delle aree adiacenti. Un progetto da 3 miliardi di lire che contempla anche diversi interventi lungo la 342 nel tratto tra il ponte di Brivio e la statale.
A Osnago si discute invece sulla riconversione dell'ex Tessitura Galimberti: diecimila metri quadrati in area centrale occupati dai capannoni di quella che fu una gloriosa attività industriale. Nessun tentennamento circa la destinazione d'uso dell'opificio da parte del sindaco Angelo Bonanomi: se la proprietà cedesse l'area a una immobiliare non avrei nulla contro al cambio di destinazione da produttivo a residenziale. E infatti così sarà....
I sindaci del casatese intanto discutono la proposta lanciata da Giovanni Maldini di dare vita ad una comunità aggregata sotto la denominazione di Città Brianza. Antonio Colombo, segretario cittadino del Pci si dichiara concorde e così Gabriele Castagna di Missaglia e Giuseppe Aldeghi di Barzanò. Si discuterà per anni attorno a questa idea ma mai si arriverà a una concreta soluzione. Con l'avvento della provincia nasceranno le 1995 i circondari e il casatese sarà uno di questi. Ma ciascuna realtà territoriale continuerà a svolgere la propria funzione in completa autonomia.
L'estate si avvicina a grandi passi ma chi già a fine aprile sogna bagni refrigeranti deve disilludersi: nessuna località lungo l'Adda da Airuno a Brivio è balneabile. E neppure è consentito immergersi nelle acque del lago di Sartirana. Il presidio multizonali di Igiene di Como, infatti, ha riscontrato la forte presenza di coliformi totali e fecali e in alcune tratte anche di streptococchi. Quindi stop alla balneazione.
E stop anche alle sale cinematografiche a Merate. Il 22 aprile abbassa definitivamente la saracinesca anche l'Odeon di via Garibaldi, una bella sala molto capiente che però aveva bisogno di imponenti lavori di messa in sicurezza. Il sindaco Giacomo Romerio aveva emesso un'apposita ordinanza a seguito del sopralluogo dei membri della commissione provinciale di vigilanza in materia di sicurezza e prevenzione incendi. Aveva già cessato le proiezioni il cinema Capitol di via Lombardia e il Diana di Robbiate. Il territorio così aveva a disposizione soltanto la sala dell'oratorio cittadino. Si chiudeva un altro capitolo della vecchia Merate, con i cartelloni, a volte causa di scontri con la parrocchia, affissi in piena piazza Prinetti. Venduto lo stabile l'intero comparto, compresa l'area ex Bollani, è stato riconvertito in residenza e uffici.
C'era una volta la Banca Briantea. Piace qui ricordare il nostro Istituto di credito , fondato nel 1784 in forma cooperativa e trasformato nel 1907 in società anonima, un vanto per la città di Merate e l'intero territorio il cui sviluppo è stato favorito dal piccolo ma dinamico Istituto di credito. Oggi le insegne sono state sostituite con quelle della banca popolare di Milano che aveva già aggregato un'altra banca molto presente nel distretto: l'Agricola Milanese. E poi sono sparite anche le più grandi tra gli Istituti di credito locali: il Banco Lariano e la Banca Popolare di Lecco. E ora, anche la popolare di Milano perderà gran parte della propria autonomia avendo completato il processo di aggregazione con il Banco Popolare. Nel 1986, all'assemblea degli azionisti del 9 aprile 1987, i vertici della banca presieduta dal professor Luigi Venegoni e diretta dal dottor Lucio Motta annunciavano un utile di oltre 4,6 miliardi di lire, 378 miliardi di raccolta da clienti e 294 miliardi di impieghi. Per la gioia degli azionisti cui era stato destinato un dividendo i 750 lire per azione. Altri tempi. Ora investire nelle banche è come giocare alle slot.
