Mandic: mala gestione delle poche risorse i due temi al centro dell'assemblea sindacale
La riunione sindacale del comparto della funzione pubblica, che si è svolta lunedì pomeriggio presso l'aula scientifica dell'ospedale San Leopoldo Mandic, è stata il segnale che qualcosa che non va c'è ed è esteso a più "livelli" della forza lavoro oltre che dei reparti.
A Merate l'adesione di chi ha potuto esserci (molti erano in turno) è stata elevata, 137 su 300 iscritti, che sommati a quelli di Lecco e Bellano portano a un totale di 500 partecipanti.
Il filo conduttore delle tre riunioni è stato lo stesso, peraltro non limitato alla provincia di Lecco ma comune a tutta la Lombardia e, dunque, derivante dalle direttive del Pirellone e dalla gestione poi applicata delle varie aziende sanitarie. "Ci sono reparti che ad oggi non hanno ancora coperti i turni estivi" hanno riassunto a fine seduta i delegati RSU "mancano persone in tutti i reparti, dagli OSS agli infermieri, passando per i tecnici di radiologia e fisioterapia. Abbiamo una dirigenza succube della Regione che non chiede e non assume e un SITRA che alle nostre istanze risponde che tutto va bene. Ci sono situazioni incredibili: personale mandato da Lecco a Bellano e dopo due giorni di addestramento, incaricato di fare la formazione. 10 persone che lasciano vengono rimpiazzate con 9 e a fronte di tutto questo i nostri direttori non si lamentano, anzi aumentano le attività con le medesime risorse. Ci sono auto di servizio vecchie che andrebbero sostituite. Insomma tutta una serie di questioni comuni all'intero sistema sanitario lombardo che non vengono nemmeno prese in considerazione per non parlare poi come si stia andando nella direzione di inglobare il territorio diversamente dalla riforma che chiede che sia l'ospedale ad aprirsi". A fine assemblea sono state presentate e votate due mozioni: la prima più moderata (che è stata poi scelta dalla maggioranza) è quella di indire un altro incontro del tavolo di contrattazione e riproporre le istanze dei lavoratori. Se questa linea non sortirà gli effetti desiderati si passerà allo stato di agitazione. Soluzione, quest'ultima, prospettata invece dalla linea più "aggressiva" e meno accomodante che voleva entrare a gamba tese subito perchè "la misura è colma". I due temi principali sono stati la cattiva gestione da parte della dirigenza e la mancanza di risorse per il comparto sanitario e in particolare per il personale. La massiccia partecipazione all'assemblea ha dimostrato il malumore dilagante e, al tempo stesso, il buon risultato ottenuto dalle RSU che si sono maggiormente aperte ai lavoratori, puntando sulla comunicazione e la trasparenza.
A Merate l'adesione di chi ha potuto esserci (molti erano in turno) è stata elevata, 137 su 300 iscritti, che sommati a quelli di Lecco e Bellano portano a un totale di 500 partecipanti.
Il filo conduttore delle tre riunioni è stato lo stesso, peraltro non limitato alla provincia di Lecco ma comune a tutta la Lombardia e, dunque, derivante dalle direttive del Pirellone e dalla gestione poi applicata delle varie aziende sanitarie. "Ci sono reparti che ad oggi non hanno ancora coperti i turni estivi" hanno riassunto a fine seduta i delegati RSU "mancano persone in tutti i reparti, dagli OSS agli infermieri, passando per i tecnici di radiologia e fisioterapia. Abbiamo una dirigenza succube della Regione che non chiede e non assume e un SITRA che alle nostre istanze risponde che tutto va bene. Ci sono situazioni incredibili: personale mandato da Lecco a Bellano e dopo due giorni di addestramento, incaricato di fare la formazione. 10 persone che lasciano vengono rimpiazzate con 9 e a fronte di tutto questo i nostri direttori non si lamentano, anzi aumentano le attività con le medesime risorse. Ci sono auto di servizio vecchie che andrebbero sostituite. Insomma tutta una serie di questioni comuni all'intero sistema sanitario lombardo che non vengono nemmeno prese in considerazione per non parlare poi come si stia andando nella direzione di inglobare il territorio diversamente dalla riforma che chiede che sia l'ospedale ad aprirsi". A fine assemblea sono state presentate e votate due mozioni: la prima più moderata (che è stata poi scelta dalla maggioranza) è quella di indire un altro incontro del tavolo di contrattazione e riproporre le istanze dei lavoratori. Se questa linea non sortirà gli effetti desiderati si passerà allo stato di agitazione. Soluzione, quest'ultima, prospettata invece dalla linea più "aggressiva" e meno accomodante che voleva entrare a gamba tese subito perchè "la misura è colma". I due temi principali sono stati la cattiva gestione da parte della dirigenza e la mancanza di risorse per il comparto sanitario e in particolare per il personale. La massiccia partecipazione all'assemblea ha dimostrato il malumore dilagante e, al tempo stesso, il buon risultato ottenuto dalle RSU che si sono maggiormente aperte ai lavoratori, puntando sulla comunicazione e la trasparenza.
S.V.