A Sartirana di Merate intanto prosegue la raccolta fondi per la costruzione della nuova chiesa. Gli abitanti della frazione donano ogni mese un contributo dentro una busta chiusa anonima per finanziare il progetto del nuovo edificio di culto. In prima battuta la spesa di 800 milioni di lire pare esagerata e gran parte dei sartiranesi si dichiara contraria. La Parrocchia, tuttavia, ha anche 40mila metri quadrati di terreni da vendere, dei quali 7mila edificabili. Tutte risorse da destinare al luogo di culto. A aprile (1987) il denaro raccolto assomma a oltre 113 milioni di lire.
La chiesa di Mario Botta a Sartirana
La Brianza casatese è scossa dalla notizia della cessione del Salumificio Vismara al gruppo Buitoni. E' la fine di un'epoca e di una simbiosi tra l'azienda e la cittadina di Casatenovo che l'ha vista crescere e l'ha ospitata per decenni. Non si poteva fare diversamente - spiegherà Francesco Vismara a.d. dell'azienda - o si cresce e si diventa una multinazionale o si entra a far parte di una multinazionale. Noi abbiamo scelto la seconda via. Lo stabilimento Vismara ancora oggi - naturalmente vuoto - occupa oltre 90mila mq. in centro Casatenovo e da molti anni è oggetto di piani di riconversione.
In tema di lavori pubblici ecco arrivare dallo studio dell'architetto Giovanni Da Rios il progetto di realizzare una grande rotatoria all'intersezione tra la statale 36 e la 342 all'altezza di Beverate con la contestuale sistemazione del torrente e delle aree adiacenti. Un progetto da 3 miliardi di lire che contempla anche diversi interventi lungo la 342 nel tratto tra il ponte di Brivio e la statale.
A Osnago si discute invece sulla riconversione dell'ex Tessitura Galimberti: diecimila metri quadrati in area centrale occupati dai capannoni di quella che fu una gloriosa attività industriale. Nessun tentennamento circa la destinazione d'uso dell'opificio da parte del sindaco Angelo Bonanomi: se la proprietà cedesse l'area a una immobiliare non avrei nulla contro al cambio di destinazione da produttivo a residenziale. E infatti così sarà....
La tessitura Galimberti
I sindaci del casatese intanto discutono la proposta lanciata da Giovanni Maldini di dare vita ad una comunità aggregata sotto la denominazione di Città Brianza. Antonio Colombo, segretario cittadino del Pci si dichiara concorde e così Gabriele Castagna di Missaglia e Giuseppe Aldeghi di Barzanò. Si discuterà per anni attorno a questa idea ma mai si arriverà a una concreta soluzione. Con l'avvento della provincia nasceranno le 1995 i circondari e il casatese sarà uno di questi. Ma ciascuna realtà territoriale continuerà a svolgere la propria funzione in completa autonomia.
Giovanni Baldini, Aldeghi Giuseppe, Gabriele Castagna
L'estate si avvicina a grandi passi ma chi già a fine aprile sogna bagni refrigeranti deve disilludersi: nessuna località lungo l'Adda da Airuno a Brivio è balneabile. E neppure è consentito immergersi nelle acque del lago di Sartirana. Il presidio multizonali di Igiene di Como, infatti, ha riscontrato la forte presenza di coliformi totali e fecali e in alcune tratte anche di streptococchi. Quindi stop alla balneazione.
E stop anche alle sale cinematografiche a Merate. Il 22 aprile abbassa definitivamente la saracinesca anche l'Odeon di via Garibaldi, una bella sala molto capiente che però aveva bisogno di imponenti lavori di messa in sicurezza. Il sindaco Giacomo Romerio aveva emesso un'apposita ordinanza a seguito del sopralluogo dei membri della commissione provinciale di vigilanza in materia di sicurezza e prevenzione incendi. Aveva già cessato le proiezioni il cinema Capitol di via Lombardia e il Diana di Robbiate. Il territorio così aveva a disposizione soltanto la sala dell'oratorio cittadino. Si chiudeva un altro capitolo della vecchia Merate, con i cartelloni, a volte causa di scontri con la parrocchia, affissi in piena piazza Prinetti. Venduto lo stabile l'intero comparto, compresa l'area ex Bollani, è stato riconvertito in residenza e uffici.
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